Stiglitz, Fitoussi, Krugman: «Grillo chi?»
La rete ha fabbricato Grillo ma in rete
circola anche l’antidoto a certe leggende metropolitane che,
dilatandosi, hanno contribuito all’affermazione del logo a 5 stelle. Una
di queste è la sintonia, se non la collaborazione diretta, del
“moVimento” con alcuni famosissimi economisti controcorrennte. Ha detto
Grillo dai palchi della campagna elettorale che: «Noi abbiamo tutto un
piano preciso, perché è un piano fatto da migliaia di persone nel mondo.
Il nostro piano economico l’ha fatto Stiglitz, che è premio Nobel per
l’economia» (Beppe Grillo, 20/02/2013). L’8 marzo 2013, Grillo sul suo
blog ha postato un articolo del quotidiano tedesco Der Spiegel: «Grillo
sarà supportato da economisti rispettati. Il Nobel Paul Krugman ha già
dialogato in video con Grillo. Il premio Nobel Joseph Stiglitz lo
consiglia sui temi economici insieme all’economista francese Jean Paul
Fitoussi».
Un attivista di Sel del modenese, Fabio Nacchio, ha scartabellato sul
web per trovare le risposte dei diretti interessati, almeno tre sonore
smentite alle ambizioni grilline e le ha pubblicate nella sua bacheca
fb: «Stiglitz non sta fornendo nessuna consulenza economica a Beppe
Grillo» (Eamon Kircher-Allen, Collaboratore di Joseph Stiglitz alla
Columbia University, 9/3/2013 ).
«Apprendo con sorpresa dai giornali italiani che starei lavorando sul
programma di Beppe Grillo. Ma quando mai? Non lo conosco, non l’ho mai
incontrato e non sarò mai il suo consigliere. Per quanto mi riguarda, il
suo movimento è espressione di una forma di regressione democratica»
(Jean Paul Fitoussi, 6 marzo).
«Gli osservatori stranieri sono terrificati dalle elezioni italiane, e
giustamente: anche se l’incubo del ritorno di Berlusconi non si è
materializzato, lo stesso Berlusconi, Grillo o i due insieme potrebbero
destabilizzare non solo l’Italia, ma l’intera Europa. Il M5S? Ha una
piattaforma economica incoerente» (Paul Krugman, 7 marzo).
Il profilo facebook di un attivista del Prc abruzzese, Carmine Tomeo,
invece, riporta in un grafico che pubblichiamo le singolari coincidenze
tra il pensiero dell’estensore del programma economico di Grillo e
quello di Ichino e della Fornero, due personaggi che dovrebbero turbare i
sonni e le veglie di chi ha cercato nella lista del milionario genovese
un’alternativa alle catastrofi della crisi.
«Da mesi i commentatori si dividono tra chi considera il Movimento 5 stelle una «costola della sinistra» e chi lo considera un’organizzazione populista, prevalentemente di destra, in certi casi tendenzialmente fascista. Sono vere entrambe le cose», ha scritto sul manifesto il sociologo Loris Caruso, studioso di movimenti sociali ricordando l’ambiguità della relazione tra cinquestelle e movimenti sociali, l’apparente iperdemocrazia, i richiami alla spoliticizzazione tecnocratica, l’analogia tra la forma della lista e quella dell’economia della rete: «una vasta partecipazione dal basso (di utenti, consumatori, mediattivisti, ecc.) e da una restrizione piramidale in alto, cioè dal ruolo oligopolistico di poche grandissime imprese». [Vedi http://ilconfrontodelleidee.blogspot.it/2013/03/il-movimento-5-stelle-e-la-sinistra-di.html]
L’aspirazione ad esere totalità è una delle chiavi del suo successo
(oltre alle ragioni fornite dalla materialità della disperazione
sociale) assieme, appunto, alla capacità di sfruttare ogni opportunità
della rete, compresa quella della superfetazione di leggende
metropoltane. Da questo punto di vista la vantata collaborazione con gli
economisti si va ad aggiungere al fornito catalogo di bufale rifilare
dall’ex comico al suo gentile pubblico (dalla cura Di Bella alla
biowashball, solo per citare le più famose).
Che l’articolo 18 sia «un’aberrazione» lo scrive chiaro e tondo sul
suo blog anche Roberta Lombardi, la capogruppo parlamentare del M5s, più
nota come “la grillina del fascismo buono”.
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