Ci rivolgiamo direttamente alle tante compagne e ai tanti
compagni che in questi giorni vivono una dimensione di vero smarrimento per
rassicurarli, senza alcun esercizio di ottimismo della volontà: dalla sinistra
d’alternativa non mancheranno le proposte per una nuova pratica politica.
Ecco la nostra.
Nei soggetti esistenti siamo di fronte ad un’assenza di
riflessione non soltanto sull’esito elettorale, ma essenzialmente al riguardo
del rapporto tra questi e la società e l’espressione delle sue contraddizioni.
Emerge, come c’era già capitato di rimarcare, una mancanza
di autonomia: si sta verificando una sorta d’inseguimento acritico verso
modelli altrui, del tutto incoerenti con una corretta lettura del mondo in
conflitto.
E’ urgente assolvere all’esigenza di un riallineamento
complessivo rispetto a soggetti evidentemente superati nella realtà e
assolutamente incapaci, ormai, di svolgere una qualsivoglia funzione politica.
Occorre, così, ricostruire le basi di una proposta provvista
di autonomia e capacità di opposizione al sistema, quale progetto di un’alternativa
globale.
Debbono essere demistificati modelli politici di cambiamento
oggi apparentemente vincenti che, in realtà, risultano essere del tutto
ininfluenti all’interno del sistema dominante.
I campi d’intervento per operare questa nuova pratica
politica sono essenzialmente due:
1) La
crisi, o meglio la gestione della crisi a livello nazionale e sovranazionale,
spinge in una precisa direzione che definiamo riassuntivamente come della
ricollocazione di classe per milioni e milioni di persone. Si evidenziano in
termini drammatici i dati di un’intensificazione dello sfruttamento, in senso
lato:
2) La
questione democratica che, in Italia si pone tra l’altro in una dimensione
particolare e specifica rispetto al resto d’Europa. Dobbiamo ribadire la
funzione fondamentale della democrazia rappresentativa, evidenziando i pericoli
gravi insiti in una certa logica della democrazia diretta. Il sistema politico italiano
attraversa, come hanno ben dimostrato i recenti risultati elettorali, una grave
crisi principiata con la devastazione compiuta attraverso l’adozione del
sistema elettorale maggioritario, la ricerca della governabilità come ben in sé
(e ci troviamo ancora e più che mai dentro questa fase), la personalizzazione
della politica, la distruzione dei partiti intesi come soggetti di dibattito
politico, la creazione di nuovi soggetti fondati sull’individualismo
competitivo e l’esercizio di un fortissimo potere sia di nomina, sia di spesa.
Su queste basi impostiamo la nostra proposta di una nuova
pratica politica della sinistra d’alternativa da concretizzarsi attraverso
l’espressione di una nuova soggettività comunista e anticapitalista, connessa
alla storia e alla tradizione della parte più avanzata della sinistra italiana e
internazionale. Una nuova soggettività da costruire partendo dal basso,
realizzando nello stesso tempo un forte radicamento sociale e la promozione di
nuovi gruppi dirigenti, a partire dal territorio, sciogliendo le incrostazioni
esistenti nell’esercizio di un potere di basso profilo.
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