I palazzi di classe non pagano mai.
Sembra assurdo, ma all'evidenza è ancora difficile fare l'abitudine.
Mentre la maggioranza degli
italiani si troverà alle prese con la nuova tassa IMU, che colpisce
pricipalmente chi possiede la casa d'abitazione, c'è chi non si deve
preoccupare perchè non fa parte della plebe: sono i palazzi dei
ricchi, quelli definiti storici.
Il governo Monti, celere nel
chiedere sacrifici alle famiglie italiane, applica per l'ennesima volta
- almeno per quest'anno (dicono loro) - una norma risalente a 21 anni
fa, per cui agli immobili di interesse "storico" e artistico viene
applicata "la minore delle tariffe d'estimo previste per le abitazioni
della zona censuaria nella quale è collocato il fabbricato".
In poche parole regge e
palazzi signorili pagano quanto l'ultima stamberga del quartiere, questa
si chè è un'azione che toglie le differenze di classe e eguaglia tutti i
cittadini!
Senza parlare che dal 2000
una sentenza della cassazione sugellò il "privilegio" dichiarando che
l'agevolazione valeva sia per quelli ad uso abitativo che quelli ad uso
diverso, quello commerciale ad esempio, ed inoltre i propietari delle
lussose case erano perfino esentati dall'obbligo di indicare nel loro
730 o Unico "l'importo
del canone di locazione", guadagni da migliaia di euro l'anno non
dichiarati, inesistenti, casi simbolo sono Palazzo Ruspoli a Roma -
dimora di Napoleone III che ospita il negozio di "LOUIS VITTON" - o
Palazzo Torlonia, da cui si affacciano su via Bocca di Leone i negozi di
Max Mara e Valentino; o Palazzo Caffarelli ai cui piedi brilla
"Bulgari".
Quindi, anche per
quest'anno, lo Stato dovrà rinunciare a milioni di euro, visto che gli
edifici vincolati sono cira 50.000, anche se nessuno è a conoscenza a
quanto ammonti con esattezza il minor gettito. Pur avendo concesso gli
sgravi fiscali, infatti, non esiste un elenco delle dimore storiche, né
una lista per valutare la veridicità delle dichiarazioni dei redditi che
per legge dovrebbe avere L'Agenzia delle Entrate; niente ha il Demanio,
niente il Ministero dei Beni Culturali.
Profonda è la palude
burocratica in cui finiscono i soldi di chi la tassa la paga. Mentre chi
li osserva dall'alto di lussuose palafitte può brindae al "Sobrio
governo di classe".
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