Mahmoud Sarsak è un ragazzo
palestinese di 25 anni. Mahmoud Sarsak è un calciatore della nazionale
palestinese. Mahmoud Sarsak è oggi prigioniero in un carcere israeliano.
Mahmoud Sarsak è in sciopero della fame da 88 giorni. Mahmoud Sarsak
oggi pesa circa 50 chili. Mahmoud Sarsak sta morendo. Lentamente. Nel
silenzio. Mentre il mondo calcistico è impegnato negli Europei. Mentre i
tifosi seguono le gesta delle loro squadre. Mentre la pagine dei
giornali si riempiono dei resoconti e dei risultati delle partite. Non
una riga su Mahmoud Sarsak.
Siamo abituati al silenzio sulla
Palestina. Di Palestina sui giornali si scrive solamente di fronte alle
grandi tragedie oppure se ne scrive per mistificare la realtà, per
descrivere ogni palestinese come terrorista. Raramente, davvero molto
raramente si trovano notizie. E infatti la gran parte dell’opinione
pubblica sa pochissimo della cosiddetta questione palestinese.
Spezzare questo muro di silenzio
omertoso che cela la tragedia di un intero popolo che da più di
sessantaquattro anni vede negato ogni diritto, è una delle tante guerre
che ogni palestinese combatte.
La storia di Sarsak si lega con tutto
questo: Mahmoud con il suo sciopero della fame a oltranza sta urlando al
mondo perché cessi tutto questo. E con la sua tenacia pone il mondo
intero di fronte alle sue responsabilità, ponendo sotto gli occhi di
tutte e di tutti uno dei tanti aspetti dell’occupazione israeliana della
Palestina: l’efferato sistema di detenzione riservato ai palestinesi.
Uno dei tanti modi per cercare di calpestare il popolo palestinese. In
Cisgiordania è in vigore la detenzione amministrativa, un sistema con il
quale il regime israeliano può detenere in carcere a tempo
indeterminato senza alcuna accusa specifica, senza un processo. A Gaza
esiste – ed è il caso di Sarsak – la “legge sui combattenti illegali”,
con la quale Israele può imprigionare, anche in questo caso, chiunque
senza alcuna accusa specifica, senza processo, a tempo indeterminato.
Per tutto questo migliaia di prigionieri palestinesi hanno portato
avanti un lunghissimo sciopero della fame poco tempo addietro, uno
sciopero cessato per quasi tutti il 14 maggio, a fronte di un accordo
che Israele ha già violato innumerevoli volte.
La storia di Mahmoud Sarsak ci
racconta tutto questo. Mahmoud nasce a Rafah, nel sud della Striscia di
Gaza, ed è da piccolissimo che scopre la sua passione per il calcio, che
lo porta nel giro di un po’ di anni a giocare con la squadra locale.
Non possa molto tempo, che arriva a giocare con la nazionale palestinese
nel ruolo di centravanti. Grazie al calcio, Mahmoud può uscire da Gaza
per alcune partite. Il 22 luglio 2009 viene arrestato senza alcun accusa
al valico di Eretz, passaggio obbligato per chi debba entrare nei
Territori Occupati da Gaza. Viene tradotto nel carcere di Ashkelon per
trenta giorni, interrogato e torturato. Viene poi trasferito nel carcere
di Ramleh, dove tuttora è detenuto.
Qualcosa si sta lentamente cominciando
a muoversi: alcuni appelli di personalità internazionali (Ken Loach,
Eric Cantona, Noam Chomsky e altri) e soprattutto, finalmente, una presa
di posizione ufficiale del presidente della Fifa Joseph Sepp Blatter,
che scrive nel suo comunicato, tra l’altro: “Nei rapporti ricevuti dalla
Fifa si evidenzia il fatto che diversi calciatori palestinesi siano
detenuti in violazione dei diritti umani e della loro integrità, senza
processo ed in maniera illegale, dalle autorità israeliane… La Fifa
lancia un appello urgente all’Ifa (Israel Football Association) per
attirare l’attenzione delle autorità israeliane competenti, con
l’obiettivo di garantire l’integrità fisica dei calciatori interessati,
nonché il loro diritto ad un giusto processo”.
Le condizioni di salute di Mahmoud
Sarsak, come abbiamo già detto, sono ormai precarie. Non potrà mai più
tornare ad essere l’atleta che era: molti dei suoi organi risultano
compromessi per sempre. E lo scorrere del tempo non fa che peggiorare la
situazione. Potrebbe essere questione di giorni, forse di ore. Mahmoud
con il suo sciopero della fame sta giocando la sua partita più
importante: la partita per la libertà. La sua libertà di sportivo e di
uomo. La libertà per tutti i detenuti palestinesi. La libertà per il suo
popolo. Libertà: il goal più bello di Mahmoud Sarsak.
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