L’approvazione della controriforma del lavoro con voto di fiducia
cambia definitivamente il quadro sociale e politico del paese, è un atto
costituente.
Sul piano sociale la legge sanziona il successo del modello Marchionne. Che paradossalmente si afferma in tutto il paese proprio mentre in Fiat sta fallendo il progetto di rilancio industriale. Non è un caso.
Il progetto imposto a Pomigliano due anni fa rappresentava infatti non solo un modello per la Fiat, ma un via indicata a tutte le forze dominanti per affrontare la crisi scaricandola sul lavoro. E come tale si è affermato grazie al governo Monti e alla Bce. Questa via chiede all’ Italia di stare sul mercato diventando un paese low cost, con precarietà, supersfruttamento, distruzione dei diritti sociali.
La legge Fornero rappresenta il culmine ideologico del progetto di controriforma sociale che costruisce questa via. Con essa la precarietà del lavoro diventa permanente per tutte e tutti e lo statuto di lavoratori viene sostanzialmente abolito. Dopo questa legge in tutti il luoghi di lavoro cresceranno arbitrio e oppressione, l’Italia sarà ancora più ingiusta e la sua democrazia ancora più evanescente.
Ma ci saranno anche effetti sul sindacato e sulla politica. La Cgil subisce qui la sua più grave sconfitta del dopoguerra, tanto più dura perché il principale sindacato italiano non ha lottato davvero per evitarla.
Sul piano politico è evidente che il voto in Parlamento suggella la fine del centrosinistra classico, per dirla con Vendola, a favore di quello montiano allargato a Casini.
Allora su entrambi i fronti, sindacale e politico, bisogna costruire la risposta e l’alternativa.
Sul piano sociale la legge sanziona il successo del modello Marchionne. Che paradossalmente si afferma in tutto il paese proprio mentre in Fiat sta fallendo il progetto di rilancio industriale. Non è un caso.
Il progetto imposto a Pomigliano due anni fa rappresentava infatti non solo un modello per la Fiat, ma un via indicata a tutte le forze dominanti per affrontare la crisi scaricandola sul lavoro. E come tale si è affermato grazie al governo Monti e alla Bce. Questa via chiede all’ Italia di stare sul mercato diventando un paese low cost, con precarietà, supersfruttamento, distruzione dei diritti sociali.
La legge Fornero rappresenta il culmine ideologico del progetto di controriforma sociale che costruisce questa via. Con essa la precarietà del lavoro diventa permanente per tutte e tutti e lo statuto di lavoratori viene sostanzialmente abolito. Dopo questa legge in tutti il luoghi di lavoro cresceranno arbitrio e oppressione, l’Italia sarà ancora più ingiusta e la sua democrazia ancora più evanescente.
Ma ci saranno anche effetti sul sindacato e sulla politica. La Cgil subisce qui la sua più grave sconfitta del dopoguerra, tanto più dura perché il principale sindacato italiano non ha lottato davvero per evitarla.
Sul piano politico è evidente che il voto in Parlamento suggella la fine del centrosinistra classico, per dirla con Vendola, a favore di quello montiano allargato a Casini.
Allora su entrambi i fronti, sindacale e politico, bisogna costruire la risposta e l’alternativa.
Sul piano sindacale bisogna operare per l’unità di tutte le forze che
dentro e fuori la Cgil, dicono no a Monti e a Fornero, per ricostruire
la forza del sindacalismo di classe. Questa unità è incompatibile e
alternativa a quella con Bonanni ed Angeletti, che invece difendono la
controriforma così come stanno con Marchionne.
Sul piano politico bisogna costruire a sinistra l’alternativa al Pd e
al suo sistema di alleanze, come è avvenuto in Grecia rispetto al
Pasok.
Questi due processi avranno sicuramente tempi e modalità diverse, ma ci saranno perché sono necessari.
Coloro che dicono sì alla controriforma Fornero stanno dall’altra parte, e noi dobbiamo ricostruire la nostra parte contro di loro.
Questi due processi avranno sicuramente tempi e modalità diverse, ma ci saranno perché sono necessari.
Coloro che dicono sì alla controriforma Fornero stanno dall’altra parte, e noi dobbiamo ricostruire la nostra parte contro di loro.
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