100 miliardi prestati alle
banche spagnole sono tanti; l’Italia ne metterà oltre venti. Ma
l’illusione è durata poche ore. I mercati hanno preso atto che l’Europa
non ci sente, e sono andati nel panico. Alla crisi bancaria spagnola, infatti, è stata somministrata la medicina di sempre: quella che ha messo in ginocchio l’Irlanda; solo, in dosi maggiori. Ai tax payers spagnoli
– già oberati da spread da usura – sono stati accollati anche i debiti
delle banche. Ma sulle cause della spirale della morte continua
l’arrogante rifiuto ad intervenire. E i mercati prendono atto: al
comando dell’Europlano c’è un pilota impazzito.
I
mercati mandano a Draghi, alla Merkel, e anche a Monti, a tutto il
gruppo delle “riforme strutturali”, un messaggio forte e chiaro: “Niente
di male nel salvare le banche… Ma voi continuate – incredibilmente – a
non capire il problema finanziario (assenza
della BCE prestatore di ultima istanza sul mercato dei titoli pubblici)
e i problemi macroeconomici (depressione della domanda; squilibri di
competitività) all’origine. Più tardi ci arriverete, più alti saranno i
costi”. Salvare le banche e le imprese invece delle famiglie
non porta da nessuna parte: a che serve una impresa senza clienti? Una
emissione di moneta assai inferiore, indirizzata ai poveri d’Europa,
avrebbe effetto in venti giorni sulle vendite delle imprese; in due mesi
gli ordinativi crescerebbero del 20%, in tre mesi la produzione
industriale farebbe + 10%. Altro che riforme strutturali!
I
mercati non vanno solo e sempre giù. “Non saranno irresponsabili fino
alla fine…”, si pensa.. Ma la storia insegna che le ideologie dei
benpensanti sono un velo potente, che può frapporsi fra menti
intelligenti e la realtà sotto gli occhi di tutti. I governi
conservatori degli anni “30 continuarono imperterriti con le loro
politiche suicide, finché non furono cacciati via dai mercati
(Inghilterra, 1931) o dagli elettori (USA 1933, Germania, 1933). Ma la
cacciata (e, punto fondamentale per la soluzione della crisi, la
sottomissione della banca centrale agli obiettivi dei governi eletti) avvenne abbastanza tardi da causare disoccupazione, povertà di massa, e una guerra mondiale. In Italia e in Germania le elezioni sono previste solo nel 2013: secondo me, così non ci arriviamo. Qualcosa succederà prima.
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