PERUGIA - Molte sono le lezioni che si devono trarre da
queste ultime elezioni e dalla aggrovigliata situazione di impasse che
si è venuta a creare. La prima, non nuova ma fondamentale lezione,
contrariamente a quanto una volta ebbe a dire D'Alema, è che in Italia
non è certo che le elezioni si vincano al centro, è, al contrario, certo
che si perdono a sinistra. L'emorragia di voti Partito democratico
verso il Movimento 5 Stelle ne è una prova eloquente. In Umbria, sulla
base delle elaborazioni sui flussi elettorali compiute dall'istituto di
Statistica dell'Università di Perugia (Camera 2008/Camera 2013), il 44%
dei voti ottenuti dalla lista del comico genovese è di ex elettori 2008
del Partito democratico. Il Partito democratico paga una posizione
attendista, di corteggiamento a Monti e Casini, una incapacità di
sintonizzarsi con il malessere degli strati popolari, che, a torto o a
ragione, imputavano buona parte dei loro guai alle scelte del governo
Monti. Questo dato è confermato dal fatto che l'astensionismo colpisce
solo marginalmente il partito di Bersani, solo lo 3,2% degli elettori
democratici 2008 decidono di non votare, mentre tra i circa 170.000 voti
ottenuti (considerando anche il Centro democratico) un 2,3% derivano da
un recupero di astensione 2008. Il Partito Democratico capirà questa
lezione?
Una (forse più di una) qualche lezione la deve trarre anche la sinistra. Ma prima di entrare nel merito del risultato delle due liste SEL e Rivoluzione Civile, una notazione va fatta sulla completa e totale liquefazione dell'elettorato dell'Italia dei Valori, almeno in terra umbra. Infatti stando all'analisi dei flussi elettorali prima richiamata parrebbe che nessuno (e nessuno sta per meno di un centinaio) elettore 2008 dell'Italia dei Valori abbia votato per la lista di Rivoluzione Civile, della quale il partito di Di Pietro era parte componente: ripeto e sottolineo nessun elettore. Il risultato cambia di pochissimo se si esaminano i flussi con le regionali 2010. Ora non si sa se il dato sia generalizzabile a livello nazionale, forse sarà il caso che il gruppo dirigente umbro dell'IDV faccia una qualche riflessione su questo dato. Anche perché il grosso dei voti IDV 2008, oltre il 60%, è andato a SEL e al Movimento 5 Stelle, mentre il resto si divide equamente tra PD/centro democratico e lista Monti.
Venendo alle due liste Rivoluzione civile e SEL, il cui risultato non può certo definirsi esaltante, messe insieme non arrivano al 6%, l'analisi dei flussi mette in evidenza alcuni elementi sui quali è di un qualche interesse riflettere. Partiamo da SEL i cui circa 16.900 voti vengono per il 30,8% da ex elettori 2008 dell'IDV, per il 25,4% da ex elettori Partito democratico (un recupero di voto utile al contrario?) ed il 23,0% dall'astensionismo 2008, mentre gli elettori ex Sinistra arcobaleno contribuiscono al risultato 2013 di SEL solo per il 7,7%
Nel caso di Rivoluzione civile il grosso dei voti (50,4%) viene dagli elettori della ex Sinistra arcobaleno (uno zoccolo duro, potremmo definirlo, di circa 7.000 elettori) ma c'è anche un 30% di voti recuperati al Partito Democratico. SEL e Rivoluzione civile assieme recuperano 8.500 voti circa dal Partito Democratico. Al contrario circa il 40% degli elettori della Sinistra arcobaleno 2008, si tratta di un pacchetto di 7.600 voti, decide di dare la propria preferenza alle 5 Stelle.
Ci sono poi tutti quegli elettori che nel 2008 votarono altre formazioni di sinistra (Partito socialista, Partito comunista dei Lavoratori, Sinistra Critica, Per il bene comune, Unione dei consumatori), quasi 20.000 voti, che per il 40% votano 5 Stelle, una parte (25,3%) il Partito Democratico (elettori socialisti si può ipotizzare), un altro 25% non si reca alle urne, quasi nessuno per SEL o Rivoluzione civile. E qui ci sarebbe da aprire una corposa parentesi sulla questione socialista in Umbria: una forza politica importante con la quale certa sinistra si ostina a non voler fare i conti. Ma qui il ragionamento ci porterebbe via troppo tempo.
I risultati ottenuti dalle due formazioni di sinistra, SEL e Rivoluzione Civile, e l'analisi dei flussi elettorali confermano quindi il fallimento delle opzioni politiche portate avanti dalle due liste, con SEL ridotta ad un ruolo di seconda linea, che positivamente recupera un po' di astensionismo e di ex voto utile, senza tuttavia riuscire a raggiungere una dimensione tale da farla uscire dal cono d'ombra del Partito Democratico. Dall'altro lato ancor più fallimentare si rileva l'operazione Rivoluzione Civile che, oltre ad un po' di recupero di ex voto utile, riesce a mobilitare, e solo parzialmente, i vecchi elettori di Sinistra arcobaleno, non portando alcun valore aggiunto, anzi perdendo l'intero elettorato dell'Italia dei Valori. Un fatto è dunque certo: ambedue le opzioni si sono dimostrate fallimentari.
Forse sarà il caso di riflettere, anche perché, stando ai numeri, una sinistra a sinistra del Partito Democratico, almeno in terra umbra, non solo è possibile ma ha un suo spazio elettorale e può raggiungere una consistenza anche superiore ai 35.000 voti. Forse sarà distrazione ma al momento si avverte solo silenzio.
Una (forse più di una) qualche lezione la deve trarre anche la sinistra. Ma prima di entrare nel merito del risultato delle due liste SEL e Rivoluzione Civile, una notazione va fatta sulla completa e totale liquefazione dell'elettorato dell'Italia dei Valori, almeno in terra umbra. Infatti stando all'analisi dei flussi elettorali prima richiamata parrebbe che nessuno (e nessuno sta per meno di un centinaio) elettore 2008 dell'Italia dei Valori abbia votato per la lista di Rivoluzione Civile, della quale il partito di Di Pietro era parte componente: ripeto e sottolineo nessun elettore. Il risultato cambia di pochissimo se si esaminano i flussi con le regionali 2010. Ora non si sa se il dato sia generalizzabile a livello nazionale, forse sarà il caso che il gruppo dirigente umbro dell'IDV faccia una qualche riflessione su questo dato. Anche perché il grosso dei voti IDV 2008, oltre il 60%, è andato a SEL e al Movimento 5 Stelle, mentre il resto si divide equamente tra PD/centro democratico e lista Monti.
Venendo alle due liste Rivoluzione civile e SEL, il cui risultato non può certo definirsi esaltante, messe insieme non arrivano al 6%, l'analisi dei flussi mette in evidenza alcuni elementi sui quali è di un qualche interesse riflettere. Partiamo da SEL i cui circa 16.900 voti vengono per il 30,8% da ex elettori 2008 dell'IDV, per il 25,4% da ex elettori Partito democratico (un recupero di voto utile al contrario?) ed il 23,0% dall'astensionismo 2008, mentre gli elettori ex Sinistra arcobaleno contribuiscono al risultato 2013 di SEL solo per il 7,7%
Nel caso di Rivoluzione civile il grosso dei voti (50,4%) viene dagli elettori della ex Sinistra arcobaleno (uno zoccolo duro, potremmo definirlo, di circa 7.000 elettori) ma c'è anche un 30% di voti recuperati al Partito Democratico. SEL e Rivoluzione civile assieme recuperano 8.500 voti circa dal Partito Democratico. Al contrario circa il 40% degli elettori della Sinistra arcobaleno 2008, si tratta di un pacchetto di 7.600 voti, decide di dare la propria preferenza alle 5 Stelle.
Ci sono poi tutti quegli elettori che nel 2008 votarono altre formazioni di sinistra (Partito socialista, Partito comunista dei Lavoratori, Sinistra Critica, Per il bene comune, Unione dei consumatori), quasi 20.000 voti, che per il 40% votano 5 Stelle, una parte (25,3%) il Partito Democratico (elettori socialisti si può ipotizzare), un altro 25% non si reca alle urne, quasi nessuno per SEL o Rivoluzione civile. E qui ci sarebbe da aprire una corposa parentesi sulla questione socialista in Umbria: una forza politica importante con la quale certa sinistra si ostina a non voler fare i conti. Ma qui il ragionamento ci porterebbe via troppo tempo.
I risultati ottenuti dalle due formazioni di sinistra, SEL e Rivoluzione Civile, e l'analisi dei flussi elettorali confermano quindi il fallimento delle opzioni politiche portate avanti dalle due liste, con SEL ridotta ad un ruolo di seconda linea, che positivamente recupera un po' di astensionismo e di ex voto utile, senza tuttavia riuscire a raggiungere una dimensione tale da farla uscire dal cono d'ombra del Partito Democratico. Dall'altro lato ancor più fallimentare si rileva l'operazione Rivoluzione Civile che, oltre ad un po' di recupero di ex voto utile, riesce a mobilitare, e solo parzialmente, i vecchi elettori di Sinistra arcobaleno, non portando alcun valore aggiunto, anzi perdendo l'intero elettorato dell'Italia dei Valori. Un fatto è dunque certo: ambedue le opzioni si sono dimostrate fallimentari.
Forse sarà il caso di riflettere, anche perché, stando ai numeri, una sinistra a sinistra del Partito Democratico, almeno in terra umbra, non solo è possibile ma ha un suo spazio elettorale e può raggiungere una consistenza anche superiore ai 35.000 voti. Forse sarà distrazione ma al momento si avverte solo silenzio.
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