L’individualismo del black bloc non è dissimile da quello dell’evasore fiscale. Il concetto che a me sia concesso fare qualsiasi cosa, tra cui sfasciare una città, e, al tempo stesso, non curarmi delle conseguenze del mio gesto è, in tutto e per tutto, uguale alla filosofia di vita dell’evasore fiscale che ritiene di non dovere contribuire al benessere del proprio paese pur sfruttando, in termini di servizi, ciò che questo benessere produce.
La parte lesa, come nel caso dell’evasione, è rappresentata innanzitutto dalle centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione. Loro sono i veri tartassati dall’evasione politica e sociale dei black bloc e loro, alla pari dei cittadini che pagano le tasse, sono coloro che dovranno portare sulle spalle la croce del fallimento di questa manifestazione.
Ridurre l’azione politica di qualche migliaio di “sfascisti“ a un disturbo di personalità (di tipo antisociale) sarebbe un grave errore: rappresentano appieno la variante povera di un modello sociale e culturale che nel proprio ombelico trova il baricentro. Un Io ipertrofico che si alimenta e si alimenterà dei racconti epici di ciò che sono riusciti a fare alla pari di certo bullismo da strada che gode della sopraffazione altrui.
Rappresentano una concezione della società in cui l’interazione faccia a faccia non è più possibile. Distruggere tale interazione è il loro scopo perché in essa poggiano le fondamenta dei processi sociali che regolano i rapporti di forza e le dinamiche democratiche. Concezione simile a quella dei grandi centri di potere che si vorrebbero combattere.
Se la parola “nemico“, in tempi di pace, si utilizza contro un modello capitalistico (e le sue varie articolazioni) che ha volutamente confuso il mezzo con il fine, non può non essere estesa anche ai suoi finti antagonisti che, in maniera speculare, rappresentano l’altra faccia della medaglia.
Desidererei che avvenisse una cosa nuova. Condannare quanto è accaduto è il minimo. Ma vorrei che si decidesse, in qualità di comitati promotori della manifestazione, di costituirsi parte civile nei confronti di quei pochi o tanti black bloc che sono stati arrestati. Chiederne un condanna che vada espiata in termini di servizi sociali alle fasce più deboli della società. Solo così potrebbero, forse, comprendere che la declinazione del “noi“ rispetto a quella dell’“io“ è dirompente nel mutare il corso della storia.
Achille Saletti, Il Fatto quotidiano
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