Ci sono le enunciazioni di principio, le piazzate barricadere che
chiamano alla rivolta, le urla di battaglia a favore di telecamera. Poi
ci sono i numeri, freddi e crudi, che rivelano ben altre realtà, che
parlano della meccanica reale che muove il filo della dialettica tra
opposizione e maggioranza.
L’ultimo rapporto di Openpolis si intitola “Opposizione che salva la maggioranza” e
ci racconta, attraverso l’analisi di tutte le votazioni elettroniche
d’aula, tutte quelle volte in cui la maggioranza di Governo è riuscita a
far approvare le sue proposte grazie ai voti e alle assenze dei
parlamentari di opposizione. In questi casi quindi, se tutti i
parlamentari di opposizione fossero stati presenti e avessero votato
contro la maggioranza, quest’ultima sarebbe stata battuta nella
votazione.
Più di un voto su tre. Il non-voto dell’opposizione è
talmente ricorrente da assumere un carattere sistemico rispetto
l’attività parlamentare. Infatti, finora in questa legislatura su un
totale di 14.494 votazioni le situazioni di maggioranza salvata sono
state 5.098, ovvero il 35%. Per la serie carta canta, ecco il grafico:
Ma
Openpolis fa di più: la classifica dei parlamentari che più volte hanno
salvato la maggioranza. In testa svetta Bersani, al terzo posto Di
Pietro e poi D’Alema, Veltroni. Tra i deputati che invece hanno salvato
di meno il governo troviamo al primo posto Rosy Bindi. Ma guardate il
grafico:
Molti
provvedimenti sono stati approvati anche grazie alle assenze
dell’opposizione nelle votazioni finali. Quei voti cioè che
rappresentano un passaggio decisivo nell’iter di approvazione di una
legge perché consentono al provvedimento di passare all’altro ramo del
Parlamento o di diventare legge. Ecco i più significativi
- Salvataggio Alitalia
- Contrasto immigrazione clandestina
- Rifiuti in Campania
- Contrasto immigrazione clandestina
- Rifiuti in Campania
- Riforma Brunetta della Pubblica amministrazione
- Terremoto in Abruzzo
- Scudo fiscale
- Scudo fiscale
Quello
di Openpolis è un rapporto scomodo di cui ovviamente nessuno parlerà ma
il nostro ruolo è quello di vigilare sulla classe politica anche perché
pensiamo che conoscere anche ciò che non piace sia la prima condizione
per costruire un Paese migliore.
fonte:http://letteraviola.it
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