domenica 2 ottobre 2011

IL PARTITO DELLA POCHETTE!


da facebook

C’è qualcosa di vecchio, di terribilmente stantio nel... tentativo delle élite confindustriali di sostituirsi a Berlusconi.
 
Non so cos’è, esattamente.
Forse è il linguaggio di Diego Della Valle, ad esempio: quel ‘Politici, ora basta’ così generico e povero (ci sono politici e politici, imprenditori e imprenditori, giornalisti e giornalisti, terzini e terzini: lo sanno anche i sassi), che suona un po’ emulazione fallita di Beppe Grillo (e quindi si iscrive di diritto alla categoria del trash, essendo il trash come noto basato proprio sull’emulazione fallita).
Forse è invece per il meccanismo del ’scendo in campo ma forse no ma anche sì, io non vorrei ma il Paese me lo chiede’: insomma roba che abbiamo visto performata nel ‘93-’94 proprio dall’uomo che ora i confindustriali vorrebbero sostituire. Adesso i Montezemolo, i Della Valle, i Profumo etc ripropongono esattamente lo stesso teatrino, et voila un’altra emulazione fallita (e francamente fa un po’ ridere la Brambilla quando se la prende con «gli imprenditori che vorrebbero salvare la patria», senza accorgersi che sta parlando del suo capo 18 anni dopo).
Forse invece a sapere così di vecchio è il tentativo di riproporre il trucchetto dell’abolizione della memoria, che però grazie a Dio nell’era del web non funziona mica più: sempre gli stessi sassi di cui sopra ricordano benissimo il Della Valle sponsor sfrenato di Clemente Mastella, così come ricordano che meno di un anno fa, a Parma, l’assemblea di Confindustria ha interrotto una dozzina di volte con applausi scroscianti i deliri di un Berlusconi già universalmente sputtanato – e mica per il bunga bunga, ma per la sua fallimentare insipienza.
O forse a puzzare così di stantio è il fatto che all’alba del 2011 i grandi capitalisti pretendano ancora di vendere in giro l’antico trucchetto pseudocalvinista per cui «se noi siamo ricchi è perché siamo bravi e baciati da Dio, quindi potremo fare con l’Italia quello che abbiamo fatto con le nostre aziende», roba che grazie al cielo non ci crede più nemmeno il mio ortolano.
O forse no, forse è un altro il motivo per cui le ambizioni dei Montezemolo e dei Della Valle suonano così vetuste.
Ed è il fatto stesso che a proporsi di guidare il Paese è un’élite. Un’élite chiusa, un inner circle di potere economico e mediatico in pochette, un circolo del bridge con le finestre blindate.
Cioè il contrario esatto non dico della democrazia diretta, ma certamente della democrazia dal basso, della società aperta, della società dei cittadini consapevoli, della società della partecipazione. Il contrario esatto di quell’onda senza padroni che la primavera scorsa ha rovesciato il tavolo delle amministrative e dei referendum. E che adesso si è fatta risentire con il milione e passa di firme contro il Porcellum.
A proposito, non mi risulta che Della Valle abbia firmato.

Alessandro Gilioli.

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