Pronta cassa. A spese del contribuente. Berlusconi ripaga
alcuni "tentennanti" che gli hanno rinnovato la fiducia dopo aver
minacciato di farlo cadere.
Il Cdm ha nominato Katia Polidori e Aurelio Misiti come
viceministri, mentre Giuseppe Galati dei Cristiano Popolari è diventato
sottosegretario all'Istruzione. Il senatore del Pdl, Guido Viceconte,
sarà invece sottosegretaro all'Interno.
Può sembrare una follia questa corsa alla seggiola mentre tutto
crolla e persino Scajola - uno dei "renitenti" - ha votato questa
fiducia giurando che sarà l'ultima e adesso farà un suo "movimento
politico". Ma non è insolito. "Rimediare" un incarico, sia pure per
qualche settimana, permette di manipolare qualche voce di spesa,
dirottare qualche appalto o subappalto. Briciole, dal punto di vista
"sistemico"; linfa vitale per signori nessuno che sanno benissimo di
dover tornare a essere signori nessuno.
Non c'è da stupirsi se Confindustria, Abi, Vaticano e persino i
costruttori edili - il "blocco di cemento" del blocco sociale
berlusconiano - abbiano uno dopo l'altro decretato la fine dell'uomo e
del regime politico da cui per quasi venti anni hanno tratto vantaggi
inimmaginabili. Non è però un soprassanto di dignità di questi "poteri
fortissimi". E' la crisi che mette a nudo incompetenze prima
tollerabili, comportamenti amministrativi che fin qui rubavano un po' di
"grasso" in eccesso per fini clientelari e un po' mafiosi oggi
diventati "costi da tagliare" assolutamente.
Il fatto che berluska continui sullo stesso metro è indicativo di
un'impossibilità di uscire dal cerchio stregato costituito da un modo di
aggregare consenso che oggi non può più funzionare. Finito il
"grasso", si possono comprare singoli uomini che ti devono votare in
parlamento, non settori sociali interi. La fine è in questi parametri.
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