Sono entrato in crisi, Renzi mi ha dato del reduce ed allora ho pensato di scrivergli una lettera aperta. Potrebbe essere mio figlio ma, fortunatamente, non lo è.
Caro Matteo ti scrivo
direttamente perchè potresti essere mio figlio, lui ha tre anni più di
te ma, fortunatamente per me, non lo sei.
Prima di mancare di rispetto ai reduci dovresti almeno sapere alcune
cose, oltre a portare il piattino per la comunione, che certamente i
parrocchia o all’oratorio non ti hanno insegnato.
Da quello che leggo nemmeno in casa tua.
Io sono del 1948, dicembre per la precisione, e provengo da una famiglia che in casa aveva la testa del duce.
Fortunatamente io avevo la mia libera e pensante e, per un certo periodo, nel mio piccolo rivoluzionaria.
Chi ti scrive è un ex iscritto militante attivo del Pci, Partito
Comunista Italiano, e pur avendo radici come scritto sopra sono
cresciuto con l’erba dell’uguaglianza, dei diritti, della democrazia e
fissato con la difesa degli ultimi, che non sono gli azionisti della
Parmalat o della Telecom, quelli che stanno tanto a cuore a te ed a
Grillo. Cito Grillo perchè tra i tuoi 100 punti che vuoi sottoporre per
il cambiamento ce ne sono molti copiati dal comico di Genova.
Temo tu non sia a conoscenza, come tanti giovani e ragazze, che lo
Statuto dei lavoratori è del 1971, ripeto 1971 e non del 1848 e che
prima che entrasse in vigore le lavoratrici incinte si fasciavano la
pancia per non essere licenziate.
Un po’ quello che Sacconi vorrebbe tornassero a fare, magari con l’uncinetto mentre guardano il grande fratello.
Ho fatto scioperi per il contratto, i diritti, per la libertà e la
democrazia. Ho manifestato per il Vietnam e per la pace nel mondo,
contro Pinochet ed i colonnelli greci.
Ho sempre lottato in difesa dei lavoratori, sai tu cosa significa fare
sciopero con moglie e figlio a carico? Forse in parrocchia non ti hanno
avvisato che le ore di sciopero non vengono pagate ed ogni giornata in
meno di stipendio era un buco in più nella cinghia dei pantaloni, la
Mirè, mia moglie già da allora, dovrebbe ringraziarmi se si è mantenuta
in forma e giovanile con la dieta obbligata che le ha propinato il
marito “rivoluzionario”.
Pensa che noi pensavamo di sacrificarci, di lottare, di prendere le
bastonate dai poliziotti e le prese per il culo di Andreotti, c’era
anche allora, per le nuove generazioni, per garantire i nostri figli e
nipoti per dare a loro un futuro con più diritti non scevro dai doveri.
Certo, abbiamo pensato anche alla nostra pensione, ed è grazie a quella
che molte famiglie possono, riescono ad aiutare i loro figli in
difficoltà per la crisi.
Ho letto che vuoi mettere in rete i 100 punti del Big-Bang, come Grillo, tutti in rete anche se il pesce non c’è.
Subito dopo ho letto un passo di Mario Tronti, un filosofo, uno di
quelli che ha passato la vita cercando di lavorare per il futuro di
tutti, compresi i pirla come te.
Dice Mario Tronti: Non è navigando in rete che si toccano i livelli
profondi dell’esistenza umana disagiata. Non è con la biopolitica che si
intercettano i bisogni delle persone semplici, donne e uomini, come si
dice, in carne ed ossa.
Frase che, pur navigando, condivido in toto perchè non ti ho mai sentito
parlare di proletari, di disoccupati, di cassaintegrati, di giovani
senza futuro.
Ti ho sentito parlare del Partito, quando mai ti hanno messo in lista e
ti hanno fatto eleggere nel Pd, piatto nel quale sputi per la gioia
della destra dopo aver raggiunto una certa notorietà sin da essere
ospitato nella villa del piduista pur non avendo la passera, ma qualcosa
che lo attira non ti manca certamente.
Mai di persone, di famiglie, di lavoratori, precari, disoccupati, parli
di giovani in generale, come fa il comico di Genova, o di azionisti,
quelli che hanno i Bot, sembrano fantasmi non persone, carne e problemi
umani.
Liberazione ieri ha fatto un titolo illuminante: Ecco l’uomo che tutta la destra ci invidia, Renzi.
Quando noi, quelli prima di me, lottavamo per i nostri ideali pagando
sino all’ultima goccia di sudore e qualcuno anche con il sangue, come i
Morti di Reggio Emilia sui quali c’è anche un canzone che certamente non
conosci, lo facevamo per noi e per voi e adesso mi sento dare del
reduce con l’ironia toscana che significa bischero, pirla per dirla in
milanese.
Praticamente invece di ringraziarci, di baciarci i piedi, la tua prosopopea ti spinge all’offesa sottile ma diretta.
Io, sono diventato padre giovanissimo, avevo 23 anni ed ho imparato subito una cosa.
Gli amici, i compagni come ci chiamavamo tra di noi, te li scegli i
parenti te li trovi senza possibilità di scelta, è un pacchetto tutto
compreso.
Anche i figli, che tutti amiamo e desideriamo, sono come l’uovo di pasqua , hanno la sorpresa.
Una volta ho detto a mio figlio ancora piccolo: tu hai una fortuna, non
perchè sei mio figlio, ma perchè mi sei simpatico e sei un bambino
intelligente. Avresti potuto essere una grande testa di cazzo , ti avrei
voluto bene ugualmente ma non saresti stato il figlio che io avevo
desiderato. E’ successo a molti di avere sfortuna con i figli ed è per
questo che mi considero fortunato, avresti potuto esserlo ma per fortuna
non lo sei.
Io non mi sento un reduce, non mi sento nemmeno troppo italiano ma, per
fortuna o purtroppo lo sono. Come diceva il Grande Gaber.
Noi, mio caro sindaco di Firenze eletto dalle parrocchie, abbiamo
costruito per tutti non solo per noi, siete voi che non avete fatto la
manutenzione e che, molte eccezioni a parte, demolite i nostri sacrifici
e la nostra storia, le nostre lotte, rendendole inutili.
Fate il mea culpa, come dicono in parrocchia, non cercate capri
espiatori tra di noi perchè non siamo fessi, siamo solo delusi che state
massacrando i diritti che abbiamo conquistato per voi ed offendete i
nostri sacrifici.
Fortunatamente sono nato dopo la guerra, ma ho il massimo rispetto per i
Partigiani di tutti i colori ed anche se la politica qualche volta mi
delude, come in questo caso, vado a votare ugualmente perchè sono morti
per darmi la possibilità di farlo, rendermi libero nelle mie azioni e
nelle mie idee, lo faccio per rispetto a loro che si sono sacrificati
per me, per noi.
In piccolo, molto in piccolo, è quello che abbiamo fatto noi reduci, ci siamo sacrificati anche per chi non lo merita.
Come te, che non conosci il rispetto per le persone ma solo per i personaggi.
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