Il nuovo piano economico appena proposto
da Ron Paul, consistente nel taglio di 1.000 miliardi dollari dal bilancio
federale nel primo anno (presumibilmente ciò significa entro il
2013), è solo leggermente più ambizioso di quelli proposti da altri
candidati repubblicani. Tutti loro stanno spingendo per forti tagli
alla spesa , chiedendo, altresì, che essi abbiano inizio il prima possibile.
Cosa hanno fumato?
Possiamo mettere da parte solo per
un attimo l’ideologia per parlare chiaramente della realtà? La spesa
dei consumatori (il 70 per cento dell'economia) è piatta o in caduta
perché i consumatori stanno perdendo il lavoro e i salari e non hanno
più soldi. Le imprese non assumono più perché non hanno abbastanza
clienti.
L'unico modo per uscire da questo circolo
vizioso è che il governo – l’ultima risorsa come possibile
soggetto che spenda soldi - rilanci l'economia. I conservatori auspicano,
invece, che il governo faccia l’esatto contrario.
Anche se i Repubblicani non avessero
proposto questi progetti senza senso, si sta comunque andando verso
questa direzione. A meno che i Repubblicani non acconsentano per un
accordo sul bilancio entro la fine dell’anno (non trattenete il respiro
nel frattempo), la temporanea riduzione delle imposte sui salari e le
estese indennità di disoccupazione finiranno.
Il risultato sarà la più
rigida stretta fiscale sulla più grande economia del mondo.
Unendo questi nuovi tagli a quelli
già in corso a livello di governo statale e locale, la dimensione
di questa contrazione fiscale sarebbe quasi senza precedenti.
Verrà un momento in cui 25 milioni
di americani saranno alla ricerca di un lavoro a tempo pieno, i redditi
medi caleranno, aumenteranno i pignoramenti delle case e il 37% delle
famiglie americane con figli piccoli vivrà in povertà.
Facendo il punto della situazione tutto
ciò è una follia economica.
E se pensate che il 2011 sia stato
un cattivo anno, in realtà il peggio deve ancora venire.
Anche se si è atterriti dal
deficit, la strategia basata sul taglio della spesa è da pazzi.
Invece di ridurre il rapporto tra debito e PIL, questa strategia fa
incrementare tale rapporto perché induce una riduzione dell’economia.
Tutto ciò può essere definito
la “trappola mortale dell’austerità”.
Con questa strategia, più un
paese lavora per ridurre il proprio debito, più peggiora il rapporto
tra debito e PIL, perché l’economia si riduce più rapidamente.
La Grecia è già caduta
in questa trappola. La Spagna e l’Italia ne sono pericolosamente vicine.
Anche la Gran Bretagna, la Francia e la Germania vi si stanno approssimando
in punta di piedi. E noi adesso.
Gli uccellacci del malaugurio del
deficit devono capire che il primo passo da fare è rilanciare la
crescita e l'occupazione. In questo modo, i ricavi aumentano e il rapporto
debito/PIL diminuisce. Solo allora, dopo che si sarà verificato il
rilancio dell’economia, si potrà iniziare a tagliare il debito.
All’inizio dell’amministrazione
Clinton il deficit annuale di bilancio era di circa 300 miliardi di
dollari. Ma invece di prendere la falce per tagliare la spesa, abbiamo
spinto per la crescita, e lo stesso fece la Fed. L’espansione
degli anni ’90 rese semplice il controllo del budget. Nel 2000
avevamo un surplus di 226 miliardi di dollari.
Rimarrà invischiato nella trappola
dell’austerità anche il repubblicano Mitch-McConnell la cui più
alta priorità è “assicurarsi che Obama abbia un unico mandato
da presidente”.
La probabilità che i Repubblicani
riescano a raggiungere questo obiettivo aumenta, ma la cosa non si fermerà
qui. Poiché la trappola dell’austerità durerà per molti anni, e
qualsiasi sia il successore repubblicano di Obama sarà anch’egli
un presidente con un unico mandato.
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