Allora: i
conti dell'Inps stanno una favola, nonostante sia gravata da incombenze
che non rientrerebbero nelle sue funzioni statutarie (per esempio:
l'assistenza e le casse dei dirigenti d'azienda, fallite asuo tempo). Ma
“bisogna” lo stesso fare un'altra “riforma delle pensioni” perché così
si crea un attivo maggiore utilizzabile per pagare il debito o per
qualche sgravio fiscale a favore delle imprese.
Un
programma di rapina a mano armata (la polizia è già ora utilizzata con
maggiore frequenza nell'attacco a presidi e sit-in sindacali) che non
trova più opposizione parlamentare, grazie anche alla “lettera della
Bce”. Crolla in un attimo l'ennesimo bluff da stracciaculi: la Lega, che
si dipinge nelle interviste pubbliche come “difensore delle pensioni”,
in sede di trattative all'interno del governo ha già detto che si può
fare. Sarebbe ora che i “padani”, oltre a bloccare il giro, facessero
cambiare aria a certi tromboni sgonfi che li menano per il naso da 20
anni.
*****
L'Inps
chiuderà anche il 2011 con un avanzo finanziario: è quanto sottolinea
il presidente dell'Istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua. «Siamo
impegnati - ha detto - perchè il piccolo segno meno del bilancio
preventivo assestato 2011 diventi un segno più a consuntivo. Le
riscossioni aumentano e i dati sull'occupazione ci fanno ben sperare.
Anche i dati sulle nuove pensioni sono migliori del previsto. Penso che
chiuderemo l'anno in avanzo».
Forte
calo delle pensioni nei primi otto mesi dell'anno grazie all'effetto
combinato delle riforme e della manovra correttiva: tra gennaio ed
agosto l'Inps ha erogato 208.134 nuovi assegni a fronte dei 257.940
dello stesso periodo 2010 con una riduzione del 19,4%.
Nel
2011 sono entrate in vigore le norme sull'aumento dell'età minima per
la pensione di anzianità (passata da 59 a 60 per i dipendenti, da 60 a
61 per gli autonomi) ma soprattutto quelle sulla cosiddetta «finestra
mobile» prevista dalla manovra 2010 che stabilisce che la pensione
decorra 12 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti (18 per gli
autonomi).
«I
dati dimostrano - ha detto il presidente dell'Inps, Antonio
Mastrapasqua - che le riforme hanno funzionato». E sul tema delle
pensioni di anzianità mette un punto fermo il ministro dell'Interno
Roberto Maroni: «Si può discutere in maniera intensa su tutto tranne che
su un punto, l'abolizione delle pensioni di anzianità, che è il chiodo
fisso di Confindustria ma è una cosa ideologica», ha detto il ministro
definendo comunque «sacrosante» le richieste degli industriali per lo
sviluppo.
Il
calo del numero di nuovi assegni erogati è stato consistente
soprattutto per le pensioni di vecchiaia, passate dalle 115.812
accertate nei primi 8 mesi del 2010 a 87.894 accertate nello stesso
periodo del 2011 (-24,1%). In questo caso ha influito soprattutto
l'effetto «finestra mobile». Nel 2010, infatti, per l'uscita dal lavoro
con l'età di vecchiaia erano disponibili nell'anno quattro finestre e
quindi l'attesa per l'uscita per i dipendenti si aggirava tra i 3 e i 6
mesi (a seconda della data di nascita) invece dei 12 attuali.
La
finestra mobile non ha comunque ancora dispiegato tutti i suoi effetti
dato che coloro che hanno raggiunto i requisiti per la pensione entro il
2010 hanno potuto utilizzare le «vecchie» finestre per uscire nel 2011
(le ultime sono state aprile per i dipendenti, luglio per gli autonomi).
Per le pensioni di anzianità si è verificato un calo del 15,4% con un
numero di pensioni accertate nei primi otto mesi passate dalle 142.128
del 2010 a 120.240 del 2011.
Per
la pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia l'inasprimento dei
requisiti di un anno scattato nel 2011 era previsto dalla riforma del
2007 che ha modificato lo «scalone» della riforma Maroni. Sono rimasti
«incastrati» dalla misura sulla finestra mobile per ora soprattutto i
lavoratori dipendenti: nei primi otto mesi del 2011 sono usciti con una
pensione di vecchiaia solo in 43.221 a fronte dei 68.070 dei primi otto
mesi del 2010 (-36,5%) mentre per i coltivatori diretti, artigiani e
commercianti i cali sono stati molto meno consistenti avendo potuto
utilizzare, nel caso di requisiti raggiunti entro il 2010 la finestra di
luglio.
I
lavoratori dipendenti che sono usciti l'hanno fatto quasi
esclusivamente con le vecchie regole (oltre 38.000 nelle finestre di
gennaio e di aprile) mentre grazie alle nuove regole le uscite da aprile
in poi si sono di fatto bloccate. Sul calo - ha spiegato Mastrapasqua -
ha inciso di più l'effetto finestre piuttosto che l'inasprimento dei
requisiti per l'anzianità. E in questi dati - ha precisato - non c'è
ancora l'effetto della misura che innalza l'età collegandola
all'aspettativa di vita (la misura partirà nel 2013) nè quella
sull'aumento dell'età per chi ha almeno 40 anni di contributi (che
partirà nel 2012 con un mese per poi arrivare a tre nel 2014).
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