E' cominciata male e finisce peggio la politica culturale dell'ultima
amministrazione comunale di Deruta. Chi ha buona memoria ricorderà che
cinque anni fa l'esordio della Giunta Comunale di centrodestra non fu
dei migliori. Inspiegabilmente si chiamò fuori dalle celebrazioni
dedicate a Pinturicchio con cui la Galleria Nazionale dell'Umbria
replicò il successo di quelle su Pietro Perugino in cui Deruta aveva
guadagnato un posto di rilievo con la mostra La ceramica al tempo di
Perugino.
Sindaco e assessori preferirono non farne nulla e non entrare nel
circuito ufficiale delle mostre, nonostante la partecipazione fosse più
che legittima, visti gli stretti rapporti da tempo messi in evidenza
dalle ricerche storiche fra Bernardino di Betto e la città delle
ceramiche dove, è addirittura noto che la figlia del pittore si fosse
maritata.
In compenso, i governanti di Deruta si affannarono in dispendiose,
quanto inutili, manifestazioni di basso profilo culturale: dal
Cioccomocco al Coccetto d'Oro, fino alla Corsa delle Brocche.
Quanto queste iniziative abbiano recato all'immagine di Deruta e al prestigio della sua arte non è difficile da comprendere.
Quanto queste iniziative abbiano recato all'immagine di Deruta e al prestigio della sua arte non è difficile da comprendere.
La conclusione del mandato amministrativo non è migliore.
Qualche settimana fa, nell'imminenza della campagna elettorale, il Sindaco ha inaugurato la Casa della Cultura dove con 500.000 Euro di spesa hanno trovato casa l'Archivio storico di Deruta, prima depositato a Perugia, e tredici associazioni locali, tra cui la banda musicale presieduta dal papà dell'assessore alla cultura.
Qualche settimana fa, nell'imminenza della campagna elettorale, il Sindaco ha inaugurato la Casa della Cultura dove con 500.000 Euro di spesa hanno trovato casa l'Archivio storico di Deruta, prima depositato a Perugia, e tredici associazioni locali, tra cui la banda musicale presieduta dal papà dell'assessore alla cultura.
Insomma una bella spesa, mentre per ristrettezze economiche la
stessa amministrazione comunale ha deciso di chiudere la Pinacoteca oggi
visitabile solo la domenica e di ridurre l'orario di apertura del Museo
regionale della ceramica, passato da 16.000 visitatori nel 2004 a 8.000
nel 2011.
Veramente un bella operazione culturale.
Veramente un bella operazione culturale.
Noteremo, per inciso, che senza nulla togliere a Ugolino Nicolini
cui l'archivio è stato intitolato, meritava qualche menzione l’illustre
concittadino Francesco Briganti che, fondatore del Museo di Deruta nel
1898, fu poi conservatore dell'Archivio Storico del Comune di Perugia e
direttore della Biblioteca Augusta di Perugia.
Invece una targa se l'è beccata Girolamo Diruta che, già scomodato
dal sonno eterno dall’improvvido coordinatore di un recente convegno
locale che lo ha fatto passare per un usuraio, si è visto intitolare
-tanto per infierire- il parcheggio dietro la casa della cultura manco
fosse un ausiliario del traffico e non il trattatista e teorico musicale
fra i più importanti nella storia della musica.
Ma c'è di più. Girolamo amava la ceramica derutese, nel 1566 scrisse
al cognato perché gli procurasse delle saliere moderne da un maestro
del borgo. Il nostro Sindaco lo ha palificato sul parcheggio realizzato
sopra le fondamenta di alcune antiche fornaci, la cui scoperta nel 2009
fu subito celebrata come il ritrovamento di “tesori nascosti” con tanto
di convegno di specialisti cui fu assicurata “la volontà di inserire,
integrare e collegare le nuove scoperte archeologiche al sistema del
museo della ceramica”. Ma i tesori sono rimasti nascosti e sopra è
tornato un parcheggio.
Per fortuna dei derutesi, il Sindaco tagliando il nastro della nuova
casa ha espresso l'auspicio “che le future generazioni tornino a
studiare l’arte, la cultura e la storia della nostra città e ad amare il
proprio territorio, la propria storia e le proprie origini”. Parole
sagge. C'è davvero bisogno di studiare, ma anche per le vecchie
generazioni e proprio a cominciare dal primo cittadino che in un
servizio televisivo ripassa la storia di Deruta.
Bontà sua, ci rivela finalmente che la città sarebbe stata fondata
nel Mille dopo Cristo e che deve il nome all'etimo latino “dixtructa”
(sic!) visto che - secondo questa nuova storiografia - sarebbe stata
distrutta ripetutamente per difendere Perugia.
Chissà chi avrà lasciato le “abbondanti testimonianze di una
presenza abitativa in epoca romana” che Francesco Federico Mancini
ricordava nel suo volume “Deruta e il suo territorio”.
Se questa è la casa e i suoi condomini, la cultura dovrebbe avere già traslocato.
Se questa è la casa e i suoi condomini, la cultura dovrebbe avere già traslocato.
Franco Cocchi
1 commento:
Non credo che dormisse sonni tranquilli il povero Girolamo Diruta; se non altro per il fatto di non essere mai stato ricordato nel suo paese natale e perché, nel tempo, la storiografia locale ne aveva addiruttura falsato la vera identità (cfr. Vermiglioli-Bianconi-Mancini-Caruso-Mattei). Franco Cocchi, di Girolamo Diruta, conosce solo lettera di cui parla, per la quale suggerirei, a favore della ricerca, un minimo di cautela nell’attribuirla. Se invece fosse venuto al convegno il dr. Cocchi avrebbe potuto acquistare il CD del “Transilvano”, inciso per la Tactus da Marco Ghirotti (presente al convegno) che lo ha riproposto integralmente all’organo di S. Nicolò di Celle; oppure una copia del trattato stesso, messo in vendita per l’occasione dall’editore Forni di Bologna con il 20% di sconto. Ma soprattutto avrebbe trovato prestigiosi musicisti e musicologi, provenienti da tutta Italia, che gli avrebbero fatto capire tutto il valore del Nostro: valore che forse va oltre l’”amore per la ceramica” (ammesso che vi sia stato). Prima di esternare in piena campagna elettorale contro questo convegno e contro le politiche culturali derutesi, avrebbe potuto aspettare almeno la pubblicazione degli atti, leggerli, e convenire (con onestà intellettuale) sul considerevole contributo dato da questo convegno alla ricerca musicologica. Per le altre considerazioni sull’”usuraio”, sul “parcheggiato”, sull’”infierire”, sulla “casa”, sulla “cultura” e “traslochi” vari, per ragioni di spazio, rimando i lettori di questo blog, alla mia risposta allo stesso articolo su www.umbriavanti.it:.... sempre che la pubblichino.
Carlo Segoloni, derutese e “improvvido coordinatore” del convegno su Girolamo Diruta
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