PERUGIA - Abbiamo predisposto un Ordine del Giorno per far aderire il Comune di Perugia alla campagna “Rifiuti zero” e per intraprendere tutti gli sforzi affinché, in sede di aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti, vengano inseriti gli obiettivi della progressiva riduzione della quantità di rifiuti prodotti, dell’aumento della differenziata, del superamento del ricorso all’incenerimento dei rifiuti e del riutilizzo della materia anche attraverso il trattamento a freddo o meccanico-biologico dei rifiuti;
«Speriamo che il documento che abbiamo presentato sensibilizzi le istituzioni regionali che in questi giorni rilasciano dichiarazioni che ci preoccupano molto. Le sollecitazioni dell’Assessorato per indirizzare il nuovo piano regionale dei rifiuti verso la scelta di bruciare il combustibile solido secondario, mentre ci si appresta a discutere in Consiglio regionale sulla chiusura del ciclo dei rifiuti sono scorrette.
Ribadiamo, come fa da tempo Rifondazione comunista, la nostra contrarietà al ricorso ai cementifici per bruciare rifiuti. Perseguire su questa strada significa vanificare gli sforzi fatti dalle Amministrazioni e dai cittadini per aumentare la percentuale di differenziata». Così il capo gruppo PRC Emiliano Pampanelli che prosegue:
«A nostro avviso non si deve perdere questa occasione per approvare linee guida in cui si inseriscano nuove prassi che rafforzino la raccolta differenziata fino all’obiettivo rifiuti zero, che applichino la tariffazione puntuale e che prevedano, nella chiusura del ciclo dei rifiuti, il ricorso al trattamento a freddo.
Da anni leggi statali e disposizioni del Parlamento europeo chiedono di ricorrere per lo smaltimento dei rifiuti a tecnologie pulite che siano in grado di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini e che facciano anche diminuire i costi del servizio.
Inoltre si dovrebbe considerare già superata l’ipotesi di utilizzare i combustibili solidi secondari nei cementifici (decreto ex Ministro Clini) essendo, questa, stata già bocciata dal Consiglio regionale dell’Umbria che il 28 maggio 2013 ha respinto una mozione dei capigruppo di minoranza in cui si chiedeva, appunto, l’adeguamento dell’Umbria alla normativa nazionale con l’utilizzo di combustibile solido secondario.
Se tutto ciò evidentemente non basterà per far cambiare rotta sulle politiche dei rifiuti sarà una importante occasione persa».
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