Non è escluso che il Tesoro decida di cedere quote di
società pubbliche - incluse Eni, Enel e Finmeccanica - per ridurre il debito.
Così parlò Fabrizio Saccomanni, in un'intervista a Bloomberg Tv, a Mosca. Lo
scopo?: ''Stiamo considerando l'ipotesi - ha detto il ministro - perché queste
compagnie sono profittevoli e danno dividendi al Tesoro, così dobbiamo
considerare anche la possibilità di usarle per la riduzione del debito''.
L'obiettivo è fare cassa, in qualsiasi modo, per "contribuire alla
riduzione dello stock del debito". Siamo ad una campagna di svendite
"senza frontiere": dagli asset strategici al demanio. Fra poco
arriveremo a scuole e ospedali. E c'è l'esempio greco a fare da battistrada.
Del resto, cosa può importare ad una classe dirigente impregnata di monetarismo
fondare una strategia economica, una politica industriale? Queste sono per lor
signori fanfaluche d'importazione soviettista. L'importante è abbattere il
debito. Se poi questo significa aprire al saccheggio dei beni comuni e
distruggere ciò che resta della "mano pubblica" per affidare ogni
prospettiva di crescita alle convenienze dei privati, pazienza. Disoccupazione,
collasso del manufatturiero, disoccupazione di massa, crollo dei consumi e
della domanda aggregata non rientrano nelle preoccupazioni da prendersi in
considerazione. Questo è il prodotto delle "larghe intese",
l'esecutivo che bisogna tenere in vita anche a costo di distruggere la
credibilità del Paese, quello a cui il Pd si sta immolando e alla cui
sopravvivenza Giorgio Napolitano sta affidando i destini dell’Italia.
Un lettore
ieri ci ha scritto questo: in tutto il mondo c'è una rivolta contro un
paradigma economico-sociale che sta depredando i popoli e devastando la vita di
miliardi di esseri umani. Ovunque ci si ribella. Da noi no. Da noi sembra che
una cappa di cloroformio abbia anestetizzato le coscienze, senza la percezione
che il baratro si avvicina e che coloro che detengono le redini del potere
stanno solo proteggendo interessi particolari e oligarchie prive di
responsabilità nazionale. Bisogna proprio avere l'acqua alla gola per buttare
per aria il tavolo?
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