Dopo due anni non soltanto non sono tornati in patria, ma le cose si fanno sempre più gravi per i due marò, in balia più della cialtronaggine nazionale che della giustizia indiana. Ora si potrebbe profilare anche un’accusa che prevede la pena di morte grazie ai disastri fatti dal ministro Terzi di Sant’Agata, intelligente come gli ombrellini da cocktail, dall’imbarazzante balcanico Staffan de Mistura plenipotenziario per la vicenda fin dal suo inizio e dall’inazione della stuporosa Bonino che pare sempre all’insaputa di tutto. Mentre Letta blatera di assicurazioni date dal governo indiano sull’esclusione della pena di morte come se si trattasse di un trattato solenne e non di dichiarazioni giornalistiche ed espressione di buone intenzioni.
Questo bel risultato non è altro che il susseguirsi di errori intollerabili, di leggerezze, di superficialità, di provincialismi, di arretratezze e di negazione della realtà. Il primo paradossale refuso politico è stato quello di consentire che militari pagati da tutti i cittadini e in qualche modo rappresentanti dell’Italia, fossero messi al servizio di interessi privati di armatori e mercanti, proprio nel momento in cui la privatizzazione di ogni servizio era divenuto un mantra. Una mossa delirante perché in caso di incidente – come puntualmente è avvenuto – i “padroni del vapore” hanno ogni convenienza a scaricare immediatamente ogni responsabilità e spesa sul Paese pur di non avere problemi con le autorità delle aree in cui operano. E infatti la Enrica Lexie non ci ha pensato un momento a rientrare in porto per consegnare i militari.
Il secondo errore, questa volta non più a monte, ma a valle, è stato quello di negare pervicacemente l’uccisione dei due pescatori da parte dei marò e/o la competenza dell’India sull’accaduto cercando in questo un appoggio internazionale che invece – et pour cause -non è affatto venuto ed anzi è stato causa di imbarazzo e di fastidio. Invece di mettere in piedi immediatamente un’operazione simpatia, di chiedere scusa, di compensare generosamente le famiglie dei pescatori morti, di mettere in luce gli elementi di incertezza che potevano giustificare il tragico errore, il proto fascista Terzi con una mentalità da campagna di Eritrea e forse nella convinzione di favorire così una propria carriera politica come uomo forte della destra, ha cercato lo scontro frontale e ha aizzato una campagna di sapore neo coloniale i cui echi sono giunti fino in India e hanno ancor più irritato le autorità e la popolazione di quel Paese, ancora molto sensibili agli atteggiamenti arroganti delle ex potenze europee. Tutta robaccia che ancora circola sulla stampa del nazionalismo occasionale e sfigato che non ha ancora realizzato che l’India nel mondo conta molto più dell’Italia.
Ma erano e purtroppo sono ancora i tempi in cui gli italiani evitano di essere sfiorati dal principio di realtà e forse hanno trovato in questo ridicolo mettersi l’Elmo di Scipio, una riscossa rispetto all’obbedienza supina dei propri governi nei confronti dei diktat europei.
Il terzo errore è stato quello di mettere in piedi un astuto piano per far venire in Italia i due fucilieri di marina per le feste natalizie con l’intenzione poi di farli rimanere nonostante la parola d’onore data solennemente. Una figuraccia di fronte a tutto il mondo e che nemmeno siamo stati capaci di condurre fino in fondo: così i marò sono tornati in India, ma il discredito per queste mosse che sono state rese pubbliche da Terzi a cui l’ispettore Clouseau non fa un baffo, si è abbattuto egualmente sull’Italia.
Il quarto errore è stato quello di non approfittare del cambio di governo per sostituire tutti i personaggi che si erano occupati della vicenda e che portavano inevitabilmente le stigmate degli errori commessi. Non si è voluta creare una discontinuità che probabilmente avrebbe giovato alla vicenda e avrebbe anche facilitato al governo indiano la ricerca di una soluzione di compromesso. Il tutto poi è stato coronato dal congelamento dell’acquisto da parte dell’India degli elicotteri Agusta, tema di manovre opache alle quali pare abbia partecipato quell’avvocata che ha vinto Masterchef e che oggi impazza con i suoi dadi. Insomma siamo un Paese grottesco. Così se i due fucilieri di marina dicono di essere trattati bene, soprattutto con rispetto, se possiamo stare certi che non sarà effettivamente inflitta la pena di morte, dobbiamo chiederci con quanto rispetto dovremmo guardare ai cialtroni che ci governano e che di fronte agli errori clamorosi che commettono non hanno altra strategia che fare gli indiani.
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