Quintavalla, candidata dell’Altra Emilia Romagna, era in piazza con la Cgil; Bonaccini, il candidato del Pd, era alla Leopolda. Così inizia la campagna per le regionali
di Ercole Olmi
Mentre il candidato del Pd, Stefano Bonaccini, faceva bella mostra di
sé alla Leopolda, la corte di Renzi, Cristina Quintavalla era a Roma, a
manifestare con un milione di altre persone e con uno spezzone
dell’Altra Emilia Romagna, la lista di cui è candidata presidente e che
parte dall’esperienza della Lista Tsipras da cui s’è sfilata Sel,
inscindibile dal Pd, e qualche pezzo del Prc (ad esempio l’ex
consigliere Sconciaforni, ora candidato per Sel) da tempo in rotta di
collisione con l’idea di una sinistra autonoma dal partito di Renzi.
Di ritorno da Roma, Quintavalla rilancia l’idea di uno sciopero
generale: «Ieri è sceso in piazza il vero mondo del lavoro – ha spiegato
a Popoff – contrapposto alla kermesse della Leopolda popolata da chi,
in questi anni, ha impoverito il Paese evadendo le tasse, delocalizzando
la produzione, disdettando i contratti nazionali, lasciandosi
colonizzare dal capitale straniero, privatizzando i beni comuni. Solo i
lavoratori creano ricchezza. Ieri è andato in scena il conflitto tra il
paese reale e la finzione del governo che ha utilizzato l’evento della
Leopolda per attaccare anche il diritto stesso allo sciopero. Il dato
storico che ci consegna quella giornata di lotta è la rottura del mondo
del lavoro col Pd: è evidente che questo partito non ha ormai più nulla a
che fare con la tradizione della sinistra in cui pretende di avere
avuto origine. Per noi è ora di ricominciare dalle lotte. Speriamo che
la Cgil si mantenga coerente e voglia rappresentare con coerenza le
indicazioni provenienti da Piazza San Giovanni. Quando Susanna Camusso
ha evocato lo sciopero generale, forse, è stato l’unico momento in cui
l’intera piazza ha applaudito all’unisono», conclude Quintavalla che
domani incontrerà a Bologna, con gli altri candidati a presidente, i
vertici della Cna, «quella Confederazione nazionale degli artigiani, che
recentemente ha disdettato il contratto nazionale adottando il modello
Marchionne rompendo con le sue stesse origini di confederazione
solidale, con i valori fondativi che, all’indomani della Liberazione, la
videro nascere per rappresentare e sostenere quei lavoratori espulsi
dalle fabbriche perché erano avanguardie delle lotte».
E’ dunque partita ufficialmente la campagna elettorale per le
regionali dell’Emilia Romagna. In lizza per la poltrona di viale Aldo
Moro ci sono per ora: Stefano Bonaccini, appoggiato da Pd, Sel, Centro
Democratico e Emilia Romagna Civica; Alan Fabbri, sostenuto da Forza
Italia, Lega Nord, e Fratelli d’Italia; Alessandro Rondoni, Ncd;
Cristina Quintavalla, L’Altra Emilia Romagna; Giulia Gibertoni,
Movimento 5 Stelle; Maurizio Mazzanti, Liberi Cittadini; e Michele
Terra, Partito Comunista dei Lavoratori. Sette candidati presidente e
dodici liste ma qualche sorpresa potrebbe arrivare dall’esame
dell’ammissibilità delle quasi 6mila firme necessarie per correre alla
Regione. In forse il via libera per due liste a sostegno di Stefano
Bonaccini, candidato del Pd per la successione a Errani: il Centro
Democratico di Bruno Tabacci (che ha raccolto le sottoscrizioni solo in
cinque province su nove, il numero minimo), e l’Emilia Romagna Civica di
Franco Grillini, ex presidente Arcigay, ex ds, ex psi, ex Idv e ora a
capo di questa civica con socialisti, libdem, centristi di Scelta civica
e verdi dell’assessore Alberto Ronchi. Sarebbe stato già presentato un
esposto in Procura sull’irregolarità delle firme presentate da Movimento
Cinque Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia. A rischio la lista del
Pcl per mancanza dei requisiti in diverse province. Parecchie difficoltà
anche per Liberi Cittadini, la lista degli ex-M5S guidata da Giovanni
Favia, non ammessa a Ferrara, che non sarà presente a Piacenza e Reggio
Emilia e potrebbe avere problemi a Rimini. Fratelli d’Italia non ce
l’avrebbe fatta a presentarsi a Ravenna. Domani, lunedì 27, arriverà il
verdetto sulla ammissibilità delle liste.
Nessun commento:
Posta un commento