Le
parole di Marchionne sull’ascesa di Renzi prima nel Pd, grazie a una
valanga di soldi giunti in busta paga al guappo di Rignano e poi a
Palazzo Chigi – “lo abbiamo messo lì” – ritrovano tutto il loro senso
dopo il pestaggio di ieri degli operai della Ast di Terni. E per molti
evidenti motivi che la canea dei media di regime e il regime
talkshottaro tende a nascondere: ossia la natura di messaggio lanciato
al Paese dal premier fasciopiddino, la valenza simbolica dell’evento.
Intanto si trattava di una manifestazione degli operai della Ast di
Terni contro i 500 licenziamenti previsti dall’azienda: è stato fatto
capire loro che nemmeno i morituri hanno diritto a manifestare, nemmeno
pacificamente come in effetti stavano facendo venendo di fatto aggrediti
In secondo luogo la Ast è un’azienda del gruppo ThyssenKrupp, quella
della strage di Torino, il cui gauleiter, alias amministratore delegato,
fu applaudito a scena aperta nella tana degli sciacalli, ossia in un
assemblea di Confindustria. Si tratta dunque di un segnale indiretto,
ma chiarissimo sul piano psicologico, su chi davvero comanda e tira i
fili del potere, propina l’orrida ribollita renziana. E su chi aspira ad
essere elevato al di sopra della legge, nazi di fare la legge
nascondendosi dietro i portaborse della politica .
Infine alla manifestazione erano presenti in prima fila alcuni
leader sindacali tra cui Landini: è stato fatto loro capire che possono
essere direttamente colpiti se per caso volessero fare sul serio. E
questo a pochi giorni dall’attacco a testa bassa contro il sindacato di
Renzi, dell’amichetto Serra e di tutto il politicume inguardabile e
cialtrone della Leopolda
Questi tre elementi acquistano l’evidenza cristallina del messaggio
trasversale proprio perché le cariche sono state del tutto gratuite,
quasi volute a freddo, senza alcun motivo ed è inutile nascondersi
dietro assurde giustificazioni, come quella che gli operai si stessero
dirigendo verso la stazione Termini. Totalmente falsa perché il realtà
si trattava di evitare una sosta degli operai davanti al ministero delle
Attività economiche dove la Guidi e la Morselli, dirigente Ast , due
sciacalline griffate, trattavano sulla vicenda. Ma poi anche se fosse
che cosa cambia se andavano alla Termini? E’ un falso problema chiedersi
se vi siano stati errori da parte dei dirigenti presenti o se invece
vi fossero indicazioni precise di reprimere la protesta contro i
licenziamenti: certi ordini non c’è bisogno di specificarli, sono nelle
cose, nei twitter, sui giornali in cui si glorifica il massacro del
lavoro facendo finta di correre in suoi soccorso. Si raccolgono dalle
atmosfere e dalle parole d’ordine. Cadono poi su poliziotti esasperati e
ancora una volta presi in giro sui fantomatici aumenti, promessi e
smentiti, di nuovo promessi e di nuovo negati. Il che ovviamente lascia
spazio alle posizioni del sindacato semi fascista Sap che fa la voce
grossa, ma che difendendo anche le più orrende azioni di qualsiasi mela
marcia(vedi caso Aldrovandi) crea l’alibi, il contesto e il pretesto
per i raggiri governativi. O per il ricatto: pestate la gente in cambio
di quattro soldi.
E’ un circolo vizioso, un’ altra miccia accesa contro la democrazia.
Ma i fatti di ieri, le dichiarazioni della fascistella senza testa
Cocorito Picierno, i giuramenti di stare a tutti i costi col governo,
la stessa chiarezza del pizzino mandato al Paese, ci dicono che non c’è
nulla da attendersi dal Pd che è ormai un coacervo di interessi
personali , di istanze della destra più pura e nel migliore dei casi non
riesce ad esprime che muffosi tatticismi.
La scissione l’hanno fatta,
ma col Paese.
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