giovedì 30 ottobre 2014

L’Altra Europa–Umbria: manifesto-appello per un percorso comune della sinistra


Il nostro Paese sta attraversando una delle stagioni più drammatiche della sua storia repubblicana. Il perdurare della crisi economica sta progressivamente determinando una radicale trasformazione degli assetti produttivi: dismissione e delocalizzazione di interi comparti industriali; accentramento delle proprietà agricole a scapito di decine di migliaia di piccoli produttori; riduzione della domanda interna; smantellamento dei servizi a seguito dei tagli alla spesa pubblica. A questo si accompagnano un’inarrestabile calo dell’occupazione, un ricorso illimitato alla cassa integrazione (nel 2013 oltre un miliardo di ore), una progressiva precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Questo processo recessivo, che da anni i governi non sono in grado o non vogliono contrastare, si intreccia strettamente con una profonda riarticolazione delle Istituzioni pubbliche, dove la riduzione degli spazi di democrazia, l'accentramento dei poteri decisionali negli organismi centrali di governo, la riduzione delle risorse per i servizi essenziali e la privatizzazione dei beni comuni costituiscono di fatto un nuovo paradigma di potere, al servizio della finanza globale anziché della popolazione. E il trattato TTIP, segretamente discusso tra UE e USA, renderà questo potere ancor più inattaccabile.
L'Umbria, nel corso di questi anni, ha percorso fino in fondo questa strada, guidata da classi dirigenti che, lungi dal contrastare il disegno neoliberista e neoautoritario imposto dalla Troika e attuato dai governi nazionali, hanno promosso una stagione di riforme in contrasto con i bisogni e le aspettative della cittadinanza, con le conseguenze che oggi possiamo misurare. Infatti la regione Umbria:
- incapace di sviluppare un’adeguata politica industriale, ha subito le scelte delle multinazionali presenti nel suo territorio; non una delle vertenze apertesi in questi anni (Basell, Merloni, Sgl Carbon, IMS, AST, ecc.) ha trovato risposte adeguate in termini industriali ed occupazionali)

- ha promosso una politica energetica sregolata e devastante per l'ambiente regionale e per la salute degli abitanti (proliferazione di impianti a biomasse, ripresa delle attività d'incenerimento dei rifiuti, mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata..ecc.,

- ha approvato, con soli 5 voti contrari la trasformazione della E45 in autostrada, ennesima grande opera inutile e dannosa per il nostro territorio e la sua economia.

- ha realizzato la svendita e la privatizzazione dei beni comuni e dei servizi, facendo perdere progressivamente alla popolazione il potere di controllo sul territorio in cui vive (commistione tra pubblico e privato in servizi pubblici come l’acqua e i rifiuti, vendita di Umbria Mobilità)

- non si è opposta in alcun modo ai tagli alla spesa pubblica che hanno portato nel giro di pochi anni alla fine del modello di welfare regionale con cui l'Umbria garantiva una qualità della vita maggiore di quella media nazionale.
Gli umbri pagano un prezzo della crisi più alto rispetto a quello di altri territori, anche grazie al decadimento morale di una classe politica che ha scelto di legare i propri destini a quelli dei poteri forti. Ma c'è un'alternativa alla crisi del sistema di governo della nostra regione. Un'alternativa ispirata ai principi di uguaglianza e di giustizia sociale, che pone al centro l'individuo anziché il profitto, che fa della democrazia non solo una richiesta ma una pratica interna, con l'obiettivo di aprire il confronto sui grandi temi irrisolti nel governo regionale e nazionale e fornire risposte concrete alla domanda di diritti e di dignità sottesa al dramma sociale in corso nel Paese.
La recente esperienza, alle elezioni europee, dell'Altra Europa con Tsipras dimostra l'esistenza di uno spazio dentro cui tale alternativa al populismo ed al neoliberismo può prender corpo anche nella nostra regione, dando vita ad una processo innovativo dove le storie individuali e collettive possano trovare una nuova e più autorevole sintesi.
Lavoro, diritti, ambiente, salute, giustizia sociale, beni comuni, cultura, democrazia: su queste grandi questioni intendiamo costruire una proposta in discontinuità con il presente. Per questo facciamo appello a tutte le soggettività che hanno animato la proposta politica dell'Altra Europa ed a quanti credono nella necessità di inaugurare una nuova fase nella nostra regione, affinché partecipino alla costruzione di una proposta politico-programmatica per il governo dell'Umbria, coerente con i principi ed i valori espressi dalla lista alle scorse elezioni europee. Solo ponendo al centro l'elaborazione politica dei territori potremo dare alla nostra regione una nuova speranza di cambiamento e sviluppare finalmente quel processo di ricostruzione di un’opposizione politica e sociale capace di rispondere adeguatamente all'attacco ai diritti ed alla democrazia perpetrato dal Governo nazionale.
È tempo di rimettersi in cammino. È tempo di lavorare per un’Altra Umbria in un’Altra Europa.

Incontriamoci 
SABATO 1 NOVEMBRE alle 15.30 
nella sala Conti,  presso CGIL regionale, 
via del Bellocchio 26, Perugia 
(dietro la stazione ferroviaria di Fontivegge).

Nessun commento: