Sabato scorso in piazza c’è stata una bella presenza dell’Altra Europa.
Lo spezzone delll’Altra Europa è stato uno spezzone importante non solo da un punto di vista quantitativo ma anche dal punto di vista politico. Si è scelto di contribuire per la propria capacità di mobilitazione, certo, alla riapertura di una stagione di piazza e di costruzione del conflitto sociale sapendo che il 25 ottobre rappresenta un momento in cui è la prima prima volta che un corpo sociale così vasto e trasversale critica il Governo e il Partito democratico insieme. Questo dipende molto dalla rescissione delle radici ideali del PD da parte di Renzi ma anche dalla capacità di mobilitazione che sta dimostrando il movimento
Eppure fino ad oggi sembrava sonnecchiare
Siamo oggi in presenza della riapertura di una stagione del conflitto sociale che è mancata, non c’è dubbio. E’ da qui e dalle lotte e mobilitazioni di queste settimane che dobbiamo ripartire per costruire un movimento Contro Renzi ma anche contro le politiche di austerità in Ue.
Camusso dal palco ha parlato di ricontrattazione dei parametri per quanto riguarda debito e deficit.
Diciamo innanzitutto che ormai lo scenario è chiaro. Renzi ha sostanzialmente chiuso la stagione della trattativa. Il governo va dritto per la sua strada. Renzi rappresenta il perfezionamento di un ciclo di progersiva impermeablizzazione all’azione dei movimenti e al conflitto e un salto in avanti negativo rispetto al ruolo dell’Italia in Europa. Al di là delle battute a proposito di Merkel Renzi ha detto e continua a dire cose di assoluta internità al quadro della grande coalizione che produce Katainen e tutto il resto del fronte del rigorismo. L’Italia che batte i pugni sul tavolo è pura propaganda e dal punto di vista dei rapporti di forza non cambia una virgola a beneficio della sua posizione. Tanto più che Renzi la crociata rigorista l’ha assunta su di sé in toto. Elemento, questo, che sembra sfuggire a molti commentatori.
Ora si tratta di capire come spendere questo capitale, come l’ha chiamato il manifesto.
È importante capire cosa si può aprire a partire dal 25 ottobre e dalle altre altre mobilitazioni che ci sono state prima e ci saranno dopo. Per esempio il 14 novembre,con lo sciopero sociale. Finalmente si può cominciare a lavorare alla ricostruzione del blocco sociale, che è poi il vero problema che abbiamo come sinistra in Italia e il vero asse cui cui lavorare in chiave di unità, in questo percorso di riappropriazione della piazza.
Il contributo di Altra Europa e Gue?
Nel frangente, a Firenze dal 18 al 20 novembre organizzeremo alcune giornale di studio, con i movimenti e le realtà di lotta. Mi auguro che possano essere un momento di consolidamento di reti. E poi l’inizaitiva di mobilitazione dell’Altra Europa che deve essere intesa non come testimonianza dell’esistenza in vita ma come internità dell’Altra Europa a una stagione di riapertura del conflitto.
Quanto sta accadendo in Grecia, dove i sondaggi danno Syriza sempre più in testa, conferma quanto sostenevamo a proposito del ruolo potenzialmente esplosivo in Europa giocato da quell’esperienza.
Syriza è un partito che ha saputo far crescenre il conflitto sociale e crescere nel coflitto sociale, facendo avanzare una proposta di governo alternativo. E’ possible raccoliere e costruire consenso su una proposta alternativa. E’ evidente che la Grecia è contemporaneamente l’anello debole e l’anello forte. Debole, in riferimento, alla struttura sociale e alle condizioni difficili sopportate dal suo popolo; forte, se pensiamo che sta trasformando questo disagio diffuso in un blocco sociale. Ci auguriamo che Tsipras possa vere un’affermazione per il popolo greco ma anche rappresentare un punto di inversione di tendenza per l’Europa intera e le forze della sinistra europea
Lo spezzone delll’Altra Europa è stato uno spezzone importante non solo da un punto di vista quantitativo ma anche dal punto di vista politico. Si è scelto di contribuire per la propria capacità di mobilitazione, certo, alla riapertura di una stagione di piazza e di costruzione del conflitto sociale sapendo che il 25 ottobre rappresenta un momento in cui è la prima prima volta che un corpo sociale così vasto e trasversale critica il Governo e il Partito democratico insieme. Questo dipende molto dalla rescissione delle radici ideali del PD da parte di Renzi ma anche dalla capacità di mobilitazione che sta dimostrando il movimento
Eppure fino ad oggi sembrava sonnecchiare
Siamo oggi in presenza della riapertura di una stagione del conflitto sociale che è mancata, non c’è dubbio. E’ da qui e dalle lotte e mobilitazioni di queste settimane che dobbiamo ripartire per costruire un movimento Contro Renzi ma anche contro le politiche di austerità in Ue.
Camusso dal palco ha parlato di ricontrattazione dei parametri per quanto riguarda debito e deficit.
Diciamo innanzitutto che ormai lo scenario è chiaro. Renzi ha sostanzialmente chiuso la stagione della trattativa. Il governo va dritto per la sua strada. Renzi rappresenta il perfezionamento di un ciclo di progersiva impermeablizzazione all’azione dei movimenti e al conflitto e un salto in avanti negativo rispetto al ruolo dell’Italia in Europa. Al di là delle battute a proposito di Merkel Renzi ha detto e continua a dire cose di assoluta internità al quadro della grande coalizione che produce Katainen e tutto il resto del fronte del rigorismo. L’Italia che batte i pugni sul tavolo è pura propaganda e dal punto di vista dei rapporti di forza non cambia una virgola a beneficio della sua posizione. Tanto più che Renzi la crociata rigorista l’ha assunta su di sé in toto. Elemento, questo, che sembra sfuggire a molti commentatori.
Ora si tratta di capire come spendere questo capitale, come l’ha chiamato il manifesto.
È importante capire cosa si può aprire a partire dal 25 ottobre e dalle altre altre mobilitazioni che ci sono state prima e ci saranno dopo. Per esempio il 14 novembre,con lo sciopero sociale. Finalmente si può cominciare a lavorare alla ricostruzione del blocco sociale, che è poi il vero problema che abbiamo come sinistra in Italia e il vero asse cui cui lavorare in chiave di unità, in questo percorso di riappropriazione della piazza.
Il contributo di Altra Europa e Gue?
Nel frangente, a Firenze dal 18 al 20 novembre organizzeremo alcune giornale di studio, con i movimenti e le realtà di lotta. Mi auguro che possano essere un momento di consolidamento di reti. E poi l’inizaitiva di mobilitazione dell’Altra Europa che deve essere intesa non come testimonianza dell’esistenza in vita ma come internità dell’Altra Europa a una stagione di riapertura del conflitto.
Quanto sta accadendo in Grecia, dove i sondaggi danno Syriza sempre più in testa, conferma quanto sostenevamo a proposito del ruolo potenzialmente esplosivo in Europa giocato da quell’esperienza.
Syriza è un partito che ha saputo far crescenre il conflitto sociale e crescere nel coflitto sociale, facendo avanzare una proposta di governo alternativo. E’ possible raccoliere e costruire consenso su una proposta alternativa. E’ evidente che la Grecia è contemporaneamente l’anello debole e l’anello forte. Debole, in riferimento, alla struttura sociale e alle condizioni difficili sopportate dal suo popolo; forte, se pensiamo che sta trasformando questo disagio diffuso in un blocco sociale. Ci auguriamo che Tsipras possa vere un’affermazione per il popolo greco ma anche rappresentare un punto di inversione di tendenza per l’Europa intera e le forze della sinistra europea
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