Attenzione!
Se in qualsiasi momento, da qualche parte o da chiunque vi dicono: «E'
l'Europa che ce lo chiede», fate un balzo ed entrate immediatamente in
allarme: vi stanno fregando di brutto, vi stanno colpendo senza pietà.
E' la truffa del secolo, astutamente detta «E' l'Europa che ce lo
chiede». Sono 76 pagine in tutto, e si potrebbero imparare a memoria:
questo nuovo libro di Luciano Canfora, intitolato appunto "E' l'Europa
che ce lo chiede!" (Laterza, € 9) in realtà è una requisitoria che non
concede alibi e smonta pezzo per pezzo gli ingranaggi di quella macchina
portentosa e gigantesca che è appunto "la truffa del secolo". E così, a
connotare senza equivoci il significato di quel titolo, l'autore vi ha
stampigliato la vistosa scritta rossa:"Falso!". L'Europa come uno dei
falsi idola del nostro tempo. «Il lavoro non è un diritto», la ricordate
la ineffabile sortita dell'Elsa Fornero, ministro del lavoro in carica?
Sarebbe ingenuo considerarla una mera voce "dal sen fuggita" («sono
stata fraintesa»...). Quell'art.1 della Costituzione - l'Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro - era sembrato sino a qui un
caposaldo, un «punto di non ritorno», determinato e stabilito dalle
Costituzioni del dopoguerra. «Ora sappiamo - scrive Canfora - che è
possibile anche una marcia all'indietro, e che essa è incominciata». "Ce
lo chiede l'Europa". "Quella" Europa. «Francoforte/Roma 5 agosto 2011.
Caro Primo Ministro...», così inizia la lettera firmata Mario Draghi e
Jean-Claude Trichet, inviata dalla Bce al governo italiano (ancora
presieduto da Berlusconi), che Canfora pubblica integralmente nel suo
libro. Tra le misure ivi indicate (ingiunte, cioè) compaiono «le norme
che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti», la Elsa
Fornero sa ben quel che dice. Nel nome dell'Europa. Oggi l'operaio
occupato, che giustamente difende i diritti conquistati in un secolo di
lotte, è bersaglio di una campagna ostile, «truccata nei suoi termini e
ricattatoria nei modi». Non è infatti a lui che viene "ingiunto" di
rinunciare alle sue conquiste, in quanto esse penalizzerebbero le
generazioni future? A parte l'inarrivabile impudicizia di dare lezione
di etica e di politica dall'alto del proprio elevatissimo benessere a
chi è attestato sul minimo vitale, «l'individuazione del falso bersaglio
è un vecchio trucco». E Canfora ricorda ad esempio, che qualcuno, una
volta, il falso bersaglio lo trovò nell'«ebreo affamatore» (si chiamava
Hitler).
Fare l'Europa, che bella frase. Lo sapete, da più di un decennio esiste una moneta unica, che non ha alle spalle né un governo né un'unità statale né un esercito; però ha dietro una Banca Centrale. Quella «che ha via via assunto il ruolo di governo effettivo: una surroga allarmante e ormai dotata di un potere immenso». Praticamente stiamo assistendo in diretta alla morte della sovranità affidata a parlamenti eletti a suffragio universale. E, quel che è peggio, non solo la destra, ma anche la sinistra (o quella che afferma di essere tale) rivendica a sé (ricordate un certo Prodi...) il merito di avere condotto il paese in tale impresa, «la cui prima e tangibile conseguenza, in breve tempo, fu il dimezzamento del valore reale dei salari». E, ci fa notare Canfora, «neanche la più feroce politica "confindustriale" d'altri tempi avrebbe ottenuto, in guanti gialli, un tale risultato in tempi così rapidi» (grazie, euro). Ce lo chiede l'Europa. In sostanza, si è trattato di un patto tra diseguali, incardinato su una "moneta unica" «penalizzante per i più deboli». Tra i quali c'è l'Italia, non certo la Germania... E inoltre, basta con le ideologie. Mai come in questa nuova Europa, il termine ideologia ha avuto un senso così squalificante. E si capisce, l'epiteto diffamatorio di ideologia «scatta non appena si rincomincia a parlare del conflitto tra le classi sociali, di "sfruttamento", di "profitto", dell'incompatibilità degli interessi degli uni (quelli che il profitto lo producono) rispetto agli interessi degli altri (quelli che il profitto lo incassano)». E quindi basta con le ideologie, c'è la Bce.
Fare l'Europa, che bella frase. Lo sapete, da più di un decennio esiste una moneta unica, che non ha alle spalle né un governo né un'unità statale né un esercito; però ha dietro una Banca Centrale. Quella «che ha via via assunto il ruolo di governo effettivo: una surroga allarmante e ormai dotata di un potere immenso». Praticamente stiamo assistendo in diretta alla morte della sovranità affidata a parlamenti eletti a suffragio universale. E, quel che è peggio, non solo la destra, ma anche la sinistra (o quella che afferma di essere tale) rivendica a sé (ricordate un certo Prodi...) il merito di avere condotto il paese in tale impresa, «la cui prima e tangibile conseguenza, in breve tempo, fu il dimezzamento del valore reale dei salari». E, ci fa notare Canfora, «neanche la più feroce politica "confindustriale" d'altri tempi avrebbe ottenuto, in guanti gialli, un tale risultato in tempi così rapidi» (grazie, euro). Ce lo chiede l'Europa. In sostanza, si è trattato di un patto tra diseguali, incardinato su una "moneta unica" «penalizzante per i più deboli». Tra i quali c'è l'Italia, non certo la Germania... E inoltre, basta con le ideologie. Mai come in questa nuova Europa, il termine ideologia ha avuto un senso così squalificante. E si capisce, l'epiteto diffamatorio di ideologia «scatta non appena si rincomincia a parlare del conflitto tra le classi sociali, di "sfruttamento", di "profitto", dell'incompatibilità degli interessi degli uni (quelli che il profitto lo producono) rispetto agli interessi degli altri (quelli che il profitto lo incassano)». E quindi basta con le ideologie, c'è la Bce.
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