Pubblichiamo il documento finale decimo forum di Sbilanciamoci! tenuto a Capodarco di Fermo 7-9 settembre 2012 e il link ai video degli interventi
La crisi italiana si fa più grave, la recessione è estesa in tutta
Europa, la disoccupazione supera il 10% e colpisce un terzo dei giovani.
È questo il risultato di cinque anni di crisi e delle politiche di
austerità imposte dalla finanza e dall’Europa. Il governo Monti le sta
realizzando in Italia all’insegna di un neoliberismo ideologico che non
risolve i problemi, aggrava la crisi, minaccia la democrazia. È
necessario un cambio di rotta.
Dalle iniziative di questi mesi e dalle discussioni alla
“contro-Cernobbio” di Sbilanciamoci di Capodarco sono emerse sette
proposte:
1. L’Europa. È essenziale che l’Europa fermi la
speculazione e ridimensioni la finanza, vietando le operazioni ad alto
rischio, tassando le transazioni finanziarie; il problema del debito si
può affrontare con la Banca Centrale Europea che assuma il ruolo di
prestatore di ultima istanza e introducendo gli eurobond; lo scudo
anti-spread introdotto di recente non risolve i problemi ed espone i
paesi fragili al ricatto di un Memorandum che renderebbe permanenti le
politiche di austerità; per le stesse ragioni va rifiutato il “Fiscal
compact” che impone pareggio di bilancio e taglio del debito. L’Europa
deve ritrovare la strada della democrazia.
2. La crisi e il lavoro . Per uscire dalla
recessione è necessaria una ripresa della domanda con un maggior ruolo
della spesa pubblica, da utilizzare per affrontare l’emergenza
occupazione. Dobbiamo difendere i lavoratori che rischiano di perdere il
posto nelle 161 crisi industriali del paese. E si possono creare 500
mila nuovi posti di lavoro attraverso investimenti sociali e migliaia di
“piccole opere” di cui il paese ha bisogno: infrastrutture di base,
messa in sicurezza delle scuole, riassetto idrogeologico, tutela del
territorio, mobilità ed energia sostenibile, welfare e salute,
istruzione e ricerca. Sono necessarie politiche che tutelino i diritti
del lavoro e combattano la precarietà. La legge Fornero va rifiutata.
3. La protezione sociale . Chi è colpito dalla
crisi e dalla precarietà, chi è senza lavoro deve disporre di una rete
di protezione sociale e tutela del reddito, dall’estensione degli
ammortizzatori sociali per i lavori atipici, fino all’introduzione del
reddito di cittadinanza. Bisogna difendere la spesa sociale dalle
riduzioni dei trasferimenti agli enti locali, ristabilendo i fondi per
le politiche sociali; bisogna difendere i diritti dei migranti e
chiudere i CIE.
4. Giovani, formazione, conoscenza. Abbiamo
bisogno di un “piano giovani” che progetti il futuro di questo paese.
L’accesso e la diffusione della conoscenza sono la base per offrire ai
giovani nuove possibilità di lavori di qualità. Per l’istruzione e la
conoscenza serve un miliardo di euro per migliorare la scuola pubblica –
tagliando i 700 milioni di sussidi alle scuole private – assicurare
l'obbligo formativo, finanziare università e ricerca, estendere le borse
di studio per gli studenti universitari, bloccando gli aumenti delle
tasse d’iscrizione e le barriere poste dal numero chiuso nell’accesso
all’università.
5. Cambiare produzioni. Il vecchio modello di
sviluppo non può più funzionare, lo dimostra il tramonto della Fiat e i
problemi dell’Ilva. Serve una politica industriale che orienti le scelte
pubbliche e private su che cosa e come produrre, riservando incentivi e
riduzioni del cuneo fiscale alle imprese che investono e creano
occupazione in produzioni di qualità, con nuovi prodotti e servizi,
sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Va sostenuto
l’impegno per la produzione e l’accesso ai beni comuni, il ruolo
dell’economia solidale e di relazioni sociali fondate su sobrietà e
solidarietà.
6. Tagliare la spesa militare. All’interno della
spesa pubblica i tagli vanno fatti sulla spesa militare, non quella
sociale: si possono risparmiare 12 miliardi di euro cancellando il
programma di acquisizione dei 90 cacciabombardieri F35 e riducendo di un
terzo le Forze Armate.
7. Redistribuire il reddito. Nuove risorse per la
spesa pubblica si devono trovare tassando la ricchezza finanziaria e
immobiliare e riducendo le imposte sul lavoro. I patrimoni superiori al
milione di euro vanno tassati con un’aliquota progressiva che parta dal 5
per 1000. Va innalzata al 23% l’imposizione fiscale sulle rendite e
bisogna tassare i redditi superiori ai 200 mila euro con l'aliquota del
50%. Serve una lotta sistematica all'evasione fiscale. La legalità è un
fondamento essenziale per ricostruire il paese: servono misure contro la
corruzione e fermare l’espansione dell’economia criminale.
È questo il “cambio di rotta” che Sbilanciamoci! chiede alla politica
e all’economia italiana. È in questo modo che si può uscire dal
paradigma neoliberista e dalle politiche di austerità. È in questo modo
che si può estendere la partecipazione politica e rinnovare la
democrazia. È questa l’agenda che deve essere al centro della
discussione politica nelle prossime elezioni italiane.
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