Che ci azzecca, come direbbe Di Pietro, l’articolo 41 della Costituzione con la devastante crisi economica, sociale, etica, che sta travolgendo l’Italia? Apparentemente nulla, eppure il governo “della banda degli onesti” ha pensato bene di inserire nel pacchetto “salva Italia”, si fa per dire, l’annuncio che, tra una macelleria sociale e l’altra, bisognerà pure cambiare lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione medesima. Cosa recita questo terribile articolo41, ritenuto tra le cause del nostro fallimento? Nulla di particolare, salvo ribadire come la legittima libera iniziativa privata debba coordinarsi con il principio della utilità sociale e rispettare l’interesse generale. Un simile principio, peraltro, è contenuto in quasi tutte le carte, ispira persino gli statuti internazionali, anima le principali encicliche papali dall’ottocento ad oggi, si ritrova nelle più diverse esperienze legislative e nelle più differenti pratiche religiose. Solo nell’Italia berlusconiana è possibile rintracciare energumeni che facciano risalire questo scontatissimo principio di equità sociale ai bolscevichi, che peraltro avrebbero fucilato come “traditori di classe” gli ispiratori e gli estensori materiali di questo moderatissimo testo. Allora perché questa provocazione? Perchè nel momento nel quale si invoca la coesione nazionale, si introducono elementi dirompenti, che puntano a un riscrittura in senso classista e ideologico della carta fondamentale? Forse hanno voluto dare un contentino ai falchi berlusconiani, forse hanno strizzato l’occhio a quella parte di impresa che non vuole vincoli di alcun tipo e tanto meno vincoli ispirati alla solidarietà sociale, forse hanno voluto spararla grossa per accontentarsi di colpire “solo” lo statuto dei lavoratori, per conquistare mano libera nei licenziamenti, per estromettere le rappresentanze sindacali da molte aziende, in particolare dalle medie e dalle piccole, e qui c’è forse un ammiccamento ai peggiori istinti delle camicie verdi. Sarà bene non dimenticare che alcune di queste proposte potrebbero piacere anche a un futuro governo delle banche, della finanza, della Confindustria, per queste ragioni sarà bene non distrarsi, non abboccare alle sirene di un berlusconismo senza Berlusconi…. Come Articolo 21, da subito, promuoveremo una raccolta di firme per dire no alla modifica dell’articolo 41 della Costituzione, se questo governo vuole proprio occuparsi di questo numero si dedichi al rafforzamento del 41 bis, inasprisca le pene per i mafiosi e per i loro protettori, sbatta fuori dal Parlamento gli amici degli amici, insomma lasci stare l’articolo 41 della Costituzione e si occupi delle materie che conosce meglio, anche dal punto di vista aritmetico…
Beppe Giulietti, Il Fatto quotidiano
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