Ogni anno, da più di vent'anni, governi di ogni colore varano manovre finanziarie "lacrime e sangue" per i soliti noti. Ma tutti questi sacrifici non sembravano dare nessun risultato. Forse sarebbe ora di cambiare linea di condotta.
Cominciamo dal debito pubblico.
Nel 1970 il debito pubblico italiano ammontava al 40,5% del PIL. Alla fine del decennio (1980) aveva raggiunto il 58,0% del PIL (+17,5% in 10 anni).
Nel decennio successivo si ha un aumento esponenziale del debito: dal 58.0% del 1980 al 101,0% del 1991 (+43,0% in dieci anni).
Il debito italiano continua a salire nei primi anni '90 in corrispondenza della transizione fra "prima e seconda" Repubblica arrivando al 121,8% nel 1994 (+20,8% in tre anni).
Dal 1994 al 2001 il governo Dini e poi i governi di centrosinistra riducono progressivamente il debito pubblico italiano che nel 2001 è pari al 108,8% del PIL (-15,0% in 7 anni).
Dal 2001 al 2008 (secondo governo Berlusconi e secondo governo Prodi) il debito pubblico italiano è sostanzialmente stabile. nel 2008 ammonta al 106,3% del PIL.
Dal 2008 ad oggi (terzo governo Berlusconi), anche grazie alla crisi economica internazionale, si ha un'impennata del debito che raggiunge il 119,0% nel 2010 (+12,7% in 2 anni).
ed ecco le manovre finanziarie degli ultimi 21 anni:
Riflessione: i dati sul debito pubblico sfatano alcuni luoghi comuni. Innanzitutto negli anni '70, quando i salari e gli stipendi erano tra i più alti in Europa, quando i sindacati contavano perchè facevano il loro mestiere, quando c'era la scala mobile, le partecipazioni statali, l'intervento dello Stato in economia..... bene proprio in quel decennio, dove il paese ha dovuto affrontare ben due schock petroliferi (1973 e 1979) il debito pubblico è stato contenuto rispetto al periodo successivo (+17,5% in 10 anni) e la crescita economica era solida.
Nel decennio successivo, il decennio del "riflusso" della sconfitta operaia alla FIAT, della riduzione della scala mobile (1985), del ripiegamento dei sindacati, della "Milano da bere" di Craxi & Co., nel decennio del pentapartito il debito pubblico italiano raddoppia (+43,0% ).
Gli anni '90 rappresentano la fine della prima repubblica e l'inizio delle manovre "lagrime e sangue". Si privatizzano tutte le partecipazioni statali: INA, IMI, IRI, ENI, Telecom, Banca Roma, Credito Italiano, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Commerciale Italiana , Mediobanca, ...Si attacca ferocemente il livello dei salari e degli stipendi, si fanno innumerevoli riforme delle pensioni, si riducono i diritti dei lavoratori.....il risultato è che a fine decennio (2001) il debito è maggiore che nel 1991 (+7,7%, pari al 108,8% del PIL).
Gli ultimi 10 anni sono la continuazione del precedente decennio: continua l'attacco ai salari, agli stipendi e alle pensioni, continua il processo di privatizzazione sia degli assets statali, sia soprattutto delle municipalizzate. il risultato è sotto gli occhi di tutti: il fallimento del paese! Il debito ha raggiunto il 119,0% del PIL.
IN DEFINITIVA NEGLI ULTIMI 21 ANNI IL POPOLO ITALIANO HA SUBITO UN AUMENTO DELLA TASSAZIONE E UNA DIMINUZIONE DI SERVIZI PARI A 432 MILIARDI DI EURO. A QUESTO VANNO AGGIUNTI GLI INTROITI DELLE PRIVATIZZAZIONI, LA DIMINUZIONE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI, LA PRECARIETA' DEL LAVORO.......
Riguardo all'ammontere delle manovre finanziarie bisogna constatare che dei 432 miliardi di euro di sacrifici 93 (21,5%) sono imputabili ai governi della prima repubblica (Andreotti, Amato Ciampi) negli anni 1991-1993, 126 miliardi (29,1%) sono imputabili ai governi di centrosinistra e ben 213 miliardi (49,4%)sono imputabili a Berlusconi, il capo di governo che "non mette le mani nelle tasche degli italiani".
PECS, 15.08.2011
Cominciamo dal debito pubblico.
Nel 1970 il debito pubblico italiano ammontava al 40,5% del PIL. Alla fine del decennio (1980) aveva raggiunto il 58,0% del PIL (+17,5% in 10 anni).
Nel decennio successivo si ha un aumento esponenziale del debito: dal 58.0% del 1980 al 101,0% del 1991 (+43,0% in dieci anni).
Il debito italiano continua a salire nei primi anni '90 in corrispondenza della transizione fra "prima e seconda" Repubblica arrivando al 121,8% nel 1994 (+20,8% in tre anni).
Dal 1994 al 2001 il governo Dini e poi i governi di centrosinistra riducono progressivamente il debito pubblico italiano che nel 2001 è pari al 108,8% del PIL (-15,0% in 7 anni).
Dal 2001 al 2008 (secondo governo Berlusconi e secondo governo Prodi) il debito pubblico italiano è sostanzialmente stabile. nel 2008 ammonta al 106,3% del PIL.
Dal 2008 ad oggi (terzo governo Berlusconi), anche grazie alla crisi economica internazionale, si ha un'impennata del debito che raggiunge il 119,0% nel 2010 (+12,7% in 2 anni).
ed ecco le manovre finanziarie degli ultimi 21 anni:
ANNO
|
GOVERNO
|
AMMONTARE
in miliardi di euro
|
1991
|
Andreotti
|
29
|
1992
|
Amato
|
48
|
1993
|
Ciampi
|
16
|
1994
|
Berlusconi
|
25
|
1995
|
Dini
|
16
|
1996
|
Prodi
|
32
|
1997
|
Prodi
|
13
|
1998
|
D’Alema
|
7
|
1999
|
D’Alema
|
8
|
2000
|
Amato
|
0
|
2001
|
Berlusconi
|
17
|
2002
|
Berlusconi
|
20
|
2003
|
Berlusconi
|
16
|
2004
|
Berlusconi
|
24
|
2005
|
Berlusconi
|
27
|
2006
|
Prodi
|
35
|
2007
|
Prodi
|
15
|
2008
|
Berlusconi
|
13
|
2009
|
Berlusconi
|
11
|
2010
|
Berlusconi
|
13
|
2011
|
Berluscon
|
47
|
Riflessione: i dati sul debito pubblico sfatano alcuni luoghi comuni. Innanzitutto negli anni '70, quando i salari e gli stipendi erano tra i più alti in Europa, quando i sindacati contavano perchè facevano il loro mestiere, quando c'era la scala mobile, le partecipazioni statali, l'intervento dello Stato in economia..... bene proprio in quel decennio, dove il paese ha dovuto affrontare ben due schock petroliferi (1973 e 1979) il debito pubblico è stato contenuto rispetto al periodo successivo (+17,5% in 10 anni) e la crescita economica era solida.
Nel decennio successivo, il decennio del "riflusso" della sconfitta operaia alla FIAT, della riduzione della scala mobile (1985), del ripiegamento dei sindacati, della "Milano da bere" di Craxi & Co., nel decennio del pentapartito il debito pubblico italiano raddoppia (+43,0% ).
Gli anni '90 rappresentano la fine della prima repubblica e l'inizio delle manovre "lagrime e sangue". Si privatizzano tutte le partecipazioni statali: INA, IMI, IRI, ENI, Telecom, Banca Roma, Credito Italiano, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Commerciale Italiana , Mediobanca, ...Si attacca ferocemente il livello dei salari e degli stipendi, si fanno innumerevoli riforme delle pensioni, si riducono i diritti dei lavoratori.....il risultato è che a fine decennio (2001) il debito è maggiore che nel 1991 (+7,7%, pari al 108,8% del PIL).
Gli ultimi 10 anni sono la continuazione del precedente decennio: continua l'attacco ai salari, agli stipendi e alle pensioni, continua il processo di privatizzazione sia degli assets statali, sia soprattutto delle municipalizzate. il risultato è sotto gli occhi di tutti: il fallimento del paese! Il debito ha raggiunto il 119,0% del PIL.
IN DEFINITIVA NEGLI ULTIMI 21 ANNI IL POPOLO ITALIANO HA SUBITO UN AUMENTO DELLA TASSAZIONE E UNA DIMINUZIONE DI SERVIZI PARI A 432 MILIARDI DI EURO. A QUESTO VANNO AGGIUNTI GLI INTROITI DELLE PRIVATIZZAZIONI, LA DIMINUZIONE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI, LA PRECARIETA' DEL LAVORO.......
E IL RISULTATO E' CHE IL DEBITO CONTINUA A CRESCERE,
I RICCHI SONO SEMPRE PIU' RICCHI
E I POVERI SEMPRE PIU' POVERI.
E' ORA DIRE BASTA!
I RICCHI SONO SEMPRE PIU' RICCHI
E I POVERI SEMPRE PIU' POVERI.
E' ORA DIRE BASTA!
Riguardo all'ammontere delle manovre finanziarie bisogna constatare che dei 432 miliardi di euro di sacrifici 93 (21,5%) sono imputabili ai governi della prima repubblica (Andreotti, Amato Ciampi) negli anni 1991-1993, 126 miliardi (29,1%) sono imputabili ai governi di centrosinistra e ben 213 miliardi (49,4%)sono imputabili a Berlusconi, il capo di governo che "non mette le mani nelle tasche degli italiani".
PECS, 15.08.2011
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