Ma il Filippo Penati di cui si parla tanto, colpevole di concussione secondo la Procura e “solo” di corruzione secondo il Gip, è lo stesso Filippo Penati che andava distribuendo lezioncine di legalità a destra e a sinistra (soprattutto a sinistra)?
E’ per caso lo stesso Filippo Penati che diceva amenità tipo “Milano non è la capitale del Burundi, ma ci sono troppi rom e clandestini”? Si tratta della stessa persona? Il Filippo Penati di cui oggi il Pd discute animatamente se debba dimettersi da tutte le cariche, fare un passo indietro, rinunciare alla prescrizione in modo da essere da esempio per la diversità della sinistra di fronte alla questione morale, è per caso lo stesso Filippo Penati che un tempo faceva il presidente della Provincia di Milano e – primo gonzo in tutta Italia – sganciava 250.000 euro ai comuni che volevano organizzare le ronde? Il famoso sceriffo della sinistra che sapeva illuminare le plebi oppresse con frasi come “Basta parlare di accoglienza, i rom non sono mica i Gipsy Kings?”.
Come mai il Pd vuole liberarsi di lui adesso che l’hanno beccato, mentre prima – quando sembrava un Calderoli qualunque – lo faceva crescere nelle gerarchie e nelle cariche del partito? Persino Pierferdinando Casini disse (aprile 2009): “Penati mi fa venire il latte alle ginocchia se segue la Lega sul terreno delle ronde”.
Erano i tempi del decreto sicurezza, dei sindaci sceriffi. Erano i tempi del “Non si può lasciare la sicurezza alla destra!”. Tempi in cui il Pd – oggi tanto impegnato a sembrare “diverso” – si sbracciava tanto per essere “uguale”. Passati appena un paio d’anni, Penati non va in carcere perché la prescrizione per i reati di corruzione è stata dimezzata. Una specie di nemesi storica: law & order non tirano più, a far paura non sono i Rom ma la Borsa, non gli stranieri ma i banchieri, non il Burundi, ma la crisi. La stella degli sceriffi era di latta, la paura percepita era una truffa e la sinistra che si travestiva da destra una farsa orribile e vergognosa. E’ sempre antipatico dire: “Io l’avevo detto”, e allora non lo dirò. Dopotutto, Penati non è mica i Gipsy Kings!
E’ per caso lo stesso Filippo Penati che diceva amenità tipo “Milano non è la capitale del Burundi, ma ci sono troppi rom e clandestini”? Si tratta della stessa persona? Il Filippo Penati di cui oggi il Pd discute animatamente se debba dimettersi da tutte le cariche, fare un passo indietro, rinunciare alla prescrizione in modo da essere da esempio per la diversità della sinistra di fronte alla questione morale, è per caso lo stesso Filippo Penati che un tempo faceva il presidente della Provincia di Milano e – primo gonzo in tutta Italia – sganciava 250.000 euro ai comuni che volevano organizzare le ronde? Il famoso sceriffo della sinistra che sapeva illuminare le plebi oppresse con frasi come “Basta parlare di accoglienza, i rom non sono mica i Gipsy Kings?”.
Come mai il Pd vuole liberarsi di lui adesso che l’hanno beccato, mentre prima – quando sembrava un Calderoli qualunque – lo faceva crescere nelle gerarchie e nelle cariche del partito? Persino Pierferdinando Casini disse (aprile 2009): “Penati mi fa venire il latte alle ginocchia se segue la Lega sul terreno delle ronde”.
Erano i tempi del decreto sicurezza, dei sindaci sceriffi. Erano i tempi del “Non si può lasciare la sicurezza alla destra!”. Tempi in cui il Pd – oggi tanto impegnato a sembrare “diverso” – si sbracciava tanto per essere “uguale”. Passati appena un paio d’anni, Penati non va in carcere perché la prescrizione per i reati di corruzione è stata dimezzata. Una specie di nemesi storica: law & order non tirano più, a far paura non sono i Rom ma la Borsa, non gli stranieri ma i banchieri, non il Burundi, ma la crisi. La stella degli sceriffi era di latta, la paura percepita era una truffa e la sinistra che si travestiva da destra una farsa orribile e vergognosa. E’ sempre antipatico dire: “Io l’avevo detto”, e allora non lo dirò. Dopotutto, Penati non è mica i Gipsy Kings!
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