Dini ha due pensioni dal 1994. Totale: 27 mila euro al mese.
Ex presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e del Tesoro, Lamberto Dini siede in Parlamento da 15 anni e 105 giorni, ora più ora meno. Una carriera lunga e fortunata, che ha visto il politico ed economista fiorentino, classe 1931, alla direzione della Banca d'Italia e ai vertici del Fondo monetario internazionale.
DA DESTRA A SINISTRA E RITORNO. E a ogni lato dell'emiciclo: a destra nel 1994, con il primo governo Berlusconi, di cui è ministro; a sinistra, con Romano Prodi, due anni più tardi; di nuovo a destra nel 2008. Dove è ancora posizionato. Anche se la presenza non è delle più assidue: Dini, infatti, nel corso dell'attuale legislatura è stato in Aula solamente per il 49,94% delle votazioni. Per un tasso di assenza del 27,37% (le altre assenze sono giustificate: era «in missione»).
Quasi 40 mila euro netti al mese
Tanti cambiamenti e tante sigle (Rinnovamento italiano, Margherita, Liberaldemocratici, Pdl) che hanno portato, soprattutto, tanti soldi. Nel 2008, secondo i dati contenuti nel volume Sanguisughe di Mario Giordano, Dini ha ricevuto dalle casse pubbliche ben 521.682 euro. Cioè quasi 40 mila euro netti al mese.
DUE PENSIONI, 27 MILA EURO. Frutto, in parte, di due laute pensioni. Nel 1994, mentre architettava la riforma della previdenza sociale che avrebbe visto la luce l'anno seguente, Dini è riuscito ad assicurarsene una Inps da 13.288.250 lire al mese, cioè quasi 7 mila euro mensili odierni, e una da Banca d'Italia da 36.752.479 lire al mese, oltre 18 mila euro odierni. Entrambe per 13 mensilità.
Facendo due rapidi calcoli, si tratta di circa 27 mila euro al mese. A cui va aggiunta l'indennità da senatore, naturalmente. Altro che divieto di cumulo: quello vale dal 1995. Che sfortuna essere andati in pensione pochi mesi prima. Come Dini.
MA NON VOLEVA PRIVILEGI. Non male per chi è passato alla storia come l'uomo dell'austerità previdenziale. E che, nel settembre 1994, dichiarava: «Da una parte c'è il mantenimento dei benefici per le generazioni più anziane, dall'altra quello di garantire costi sostenibili per le generazioni più giovani». Da cui la preoccupazione: «Non vorrei che si privilegiassero troppo i più anziani lasciando sulle spalle dei nostri figli il peso maggiore».
Ora che su questi ultimi grava il peso di Atlante, non risultano propositi di sacrifici, né ordinari né straordinari, da parte degli anziani privilegiati. Nemmeno da Dini.
http://www.lettera43.it/politica/23929/lamberto-a-peso-d-oro.htm
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