Nel Pdl continua l’assalto disordinato al decreto sulla manovra. Gli ultraliberisti alla Scajola, sì proprio lui, quello che non sapeva chi gli ha pagato la casa, criticano l’aumento delle tasse e chiedono interventi sulle pensioni e aumento dell’Iva.
di Carlo Cornaglia, Il Fatto quotidiano
Solidarietà
La manovra all’italiana
è una cosa alquanto strana:
fa pagar la povertà.
Ed infatti chi la fa
è in perfetta malafede
ed i sacrifici chiede
a chi non ne può più fare,
evitando di toccare
gli interessi degli abbienti,
dei mafiosi, dei potenti,
di prelati, monsignori,
deputati, senatori,
di burocrati obrobriosi,
di affaristi avventurosi,
di puttane d’alto bordo,
di patiti del bagordo.
Si può fare molto in fretta
a sparare una ricetta
con i soliti ingredienti:
dare un taglio ai versamenti
ai comuni e alle regioni,
spostar le liquidazioni
a momenti più felici,
studiar trucchi e artifici
perché paghi chi già paga,
senza mai toccar la piaga
dei miliardi d’evasione
che distinguon la Nazione.
Traslocare quelle feste
che ritengono moleste
anche se, come si sa,
poi nessun le sposterà.
Cancellar qualche provincia
che poi, quando si comincia,
non verrà spazzata via
con la sua burocrazia.
Tassar l’aria, l’acqua, il sole,
il silenzio, le parole,
vento, nebbia, temporali
e scopate coniugali.
“Palle! C’è una novità:
anche il ricco pagherà
nel difficile momento
dei guadagni un tot percento!”
Non l’avessero mai detto.
La congrega del ducetto
prontamente si ribella:
“Berlusconi, sei un brighella!
Eravamo liberali
e ora diventiamo eguali
ai compagni comunisti.
Non facciamo i moralisti,
la ricchezza non si tocca!”
Silvio si alza dalla gnocca
con la qual si divertiva:
“Aumentiam di un punto l’Iva?”
La manovra all’italiana
è una cosa alquanto strana:
fa pagar la povertà.
Ed infatti chi la fa
è in perfetta malafede
ed i sacrifici chiede
a chi non ne può più fare,
evitando di toccare
gli interessi degli abbienti,
dei mafiosi, dei potenti,
di prelati, monsignori,
deputati, senatori,
di burocrati obrobriosi,
di affaristi avventurosi,
di puttane d’alto bordo,
di patiti del bagordo.
Si può fare molto in fretta
a sparare una ricetta
con i soliti ingredienti:
dare un taglio ai versamenti
ai comuni e alle regioni,
spostar le liquidazioni
a momenti più felici,
studiar trucchi e artifici
perché paghi chi già paga,
senza mai toccar la piaga
dei miliardi d’evasione
che distinguon la Nazione.
Traslocare quelle feste
che ritengono moleste
anche se, come si sa,
poi nessun le sposterà.
Cancellar qualche provincia
che poi, quando si comincia,
non verrà spazzata via
con la sua burocrazia.
Tassar l’aria, l’acqua, il sole,
il silenzio, le parole,
vento, nebbia, temporali
e scopate coniugali.
“Palle! C’è una novità:
anche il ricco pagherà
nel difficile momento
dei guadagni un tot percento!”
Non l’avessero mai detto.
La congrega del ducetto
prontamente si ribella:
“Berlusconi, sei un brighella!
Eravamo liberali
e ora diventiamo eguali
ai compagni comunisti.
Non facciamo i moralisti,
la ricchezza non si tocca!”
Silvio si alza dalla gnocca
con la qual si divertiva:
“Aumentiam di un punto l’Iva?”
di Carlo Cornaglia, Il Fatto quotidiano
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