Il cambiamento attraverso il superamento della centralità del mercato e della mercificazione per la libertà dell’individuo e la costruzione di nuovi rapporti sociali.
Dopo
che l’intervista con Paolo Ferrero si è conclusa, abbiamo appreso di
una dichiarazione di Renzi: “ il punto è la garanzia alle imprese della
libertà di licenziare”. Vorremmo dire a Renzi che il contratto sociale,
l’atto di nascita della civile convivenza, si fonda sull’emancipazione
dallo stato di selvaggio, ribellione dell’uomo prometeico dallo stato
animale in cui il pesce grande mangia il piccolo. Pure a Renzi non
dovrebbe sfuggire che nel rapporto di lavoro pesce grande è
l’imprenditore, piccolo il lavoratore, tanto che sono centinaia di
migliaia i lavoratori licenziati e centinaia quelli colposamente uccisi
dagli imprenditori; l’art. 18, tutelando il piccolo progredisce nella
civiltà, le parole di Renzi tradiscono la nostalgia della giungla.
Ancora più opportuna, dunque, ci appare un’intervista a un uomo che
comunque a sinistra ci sta non come intruso ma perché vi è di casa.
1) Segretario, dai primi anni ’80 la composizione della
popolazione in Italia è notevolmente cambiata, l’80% d’essa è divenuta
proprietaria di immobili, la massa dunque si è trasformata in piccola e
media borghesia: come aveva previsto Pasolini, consumatori che anche
nelle aspirazioni e nei comportamenti sono, di fatto, conservatori e
anticomunisti.
Marx viene considerato ormai defunto. Pertanto in questi
anni la sinistra ha perso l’ampia base sociale di cui disponeva. Ma la
crisi oggi produce nuove emarginazioni. Soggetti sociali diversi
tuttavia: categorie intellettuali, lavoratori precari, giovani,
migranti. Difficile ricomprenderli in un’unica classe omogenea, a parte
il disagio. Quale potrà essere dunque la politica della sinistra, non di
attenuazione delle rinunce, ma di progetto?
Non sono d’accordo con il giudizio apocalittico di Pasolini. La
proprietà della casa (sovente solo nominale, perchè in realtà si
continua per anni a pagare un mutuo), non è condizione sufficiente per
definire il passaggio da una classe sociale ad un’altra. Non condivido
quindi la valutazione sulla radicale modifica della composizione di
classe avvenuta in Italia: in Italia vi è una fortissima frantumazione
della classe lavoratrice, non un restringimento di quello che un tempo
avremo chiamato il proletariato. Il punto è quindi trovare le strade e
le culture per unificare una classe che oggi è dispersa e senza
coscienza di se perchè in questi anni oltre ad una sconfitta materiale
abbiamo subito una sconfitta culturale: ci troviamo di fronte ad una
potentissima colonizzazione dell’immaginario che costruisce forme di
identificazione iper individualistiche anche tra i lavoratori salariati
classici e che vivono in affitto. Detto questo penso che il punto di
contraddizione su cui far leva oltre alla contraddizione di classe in
senso stretto, sia dato dalla contrapposizione alto/basso e noi dobbiamo
costruire un fronte che connetta il “basso” contro l’alto: detta
brutalmente il popolo contro la finanza, le multinazionali e la miriade
di manager, funzionari e politici che ne curano gli interessi.
2) Le teorie di Marx non si sono avverate, almeno nel
mondo occidentale. Ma quali dovranno essere i riferimenti culturali per
ricostruire una sinistra guida del cambiamento?
Risp. Penso che il nodo di fondo stia nella valorizzazione del
marxismo nella sua interezza, evitando ogni economicismo. Sono
totalmente contrario alla lettura – che si sente anche a sinistra –
secondo cui il marxismo sarebbe una teoria dell’eguaglianza, il
liberalismo della libertà e il cattolicesimo della solidarietà. Penso
che vada detto con chiarezza che Marx è il teorico della libertà degli
individui: il superamento del capitalismo è necessario proprio per
permettere che gli individui possano essere liberati dalla schiavitù
dello sfruttamento e quindi diventare padroni della propria vita. Il
superamento delle classi sociali è il passaggio propedeutico alla
libertà del lavoro e al rispetto della natura. Questa è a mio parere la
cultura necessaria per porre il tema del cambiamento: il superamento
della centralità assorbente del mercato e della mercificazione integrale
quale condizione per poter mettere al centro i valori d’uso e quindi la
libertà delle persone e la costruzione di nuovi e diversi rapporti
sociali.
3) Fuori dai confini dell’Occidente, invece, si trova la
massa sterminata dei nullatenenti, proprietari della sola loro prole.
Ma non crede ci sia un vuoto di proposte, di progetti, che l’assenza
della sinistra è, se possibile, ancora più evidente lì da dove forse
potrà ripartire il futuro, data l’immobilità dell’Occidente? Non è forse
vero che la sinistra esiste solo se internazionalista?
Risp: La sinistra è tale ed è efficace solo se è
internazionalista e cioè se è in grado di motivare e praticare una
solidarietà che non è caritatevole ma consapevolezza dei comuni
interessi contro un comune avversario. Dal punto di vista delle
contraddizioni, registro che in America Latina possiamo vedere un enorme
processo di trasformazione sociale e di fuoriuscita dalle politiche
neoliberiste che non ha pari in alcuna altra parte del mondo. Mi è però
difficile dare una valutazione “storica” su dove si apriranno le
maggiori contraddizioni. Ad esempio, il netto peggioramento delle
condizioni di vita e di lavoro che interessa i popoli europei è aperto a
uscite a destra ma anche a sinistra. La partita è tutta da giocare.
4) Cosa mai rappresenta, cosa vale e a cosa serve questa
Europa che riesce a restar muta e immota pure dinanzi ai crimini in
Palestina, che si lascia trascinare da dissennate politiche di guerra in
Medio Oriente, inconcludente pure al cospetto dei tragici esodi dei
disperati della terra?
Risp: Questa Europa ha costituzionalizzato le politiche
neoliberiste ed è dominata da elites di destra incapaci di far valere i
propri interessi distintamente dall’imperialismo statunitense. Questo fa
si che l’Europa sia un gigante economico ma un nano politico in cui
ogni singolo paese cerca di ritagliare qualche vantaggio dall’obbedire
al principe. La costruzione di una Europa non allineata è tutt’uno con
il rovesciamento di questa Europa neoliberista e subalterna agli USA.
Anche per questo è decisiva la battaglia contro il TTIP (Transatlantic
Trade and Investment Partnership) che l’Unione Europea vuole stipulare
con gli USA e che significherebbe la vera e propria
costituzionalizzazione del neoliberismo su scala sovracontinentale.
5) Si ferma anche la locomotiva Germania. Il capitalismo
neoliberista è fallito, eppure non si intravede un’alternativa a questo
sistema. Lei cosa pensa dovrà succedere?
Risp: Penso che la locomotiva tedesca è destinata a fermarsi a
causa delle stesse politiche di austerità che il governo tedesco ha
fortemente voluto e che hanno portato in recessione tutta l’Europa.
Questo aumenterà le contraddizioni e la partita si giocherà sempre più
tra destra nazionalista neoliberista e sinistra antiliberista. Non vedo
una uscita “centrista” da questa situazione in un le classi dominanti
europee ci hanno cacciato e si sono cacciate.
6) Non basta il sentimento umano per evitare il dramma
dell’emigrazione e non basta il richiamo al diritto al lavoro nei paesi
sviluppati quando le condizioni di arretratezza in gran parte del globo
permettono il feroce sfruttamento di manodopera quasi alla soglia dello
schiavismo. Cosa, al di là delle buone intenzioni, si potrebbe
concretamente fare e subito?
Risp. Per quanto riguarda le persone che scappano dalle guerra è
necessario un programma di accoglienza europeo, una politica di
cooperazione internazionale e l’embargo di forniture militari
dall’Europa verso i paesi belligeranti. Per quanto riguarda la
migrazione economica tre mi paiono le questioni principali. Innanzitutto
una accoglienza decente e socializzata a livello europeo. In secondo
luogo l’abolizione delle leggi come la Bossi Fini che rendono
automaticamente illegali i migranti ed in terzo luogo un programma di
cooperazione con i paesi dell’area del mediterraneo e più in generale
del terzo mondo finalizzati allo sviluppo autocentrato di quei paesi.
Per sviluppo autocentrato intendo uno sviluppo basato prioritariamente
sullo sviluppo di un mercato interno e sul mantenimento della proprietà
contadina ( la cui distruzione da parte delle multinazionali è
all’origine di tanta parte dell’emigrazione).
7) Torniamo in Italia. Berlusconi è stato assolto per il
caso Ruby. Mi chiedo come sia potuto succedere. E tuttavia Berlusconi è
un pregiudicato, i cofondatori di Forza Italia, uno è condannato in via
definitiva per corruzione dei giudici, l’altro in via definitiva per
mafia, il factotum che si teneva in casa era un assassino spacciatore di
droga organico alla mafia e papi stesso iscritto alla loggia che
organizzava colpi di Stato e stragi. Eppure è stato associato alla
riforma istituzionale. Bisogna dunque che ci rassegniamo all’unico
potere evidente affaristico – massonico, per il quale, nel corso della
storia repubblicana, un killer di mafia è stato sovente uno strumento
per intavolare trattative con le istituzioni ?
Risp: Io non mi rassegno. Prendo atto che Renzi ha resuscitato
Berlusconi e lo ha eletto a principale interlocutore politico ed
istituzionale. A questo punto però non basta prendersela con Berlusconi,
il problema è Renzi.
8) Come giudica la riforma di Renzi?
Risp. Se si intende la riforma elettorale, ritengo sia peggio della
legge Acerbo varata dal fascismo dopo la marcia su Roma. Oltre a
ipotizzare un enorme premio di maggioranza, cerca di abolire tutte le
formazioni politiche minori ed in particolare la sinistra. Se ci fosse
stata questa legge Gramsci e Matteotti non sarebbero mai stati eletti
nel Parlamento nel 1924. Ritengo che la legge elettorale attuale, frutto
della sentenza della consulta (proporzionale con una preferenza) sia la
migliore legge elettorale possibile.
9) “La Carta del coraggio”, documento conclusivo della
terza Route nazionale degli scout, sfida la Chiesa e la politica: invita
ad accogliere divorziati, conviventi ed omosessuali, a dare spazio
effettivo alle donne, a fidarsi della coscienza dei fedeli anche quando
la pensano in modo diverso dal magistero, a chiudere i Centri di
identificazione ed espulsione, i famigerati Cie, a concedere la
cittadinanza a chi nasce in Italia, a ridurre drasticamente le spese
militari. Un atto significativo di un fermento nel panorama cristiano è
passato pressoché in silenzio. Considerato che è in atto in tutto
l’universo delle religioni e potrebbe acuirsi anche nel cattolicesimo
una reazione integralista, non crede sia tempo di cominciare ad
intraprendere tratti di cammino insieme con tutti coloro che, pur di
orientamenti diversi, condividano il primato della giustizia sociale,
dei diritti civili, del rispetto dell’uomo e del cittadino?
Risp. Ho sempre pensato che per uscire dal disastro delle
politiche neoliberiste, la sinistra abbia nel mondo cattolico un alleato
naturale. La solidarietà, il rispetto della persona e della sua dignità
sono temi che – pur con significative differenze sui diritti civili –
devono vedere un dialogo e una azione comune tra comunisti e cattolici.
Del resto la positiva esperienza latinoamericana è impensabile senza
questo dialogo tra cattolicesimo progressista e sinistra antiliberista.
10) Come giudica l’esperienza della lista Tsipras?
Risp. Molto positivamente. E’ stato importantissimo – e non era
per nulla scontato – presentarsi alle elezioni europee con una lista
unitaria e il risultato ha aperto una nuova strada. Adesso si tratta di
percorrerla costruendo – a partire proprio dall’esperienza della lista –
un soggetto politico unitario della sinistra. Non si tratta di fare un
partito unico, non ve ne sono le condizioni. Si tratta di costruire un
soggetto plurale in cui tutte le anime e le esperienze della sinistra
antiliberista possano confluire per costruire un punto di aggregazione.
Stiamo procedendo lentamente ma mi pare si stia procedendo nella
direzione giusta!
di Fulvio Turtulici
tratto da http://100passijournal.info/
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