di Gianluca Schiavon, Direzione nazionale Rifondazione comunista/Sinistra europea – Europa -
La ribalta mediatica si nutre di parole che evocano
più che spiegare quindi diventa di moda la parola patto in un momento in
cui il patto sociale tra capitale e lavoro alla base del sistema
costituzionale italiano è stravolto. E così dopo il famigerato patto del Nazzareno abbiamo assistito al patto del tortellino tra il segretario del Partito socialista europeo
e i segretari dei principali partiti di quella famiglia politica due
dei quali – Renzi e Wals – anche capi di Governo, infine sabato è stato
lanciato da Civati e Vendola il patto dei santi apostoli col
dichiarato compito di far risorgere il centro-sinistra in Italia.
Non
tutti i patti sono uguali, ma tutti e tre lanciano riforme o progetti
con un accordo tra leadership e con un affidamento dei militanti ai
leader. In questo quadro, purtroppo, si colloca anche il patto
Civati-Vendola in una piazza santi apostoli, per la verità non troppo
gremita. La giusta opposizione
parlamentare di alcuni senatori PD – come Mineo e Casson – e di tutti
senatori di SEL sulle controriforme costituzionali e dello Statuto dei
lavoratori rappresenta e rappresenterà
significative battaglie difensive di spazi di democrazia erosi
dall’ideologia dominante secondo la quale disporre di pari diritti
politici e sociali degli altri Paesi europei impedisce all’Italia di
competere sui mercati. Ma con quali alleati politici e sociali pensa SEL
di costruire un’alternativa al modello di austerità temperata che ha in
mente Renzi per l’Europa? Giuste le alleanze sociali: gli studenti che
hanno manifestato venerdì, il lavoro dipendente e i pensionati
strangolati dalla crisi, il pubblico impiego (compresa la magistratura)
oggetto di continuo dileggio, disoccupati e precari. Oscure
risultano però le alleanze politiche: non appare plausibile invocare
contro il principale partito socialista d’Europa, il PD, le sorti
magnifiche e progressive del socialismo europeo, a meno che il progetto
di Civati e Vendola coincida con quello di Cuperlo cioè di costruire
un’opposizione interna nel PD e nel PSE.
Se questo non fosse
l’obbiettivo di SEL conviene torni a giocare il ruolo da protagonista
nel percorso, sicuramente perfettibile,
della lista L’Altra Europa. Si tratta di creare un soggetto politico
nuovo di sinistra collegato al GUE (gruppo della Sinistra unitaria
europea) e al Partito della Sinistra europea distinto e competitivo
alla socialdemocrazia del patto del tortellino. Un soggetto con
l’obbiettivo di governare a partire dal programma con il quale tutte le
liste del GUE hanno sostenuto la candidatura di Alexis Tsipras a
presidente della Commissione europea. Programma che prende il meglio
delle esperienze di governo della sinistra sudamericana, chiede la
cancellazione del Fiscal compact, vuole colpire, anche con la
politica fiscale, quella che Thomas Pikkety chiama la “contraddizione
fondamentale del capitalismo” nell’attuale fase storica: cioè l’assoluta
prevalenza della rendita parassitaria sul reddito da lavoro vivo. Se
traguardiamo l’Europa dal punto visuale italiano c’è spazio per una
forza popolare antiliberista di sinistra contro l’Europa della grande
coalizione Juncker-Schulz. Lo dimostrano i successi estivi dei massimi
dirigenti del Partito della sinistra europea: il consenso registrato dal
suo presidente Pierre Laurent, nella veste di segretario del partito
comunista francese, all’Univerisité d’été del partito socialista, quello
del suo vicepresidente Alexis Tsipras al convegno della Fondazione
Ambrosetti e al cospetto di Papa Francesco. Non è un caso che dove le
liste aderenti al GUE hanno aumentato i voti è stato contenuto il
consenso a liste euroscettiche, eurofobiche o dichiaratamente fasciste
come in Spagna, in Belgio, in Slovenia, in Svezia o nei popolosi lander
tedeschi della Turingia e della Sassonia. Anche in Italia sarebbe
arrivato il momento di dare un’alternativa sociale e politica
anticapitalista alle due facce della stessa medaglia: il populismo
neo-nazionalistico o l’internazionalismo liberista.
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