Pd senza base, solo 100mila tessere. In un anno persi 400mila iscritti
I dati shock di settembre.
In Sicilia, Basilicata, Molise, Sardegna e Puglia il reclutamento non è
praticamente partito. Mentre aumentano gli elettori, nei 7.200 circoli
la militanza langue. È la mutazione genetica del partito, sempre più
simile al modello Usa. Anche le casse sono in sofferenza
Fonte:
http://www.repubblica.it/politica/2014/10/03/news/pd_crollo_iscrizioni-97212221/?ref=fbpr
“Missione compiuta”. Ricordate lo striscione che Bush junior
aveva fatto appendere sul ponte di una portaerei, pochi giorni dopo
l'attacco all'Iraq di Saddam Hussein, nel 2003? Potrebbe appenderlo ora
anche Renzi, sul portone della sede del Nazareno, ormai famosa più per
l'immondo – e tuttora ignoto - “patto” stretto con Berlusconi che non
per i fasti del Partito Democratico.
Una “inchiesta” di Goffredo De Marchis, peraltro sul giornale-sponsor
del renzismo, ovvero Repubblica, scopre che in un solo anno gli
iscritti al Pd sono scesi a mezzo milione a 100.000, l'80% in meno. In
alcune regioni (cinque, tutte meriddionali) è praticamente scomparso; in
altre fanno fatica a piazzare poche centinaia di tessere in mezzo a
milioni di abitanti.
“Mutazione genetica”, scrive già qualcuno della “famiglia” piddina.
Lasciamo perdere i mutamenti epocali della partecipazione politica,
che naturalmente ci sono e hanno un peso grandissimo. Sono processi sui
tempi lunghi, trasformazioni che corrono lungo un paio di decenni. Qui
stiamo parlando della “scomparsa” del corpo sociale di un partito in
meno di dodici mesi... Inutile insomma, invocare l'influenza di
internet, twitter o quant'altro. Qui c'entra necessariamente Renzi e la
sua corte di valletti/e, che si sono impossessati di un “brand” e hanno
consapevolmente fatto tutto ciò che serviva per allontanare le persone
fisiche.
Tempo fa, un compagno che aveva trascorso una vita di militanza in
Cgil, raccontava come – trovandosi in radicale disaccordo con le scelte
della segretaria generale e cercando di imbastire, insieme ad altri, una
discussione politica interna – fosse stato affrontato da un dirigente
locale che sventolava lo Statuto della stessa Cgil. In cui c'era
scritto, inoppugnabilmente (anche se lui non lo aveva mai letto), che i
semplici iscritti non contano nulla. Un po' come i soci farlocchi della
Coop, insomma.
Ecco. Gli iscritti al Pd hanno finalmente “capito”, davanti al
segretario-premier in odor di massoneria e puzzolente di sacrestia, di
non contare assolutamente un tubo. E ne hanno tratto le conseguenze. Era
così anche prima, ovviamente, ma non sembrava. Ora basta.
Non ci interessa davvero, qui, riproporre la stantia e fuorviante
contrapposizione tra “base genuina” e “vertici corrotti”, che tanti
guasti ha provocato a sinistra. Se uno era rimasto o entrato nel Pd nel
corso di questi venti anni, aveva capito benissimo che non si trattatva
più di un “camuffamento” dell'ex Pci. Anche se la sede era la stessa –
come in “Arance e martello” - i meccanismi e soprattutto le finalità
erano tutt'altre.
Quel che stiamo dicendo è che la selezione dei “quadri dirigenti”,
del personale politico da presentare alle elezioni o nominare per
ricoprire cariche, avviene ormai in altre sedi. Non si viene più
"allevati" e "formati" nelle sezioni o nelle federazioni provinciali. Si
arriva a diventare ministro perché hai “una faccia che funziona”, una
parlantina sfacciata quanto basta; e soprattutto non capisci nulla (più
precisamente: non te ne frega nulla) di democrazia, rappresentanza di
interessi, questioni etiche. Sei fedele e basta, pronto a sfruttare il
tuo quarto d'ora sulla scena per costruirti un pezzo di futuro. Hai
introiettato la precarietà e capito che la nuova classe politica sarà
fatta soltanto di uomini e donne da bruciare in una breve stagione. Che
sei insomma una comparsa che per qualche mese ha un contratto da attore.
La “politica” al tempo della Troika è esecuzione di direttive
comunitarie, recitazione davanti alle telecamere, relazioni con
faccendieri che vengono a spiegarti quel che devi fare, magari con
qualche slide per non perdere troppo tempo. Tu devi solo assorbire
velocemente il copione e ripeterlo a pappagallo davanti a Floris o in
aula (del Parlamento o del Comune, fa lo stesso).
La “partecipazione popolare” diventa un ingombro. Gente che cuoce le
salcicce alle feste estive si può trovare anche pagando un briciolo di
salario a termine. Sarà “personale retribuito” che non può proprio
pretendere di metter bocca sulle scelte politiche. E nemmeno gli
interessa farlo.
L'oligarchia si sgancia dal corpo sociale, non ha più bisogno di
“rappresentarlo”, ma solo di amministrarlo. Non serve dunque più un
“corpo intermedio” fatto di migliaia di sedi, centinaia di migliaia di
attivisti che seminano tra la gente un modo di pensare, che raccolgono
istanze e le trasformano in pressione sulle istituzioni. C'è spazio solo
per le clientele e l'intermediazione con le imprese (di qualsiasi
genere, anche criminali). Ma questo si fa molto più agevolmente nelle
stanze del governo, centrale o locale.
Il messaggio è: gente, statevene a casa. Qui facciamo da soli e – soprattutto – non vi vogliamo tra i piedi.
p.s. Nessuno ci venga a consigliare di prendere esempio da questo modo di "far politica moderno"!
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