Si è costituito il Coordinamento 15 ottobre, giornata che vedrà
mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del
mondo.
Il Coordinamento, riunitosi il 13 settembre, “si mette al
servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le
caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione
nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni”.
Il suo obiettivo è
“favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione
delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e
collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i
propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti”. Una ipotesi
leggera che è scaturita dalla riunione svoltasi nella sede nazionale
dell’Arci e che ha visto la presenza folta di attivisti, sindacalisti,
esponenti della sinistra politica – in parte componenti il vecchio
“social forum” – ma anche nuovi. Presente l’area di Uniti contro la
crisi (Fiom, Globalproject, Sel) che dal movimento punta a influire
significativamente sulle primarie del centrosinistra e l’area più
composita che sta per dare vita all’assemblea del 1 ottobre sul non
pagamento del debito (Cremaschi, Rete28Aprile, Usb, Sinistra Critica,
settori del popolo viola). E poi, organizzazioni meno collocabili come
l’Arci ma anche i Cobas fino agli “indignados” italiani che si sono
installati in piazza San Giovanni. Presente anche Rifondazione
comunista. Soggetti diversi con progetti un po’ diversi. Ma uniti sulla
voglia di costruire questa manifestazione, contro il governo e contro le
politiche per fronteggiare la crisi, tutte rigorosamente liberiste. Ne è
scaturito un “coordinamento leggero” e un appello che pubblichiamo qui
di seguito.
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione europea, governi europei, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita. Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi. Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale. Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare. Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione.
Le risorse ci sono.
Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.
Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte.
Per la nostra dignità e per cambiare davvero.
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione europea, governi europei, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita. Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi. Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale. Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare. Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione.
Le risorse ci sono.
Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.
Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte.
Per la nostra dignità e per cambiare davvero.
di Salvatore Cannavò
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