venerdì 23 settembre 2011

15 ottobre: CACCIAMO BERLUSCONI ED IL GOVERNO UNICO DELLE BANCHE



Mi ricordo che, quando ero piccolo, mio cugino mi aveva “fatto entrare in testa” una canzone di Claudio Lolli, un motivetto che recitava così: “ Il nemico marcia sempre alla tua testa”. All'epoca non capivo il testo, e mia madre (stalinista convinta del PCI) mi raccontava che lui, mio cugino, era un estremista. Ripensavo a quella canzone proprio qualche giorno fa, mentre vedevo la tragedia in cui versava la nostra opposizione che accreditava il giudizio degli avvoltoi della speculazione di Standard & Poors nel dibattito politico italiano. 
Ripensavo a quel motivetto mentre vedevo ergersi niente meno che Emma Marcegaglia ( con l'avvallo anche dei sondaggi ) come la Giovanna d'Arco del fronte antiberlusconiano. La mattina dopo con una tempistica da far invidia, Cigl, Cisl e Uil firmavano il patto sociale. 
Siamo al punto che, Giorgio Napolitano deve decidere come e quando staccare la spina, con la magistratura che scalpita e con la borghesia italiana che freme. Berlusconi però, come Hitler nel Bunker di Berlino resiste fino alla fine, perchè ha capito che il suo destino rischia sempre più di essere simile a quello di Bettino Craxi. Quindi non cede: rinsalda le fila dei servi, e resiste come ha fatto ieri con il voto di Milanese alla camera.  
C'è insomma un problema nel passaggio di transizione che le classi dominanti italiane hanno in mente di portare avanti, si chiama Berlusconi-crisi, e la montante opposizione sociale che rischia d'incanalarsi anche contro di loro. Il tutto si gioca nel giro di poche settimane, e l'esito di questo non è per nulla scontato. 
Quello che penso è che in questo frangente il popolo dell'indignazione possa entrare in gioco e ribaltare la partita, cacciando Berlusconi, ma anche -direbbe Veltroni- “il nemico che marcia alla sua testa”. E' evidente che nel fronte anti berlusconiano ci sono forze che hanno più di un punto di contatto con le politiche di Tremonti. In Europa ad esempio moltissimi condividono l'impianto di Mastricht e non dicono una parola sullo sciagurato ruolo che ha assunto e continua ad assumere la BCE nella gestione della crisi per gerarchizzare l'Europa e manomettere i diritti dei lavoratori. A quanto è dato sapere ad esempio in molti, PD in testa, appoggiano l'inserimento del vincolo di bilancio in Costituzione. Qui, se non lo avete capito, con la scusa della crisi del debito ci fanno fare la fine della Grecia, e non conta il governo che verrà, perchè se si entra in questa logica non c'è alternativa ma continuità nell'alternanza.
Conta semmai che da oggi noi iniziamo a dire due cose che possono trovare un punto di caduta in una scadenza che apre un processo di contestazione permanente alle classi dominanti come quella del 15 ottobre:
la prima è che noi scendiamo in piazza per cacciare questo governo di servi delle banche che ha venduto il nostro paese all'austerity europea con la firma dell'Euro Plus Pact e che dalla piazza non andremo via fino a quando Berlusconi non se ne sarà andato; 
la seconda è che chiunque verrà troverà ancora questa forza indignata a dire che la crisi noi non vogliamo pagarla. Un messaggio chiaro da mandare al Governo unico delle banche, a Mario Draghi, alla Merkel, alla Marcegaglia e a chi pensa di utilizzare il bipolarismo in Italia per cambiare l'orchestra ma non la musica di fondo.

Piobbichi Francesco

controlacrisi.org

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