Fino al 7 giugno i proprietari di casa che affittano hanno avuto la
possibilità di mettersi in regola. Per incentivarli il governo, con il
famoso decreto legislativo sulla "cedolare secca" (il 23/2011),
prevedeva all'articolo 3, comma 8, delle agevolazioni fiscali per i
proprietari che fossero "usciti allo scoperto".
Si pensava che un bello sconto - riduzione dell'Irpef dal 30 al 21% per chi affitta 4 anni più 4, e fino al 19% per chi mette la propria casa in affitto con contratti a canone concordato - avrebbe spinto i proprietari a "autodenunciarsi". D'altronde, soprattutto per chi affitta a "lungo termine", non esistono limiti alla possibilità di chiedere soldi, se non la "mano invisibile del mercato". Chi non denuncia lo fa proprio per non pagare le tasse (e, in parte, anche perché non esistono leggi in grado di tutelare chi affitta una casa e vive in un'altra su cui paga il mutuo, ma si tratta di situazioni davvero marginali).
Invece: le cose sono andate diversamente. I dati ufficiali non ci sono ancora, ma sono pochi i "capitali" emersi con questo "scudo fiscale" casalingo. La legge, però, prevede una possibilità di riscatto per gli inquilini. E l'effetto che ne potrebbe derivare è difficile da immaginare.
Adesso, infatti, i locatari hanno mano libera: possono denunciare loro stessi i contratti al nero di cui sono "vittime". La legge li risarcirà: automaticamente verrà loro riconosciuto un contratto 4 più 4. In più, a titolo di sanzione nei confronti del proprietario, l'inquilino avrà diritto a pagare per tutta lò durata del contratto un affitto pari al triplo della rendita catastale annuale dell'appartamento. Per intenderci: briciole.
Affitti da più di 1.000 euro nel centro di Roma si riducono automaticamente a 300-400 euro. Sta succedendo davvero. E le reazioni dei proprietari, molti dei quali non conoscono questo "effetto collaterale" della legge che hanno deciso di ignorare, hanno delle reazioni anche violente: "Ci sono proprietari che hanno addirittura minacciato i propri inquilini. Ma non bisogna avere paura, chi decide di percorrere questa strada è nel pieno del proprio diritto - spiega Fabrizio Ragucci, della Segreteria romana dell'Unione Inquilini - e bastano poche accortezze per poter rientrare nella legge".
Ecco come funziona, con i consigli dell'Unione Inquilini:
1) Prima di tutto bisogna assicurarsi di avere le "prove": "Le utenze intestate a proprio nome vanno benissimo - dice Ragucci - ma anche ricevute, o bonifici bancari con cui avete pagato l'affitto".
2) Recarsi all'Agenzia del Territorio, per avere una visura catastale dell'appartamento in cui vivete: "Noi consigliamo di fare tutto senza dire nulla al proprietario, per evitare ripicche o minacce. Potete rivolgervi, per essere assistiti, alle associazioni degli inquilini o anche a un legale di fiducia", dice ancora Ragucci.
3) Recarsi all'Agenzia delle entrate, dovete sarete voi, invece del proprietario, a registrare l'affitto. Qui ci sono alcune spese che vanno considerate. Nulla rispetto a quanto risparmierete. "Quando si registra un affitto c'è una tassa da pagare - spiega Ragucci - che consiste nel 2% del canone annuale. Ovviamente, in questo caso, vanno denunciati gli anni pregressi su cui bisognerà pagare una mora". Teoricamente quel 2% va diviso con il proprietario. Ma visto che lo state denunciando difficilmente vi rimborserà (anche se potreste citarlo in giudizio). Comunque, meglio fare i conti considerando tutte le spese. Ma a quanto ammontano, sommando le more? "Faccio l'esempio di un caso che ho appena seguito - dice ancora Ragucci - questa signora abita da due anni in un appartamento all'Eur, dove paga 900 euro. Calcolando il nuovo affitto sulla rendita catastale, andrà a pagare per otto anni - salvo disdetta alla scadenza dei primi quattro anni da parte del proprietario per motivi di necessità, come prevede la legge - 216 euro di affitto al mese. Ma prima dovrà pagare la tassa di registro con la mora dei precedenti due anni al nero a 900 euro, e la spesa ammonta a circa 1000 euro". Decisamente, conviene.
4) A questo punto bisogna inviare una lettera al proprietario, con cui si informa che dal mese successivo, come stabilito dall'Agenzia delle entrate, si pagherà l'affitto ridotto. "E noi consigliamo anche di prendere qualche precauzione - dice Ragucci - ad esempio cambiare la serratura di casa per evitare brutte sorprese. L'altro giorno abbiamo avuto il caso di un uomo che lavroa di notte, e che aveva seguito tutta la pratica da solo. E' successo che il proprietario è entrato notte tempo nell'appartamento, ha cambiato serratura, e l'inquilino quando è rincasato ha trovato tutte le sue cose in strada. Ovviamente il proprietario ha commesso un reato, e per questo verrà denunciato - spiega ancora Ragucci - ma intanto l'inquilino si ritrova fuori di casa".
E' ovvio che episodi del genere possono capitare. Ma è altrettanto vero che se un buon numero di persone deciderà di far rispettare la legge (e di farsi rispettare) sarà il miglior disincetivo a questo tipo di ritorsioni.
Si pensava che un bello sconto - riduzione dell'Irpef dal 30 al 21% per chi affitta 4 anni più 4, e fino al 19% per chi mette la propria casa in affitto con contratti a canone concordato - avrebbe spinto i proprietari a "autodenunciarsi". D'altronde, soprattutto per chi affitta a "lungo termine", non esistono limiti alla possibilità di chiedere soldi, se non la "mano invisibile del mercato". Chi non denuncia lo fa proprio per non pagare le tasse (e, in parte, anche perché non esistono leggi in grado di tutelare chi affitta una casa e vive in un'altra su cui paga il mutuo, ma si tratta di situazioni davvero marginali).
Invece: le cose sono andate diversamente. I dati ufficiali non ci sono ancora, ma sono pochi i "capitali" emersi con questo "scudo fiscale" casalingo. La legge, però, prevede una possibilità di riscatto per gli inquilini. E l'effetto che ne potrebbe derivare è difficile da immaginare.
Adesso, infatti, i locatari hanno mano libera: possono denunciare loro stessi i contratti al nero di cui sono "vittime". La legge li risarcirà: automaticamente verrà loro riconosciuto un contratto 4 più 4. In più, a titolo di sanzione nei confronti del proprietario, l'inquilino avrà diritto a pagare per tutta lò durata del contratto un affitto pari al triplo della rendita catastale annuale dell'appartamento. Per intenderci: briciole.
Affitti da più di 1.000 euro nel centro di Roma si riducono automaticamente a 300-400 euro. Sta succedendo davvero. E le reazioni dei proprietari, molti dei quali non conoscono questo "effetto collaterale" della legge che hanno deciso di ignorare, hanno delle reazioni anche violente: "Ci sono proprietari che hanno addirittura minacciato i propri inquilini. Ma non bisogna avere paura, chi decide di percorrere questa strada è nel pieno del proprio diritto - spiega Fabrizio Ragucci, della Segreteria romana dell'Unione Inquilini - e bastano poche accortezze per poter rientrare nella legge".
Ecco come funziona, con i consigli dell'Unione Inquilini:
1) Prima di tutto bisogna assicurarsi di avere le "prove": "Le utenze intestate a proprio nome vanno benissimo - dice Ragucci - ma anche ricevute, o bonifici bancari con cui avete pagato l'affitto".
2) Recarsi all'Agenzia del Territorio, per avere una visura catastale dell'appartamento in cui vivete: "Noi consigliamo di fare tutto senza dire nulla al proprietario, per evitare ripicche o minacce. Potete rivolgervi, per essere assistiti, alle associazioni degli inquilini o anche a un legale di fiducia", dice ancora Ragucci.
3) Recarsi all'Agenzia delle entrate, dovete sarete voi, invece del proprietario, a registrare l'affitto. Qui ci sono alcune spese che vanno considerate. Nulla rispetto a quanto risparmierete. "Quando si registra un affitto c'è una tassa da pagare - spiega Ragucci - che consiste nel 2% del canone annuale. Ovviamente, in questo caso, vanno denunciati gli anni pregressi su cui bisognerà pagare una mora". Teoricamente quel 2% va diviso con il proprietario. Ma visto che lo state denunciando difficilmente vi rimborserà (anche se potreste citarlo in giudizio). Comunque, meglio fare i conti considerando tutte le spese. Ma a quanto ammontano, sommando le more? "Faccio l'esempio di un caso che ho appena seguito - dice ancora Ragucci - questa signora abita da due anni in un appartamento all'Eur, dove paga 900 euro. Calcolando il nuovo affitto sulla rendita catastale, andrà a pagare per otto anni - salvo disdetta alla scadenza dei primi quattro anni da parte del proprietario per motivi di necessità, come prevede la legge - 216 euro di affitto al mese. Ma prima dovrà pagare la tassa di registro con la mora dei precedenti due anni al nero a 900 euro, e la spesa ammonta a circa 1000 euro". Decisamente, conviene.
4) A questo punto bisogna inviare una lettera al proprietario, con cui si informa che dal mese successivo, come stabilito dall'Agenzia delle entrate, si pagherà l'affitto ridotto. "E noi consigliamo anche di prendere qualche precauzione - dice Ragucci - ad esempio cambiare la serratura di casa per evitare brutte sorprese. L'altro giorno abbiamo avuto il caso di un uomo che lavroa di notte, e che aveva seguito tutta la pratica da solo. E' successo che il proprietario è entrato notte tempo nell'appartamento, ha cambiato serratura, e l'inquilino quando è rincasato ha trovato tutte le sue cose in strada. Ovviamente il proprietario ha commesso un reato, e per questo verrà denunciato - spiega ancora Ragucci - ma intanto l'inquilino si ritrova fuori di casa".
E' ovvio che episodi del genere possono capitare. Ma è altrettanto vero che se un buon numero di persone deciderà di far rispettare la legge (e di farsi rispettare) sarà il miglior disincetivo a questo tipo di ritorsioni.
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