Comitato Acqua Pubblica Marsciano dice NO a ennesima tassa fatta pagare a onesti
da:www.umbrialeft.it
Rispondiamo all’intervista al Presidente di Umbra Acque pubblicata
sul Corriere dell’Umbria del 27/08/2011 per chiarire che non crediamo
assolutamente che sia questione di una bolletta pagata con 5 o 10 o 20
giorni di ritardo, a tutti può succedere di dover aspettare per pagare
alcuni conti, in particolar modo in questi ultimi due anni. Lo scandalo
non è questo.
Lo scandalo semmai è questa ennesima tassazione ingiusta, questa
ricerca di finanziamenti che, come al solito, è realizzata sui cittadini
onesti che pagano i conti (anche se con 10 giorni di ritardo...). Fa
vergogna leggere le dichiarazioni di Umbra Acque dove dice che devono
pagare solo gli utenti che hanno pagato in ritardo di 10 giorni una
bolletta; fa vergogna perché si punisce chi ha comunque pagato e che ha
pagato anche gli interessi di mora per il ritardo. E se il ritardo fosse
dovuto alla consegna della bolletta? O ad una malattia? O alla mancanza
di soldi fino al prossimo stipendio?
Che vergogna! Fa vergogna veder dichiarato da parte di Umbra Acque
che la richiesta di deposito cauzionale è fatta per supplire a chi,
chiudendo un’utenza lascia il conto da pagare! Ci chiediamo perché quel
conto lo debbano pagare i cittadini che continuano a pagare le
bollette!!! E’ troppo facile infierire sugli utenti diligenti, sulle
prime case, sugli anziani, su chi ha contratti ormai decennali e che ha
sempre pagato i sui debiti, su chi probabilmente l’utenza non la
chiuderà mai anche se arriva a stento in fondo al mese.
E’ preoccupante leggere quanto dichiarato dal neo presidente di
Umbra Acque quando sostiene che la modifica al regolamento con la quale
si è deciso questo adeguamento è stata approvata da tutti i sindaci
all’unanimità perché a molti cittadini ciò non risulta e comunque allora
è NON è vero che i sindaci, e il presidente stesso che da loro viene
nominato, sono seduti all’ATO per fare gli interessi degli utenti
cittadini ma, senza idee, percorrono la stessa strada di Tremonti e
Berlusconi che in sintesi è: più tasse per tutti e, per i furbi che non
pagano, pagano gli altri. Davvero un bel modo di agire durante un
periodo di crisi!
Pur non conoscendo il funzionamento del sistema, anche la
giustificazione della errata stampa delle bollette ci lascia davvero
stupefatti: Umbria Acque intende dire che le bollette vengono stampate
da una tipografia esterna, in fronte retro, in due momenti separati? e
non quindi con la modalità come è stato fatto nei propri uffici per chi è
andato a farsi ristampare la bolletta sbagliata? Sarà... Comunque ed
inoltre, chi le spedisce le buste con le bollette? Sempre la tipografia?
E se le spedisce in ritardo che si fa? E per gli straordinari dei
dipendenti degli uffici costretti al lavoro fino a tardi per evadere le
code di utenti in attesa, pagherà sempre la stessa tipografia? Noi non
crediamo che tutto ciò sia verosimile ma vorremmo comunque sapere: quale
è questa tipografia?
Un po’ ci possiamo ancora stare a farci prendere in giro, ma che per
questo si debba anche pagare è davvero anacronistico. Chiediamo al
Sindaco, se davvero rappresenta i cittadini del nostro comune, di
intervenire deciso su Umbra Acque per fermare la richiesta dei depositi e
per far restituire immediatamente i soldi a chi a già (anche
involontariamente) pagato! Ai referendum di Giugno i cittadini hanno
espresso, con coscienza ed onestà, la loro volontà adesso sta agli
amministratori farla rispettare o cancellarla!
Si scrive Acqua e si legge Democrazia!
Comitato 2 Si per l’Acqua Bene Comune di Marsciano
Comitato 2 Si per l’Acqua Bene Comune di Marsciano
Umbra Acque - Migliaia di cittadini si rifiutano di pagare
da: www.umbrialeft.it
PERUGIA - Orfeo Goracci, consigliere di Prc-Fds e
vice presidente del Coniglio regionale, con una interrogazione alla
Giunta chied spiegazioni sulle preannunciate soppressioni degli Ati e
sollecita l'esecutivo ad adeguare leggi e regolamenti regionali alla
volontà popolare che con il Referendum ha espresso un inequivocabile no
alla privatizzazione dell’acqua, auspicando un chiaro ritorno alla
gestione pubblica”. Per Goracci è legittimo e perfino inevitabile che
migliaia di cittadini umbri si ribellino alla pesante imposizione,
unilaterale ed economicamente inaccettabile, voluta da Umbra Acque anche
in relazione all'esito del Referendum.
“Migliaia i cittadini umbri stanno inviando alla
Società Umbra Acque la comunicazione con cui si rifiutano di pagare
la gabella del deposito cauzionale: solo a Gubbio in 400 si sono rivolti
al nostro partito per compilare ed inviare il modulo”.
Lo sostiene Orfeo Goracci, consigliere di Prc-Fds e
vice presidente del Coniglio regionale, in una interrogazione alla
Giunta nella quale si chiedono spiegazioni sulle preannunciate
soppressioni degli Ati, e si sollecita a “procedere il più celermente
possibile e senza indugi ad adeguare leggi e regolamenti regionali alla
volontà popolare che con il Referendum ha espresso un inequivocabile no
alla privatizzazione dell’acqua, auspicando un chiaro ritorno alla
gestione pubblica”.
Goracci, fortemente critico con la scelta di Umbra
Acque di pretendere il pagamento del deposito, “nonostante i segnali di
forte contrarietà manifestati da ampi settori della società civile,
della politica e perfino
delle istituzioni”, si dice preoccupato per il contenzioso aperto con i cittadini e nel merito osserva: “ Quando il giudice viene chiamato a dirimere questioni di rilevanza sociale possiamo star certi che qualcosa non funziona più”.
delle istituzioni”, si dice preoccupato per il contenzioso aperto con i cittadini e nel merito osserva: “ Quando il giudice viene chiamato a dirimere questioni di rilevanza sociale possiamo star certi che qualcosa non funziona più”.
Il vece presidente del Consiglio Goracci se la
prende in particolare con “la pervicacia della dirigenza della società
Umbra Acque di argomentare la legittimità della richiesta in base ad una
norma contrattuale, sostenibile in un rapporto commerciale tra pari, ma
non, come nel caso dell’acqua, per un servizio di primaria importanza
sociale gestito privatamente, ma da un'azienda, prevalentemente
pubblica, con i cittadini che sono tali prima di esser clienti”.
Dopo aver chiamato in causa “la latitanza della
politica, la complicità di molti livelli istituzionali e le debolezze
dei Comuni che hanno contribuito a generare questa situazione in cui i
soci privati, nonostante il Referendum hanno ancora un utile assicurato
del 7 per cento sugli investimenti”, Goracci afferma, “è legittimo e
perfino inevitabile che il cittadino si ribelli ad una pesante
imposizione, unilaterale ed economicamenteinaccettabile e smisurata:
Umbra Acque sa benissimo che i cittadini che si rifiutano di versare la
cauzione sono quelli che normalmente pagano, gli stessi che hanno votato
al referendum di giugno contro la privatizzazione dell’acqua”.
Sulla base “dell'enorme successo dei Referendum del
12-13 giugno 2011 con 27 milioni di voti di cittadini che hanno scelto
una gestione pubblica del servizio idrico”, Goracci sollecita alla
Regione di tradurne l'esito, “in nuove normative che realizzino una
gestione pubblica del bene comune acqua che coniughi trasparenza,
efficienza, democrazia, solidarietà”. Nel merito afferma che
“l’attuazione del dettato dei Referendum deve partire dalla proposta di
legge di iniziativa popolare sostenuta da più di 400mila firme e
depositata in Parlamento da ben quattro anni perché rappresenta la
volontà degli stessi soggetti che hanno vinto i Referendum
di considerare l'acqua un bene comune”. Goracci ricorda infine che:
“La Commissione speciale per le Riforme dello Statuto del Consiglio
regionale dell’Umbria sta discutendo la proposta di modifica avanzata
dal gruppo consiliare di Prc-Fds che afferma per l’acqua gli elementi e
le definizioni qualificanti ed inderogabili della tutela, di bene comune
e l’esclusione della finalità del profitto su questa risorsa”.
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