Il governo abolisce la gratuità dei libri di testo nella scuola elementare.
Questa volta il killer è Roberto Maroni anche se
il mandante è sempre lo stesso: il governo Berlusconi.In effetti è
stato un trucco ben congegnato: chi pensava di dover cercare i 103
milioni di Euro destinati al pagamento dei libri di testo per gli alunni
delle scuole elementari nella tabella (numero otto) del bilancio dello
Stato relativa al Ministero degli Interni?
All’interno di essa, al capitolo 7.243, non è rimasto niente dei 103
milioni destinati all’acquisto dei libri di testo per i due milioni e
mezzo di alunni delle elementari: soldi da trasferire ai Comuni visto
che fino ad oggi sono stati i Comuni a sostenere tale spesa. Si tratta
di un colpo ai bilanci di tante famiglie, che dovranno aggiungere, in
media, almeno una cinquantina di Euro alle spese per la scuola (astucci,
cartelle, grembiuli, atlante, vocabolari, tassa – illegittima – spesso
deliberata dai Consigli di Circolo per le spese della scuola, gite,
ticket per la mensa, materiale di pulizia per mancanza di fondi della
scuola….) che già superano in media i 2.000 Euro l’anno per chi ha
un/una figlio/a che frequenti le elementari.
E un colpo ancor più forte viene inferto alla Costituzione che all’articolo 34 afferma:
“L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.”
I libri di testo gratuiti alle elementari erano l’ultimo baluardo del
dettato costituzionale largamente inattuato e/o disatteso, visto che
alle medie i libri sono stati sempre pagati dai genitori e che anche
alle elementari le spese sono state perennemente in crescita. Il rischio
è che tra i genitori finisca per prevalere un generico “buon senso” che
sottovaluti la portata del dettato costituzionale sull’”obbligo
gratuito” e metta in conto anche questa spesa supplementare con
considerazioni del tipo: “Ma che volete che siano 50 euro, con tutto
quello che spendiamo per i nostri figli!”. Ad eventuali atteggiamenti
del genere dobbiamo ribattere che è un grave errore banalizzare il testo
costituzionale dell’obbligo gratuito perchè è proprio su tale principio
che si fonda il carattere universale del diritto all’istruzione: ed è
su di esso che la legislazione scolastica ha prodotto il meglio del suo
valore formativo e della sua efficacia, verso la scuola pubblica di
tutti/e e per tutti/e, con la massima integrazione e inclusione, il
rispetto degli alunni/e, la laicità, il Tempo Pieno, la programmazione
didattica collegiale, la scuola dell’infanzia e la scuola media unica.
Sono invece stati la violazione e l’aggiramento di questi principi che
hanno degradato e impoverito la scuola e la didattica, tramite la parità
scolastica e i finanziamenti alla scuola privata, l’aziendalizzazione e
privatizzazione della stessa scuola pubblica, la cialtroneria e
l’illegalità diffuse, l’inefficacia dei percorsi scolastici.
I principi di obbligatorietà e gratuità hanno fondato e reso
esigibili diritti i cui costi dovevano essere affrontati con le risorse
della fiscalità generale che la stessa Costituzione perciò definiva
progressiva rispetto alle possibilità economiche, tanto che ancora nel
1974 al momento in cui fu istituita l’Irpef la aliquota più alta della
tassazione personale era del 72% (per redditi superiori agli allora 500
milioni di lire).
Dobbiamo dunque scendere in lotta immediatamente per difendere ad un
tempo la Costituzione, il senso e la qualità della scuola pubblica, la
condizione economica delle famiglie, con iniziative di scuola, di
quartiere, di paese e città, nei confronti del Ministero e del governo
(prefetture, comuni) con la partecipazione di tutte le componenti del
“popolo della Scuola Pubblica”.
I LIBRI DI TESTO ALLE ELEMENTARI DEVONO RIMANERE GRATUITI!!!
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