di Massimo Franchi, su www.unita.it
Mi spiace dedicare l'ennesimo post al
peggior ministro di questo governo (e ce ne vuole) e al peggior ministro
del Lavoro (o Welfare) della storia della Repubblica. L'unica ragione è
la gravità delle sue scelte e, ancor di più, le motivazioni con cui le
spiega.
Orbene, venerdì Sacconi è riuscito, nonostante la sua svolta cattolica,
nella difficile impresa di farsi fischiare dalla platea della Acli per
aver definito "Bastardi" gli anni settanta. Quelli in cui è arrivato lo
Statuto dei lavoratori, in cui si è avverata l'unità sindacale dei
metalmeccanici (la Flm), in cui i lavoratori hanno finalmente
conquistato quei diritti che ora lo stesso Sacconi vuole togliere loro,
in cui è diventato legge lo Statuto dei lavoratori, invenzione di due
uomini (Brodolini e Giugni) a cui Sacconi indegnamente si paragona in
quanto "socialista".
Poi oggi (chissà perché le porcate Sacconi le fa sempre nei giorni e nei
mesi di festa) è arrivata la modifica all'articolo 8 della manovra,
quello con cui Sacconi ha regalato alla Fiat la norma retroattiva per
legittimare gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, e che ha
previsto le deroghe aziendali al contratto nazionale.
Nonostante le critiche unanimi (perfino Ichino...) ad un provvedimento
che cancella 40 anni di Diritto del Lavoro, gli emendamenti sono
riusciti a peggiorare (se era possibile) la norma. Ora è specificato ed
esplicitato nero su bianco senza i giri di parole della prima stesura
che i contratti aziendali possono derogare il contratto nazionale in
tutto e per tutto (tranne le comiche specifiche sui licenziamenti di
madri e padri durante la maternità-paternità, tanto per far vedere alla
Chiesa che la si tiene in conto...), in primo luogo il diritto a
licenziare senza giusta causa, cancellando di fatto l'articolo 18 dello
Statuto.
Ecco, Sacconi ha commentato l'approvazione degli emendamenti che lui si
vanta di aver dettato alla monolitica (chissà perché solo su queste
questioni) maggioranza con queste incredibili parole:
"Non ha senso pertanto parlare di libertà di licenziare o usare altre
semplificazioni che non corrispondono, neppure lontanamente, alla
oggettività della norma. Più in generale, il nostro sistema di relazioni
industriali assume quella dimensione "tedesca", sollecitata da tutte le
istituzioni sovranazionali, compresa la Bce (ma la famosa lettera
arrivata da Francoforte che chiedeva queste norme non l'ha mai fatta
vedere, Ndr)".
E ancora: "Le modifiche all'articolo 8 introdotte dalla Commissione
bilancio contengono utilissimi elementi per la più certa interpretazione
delle rilevanti novità previste dalla manovra relativamente alla
capacità dei contratti aziendali e territoriali - afferma il ministro
del Lavoro, Maurizio Sacconi - i soggetti abilitati a firmarli sono
quelli comparativamente più rappresentativi e le loro rsa o rsu secondo
quanto dispongono leggi e accordi interconfederali, compreso quello
recente del giugno. Viene così accolta la richiesta espressa da Cisl e
Uil a che fossero certamente evitati accordi 'pirata' con soggetti di
comodo o senza rappresentatività".
Parole che non hanno bisogno di commenti. In poche ore una raccolta di
firme per chiedere le dimissioni di Sacconi sul principale social
network ha già raggiunto cifre considerevoli. E' la reazione dei
"bastardi" (i Bartali di oggi) che credono ancora che lo Statuto dei
lavoratori voluto da veri socialisti sia ancora importante.
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