lunedì 5 settembre 2011

Sacconi e i "bastardi"

Bartali 

Storie di testardi che fanno incazzare

 

di Massimo Franchi, su www.unita.it
 
Mi spiace dedicare l'ennesimo post al peggior ministro di questo governo (e ce ne vuole) e al peggior ministro del Lavoro (o Welfare) della storia della Repubblica. L'unica ragione è la gravità delle sue scelte e, ancor di più, le motivazioni con cui le spiega.
Orbene, venerdì Sacconi è riuscito, nonostante la sua svolta cattolica, nella difficile impresa di farsi fischiare dalla platea della Acli per aver definito "Bastardi" gli anni settanta. Quelli in cui è arrivato lo Statuto dei lavoratori, in cui si è avverata l'unità sindacale dei metalmeccanici (la Flm), in cui i lavoratori hanno finalmente conquistato quei diritti che ora lo stesso Sacconi vuole togliere loro, in cui è diventato legge lo Statuto dei lavoratori, invenzione di due uomini (Brodolini e Giugni) a cui Sacconi indegnamente si paragona in quanto "socialista".
Poi oggi (chissà perché le porcate Sacconi le fa sempre nei giorni e nei mesi di festa) è arrivata la modifica all'articolo 8 della manovra, quello con cui Sacconi ha regalato alla Fiat la norma retroattiva per legittimare gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, e che ha previsto le deroghe aziendali al contratto nazionale.
Nonostante le critiche unanimi (perfino Ichino...) ad un provvedimento che cancella 40 anni di Diritto del Lavoro, gli emendamenti sono riusciti a peggiorare (se era possibile) la norma. Ora è specificato ed esplicitato nero su bianco senza i giri di parole della prima stesura che i contratti aziendali possono derogare il contratto nazionale in tutto e per tutto (tranne le comiche specifiche sui licenziamenti di madri e padri durante la maternità-paternità, tanto per far vedere alla Chiesa che la si tiene in conto...), in primo luogo il diritto a licenziare senza giusta causa, cancellando di fatto l'articolo 18 dello Statuto.
Ecco, Sacconi ha commentato l'approvazione degli emendamenti che lui si vanta di aver dettato alla monolitica (chissà perché solo su queste questioni) maggioranza con queste incredibili parole:
"Non ha senso pertanto parlare di libertà di licenziare o usare altre semplificazioni che non corrispondono, neppure lontanamente, alla oggettività della norma. Più in generale, il nostro sistema di relazioni industriali assume quella dimensione "tedesca", sollecitata da tutte le istituzioni sovranazionali, compresa la Bce (ma la famosa lettera arrivata da Francoforte che chiedeva queste norme non l'ha mai fatta vedere, Ndr)".
E ancora: "Le modifiche all'articolo 8 introdotte dalla Commissione bilancio contengono utilissimi elementi per la più certa interpretazione delle rilevanti novità previste dalla manovra relativamente alla capacità dei contratti aziendali e territoriali - afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - i soggetti abilitati a firmarli sono quelli comparativamente più rappresentativi e le loro rsa o rsu secondo quanto dispongono leggi e accordi interconfederali, compreso quello recente del giugno. Viene così accolta la richiesta espressa da Cisl e Uil a che fossero certamente evitati accordi 'pirata' con soggetti di comodo o senza rappresentatività".
Parole che non hanno bisogno di commenti. In poche ore una raccolta di firme per chiedere le dimissioni di Sacconi sul principale social network ha già raggiunto cifre considerevoli. E' la reazione dei "bastardi" (i Bartali di oggi) che credono ancora che lo Statuto dei lavoratori voluto da veri socialisti sia ancora importante. 

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