Lo
spettacolo della gente che si butta in testa secchiate d’acqua
ufficialmente per aiutare la raccolta fondi contro la Sla,
sostanzialmente per fare i fresconi e richiamare servizi televisivi, è
una cosa che dovrebbe suscitare pena e indignazione. Tanto più che dopo
le secchiate, compresa quella di Renzi irrestibilmente attratto dalle
stupidaggini come l’ago della bussola lo è dal nord, non arrivano soldi o
ne arrivano pochini: in tutto l’occidente finora non si è raccolto
nemmeno ciò che serve a comprare un F35 e in Italia nemmeno una berlina
accessoriata. Alla fine si arriva a constatare che la ricerca su una
malattia considerata rara non è sostenuta dai fondi pubblici il cui
unico scopo è risparmiare per far contenta la finanza, ma nemmeno da
quella privata che non ne ricaverebbe un significativo profitto: rimane
affidata alla possibilità che qualche buffonata umanitaria raccolga
pochi spiccioli, magari esentasse.
Secchiate in testa invece di fare l’eroico sforzo di usare la parte
anatomica in questione per affrontare i problemi legati alla salute e
dunque anche al grado di solidarietà che le società riescono a
sviluppare. E che ahimè sembra scomparire dall’evanescente e
terribile Europa delle banche. Tanto che il ministro lituano della
salute, tale Rimante Salaseviciute, personaggio tra i più progressisti
della piccola repubblica baltica sulla quale sventola la bandiera delle
12 stelle, arriva a dichiarare alla radio nazionale: “L’eutanasia
è una buona soluzione per gli strati deboli della società, per i poveri
che non hanno i mezzi per pagare le cure sanitarie.” Aggiungendo che è impensabile che la Lituania sviluppi uno stato sociale dove la sanità e le cure siano accessibili a tutti.
Evidentemente gli accorati appelli della Lagarde sull’allarmante aumento dell’età media e sulla incredibile
tracotanza dei ceti popolari che pretenderebbero di usufruire dei
progressi delle conoscenze mediche, fanno scuola. Ora vengono i brividi
pensando che la Salaseviciute è divenuta ministra della sanità da appena
un mese, sostituendo il compagno di partito e di governo Andriukaitis
chiamato a far parte della commissione europea.
Ma vedete le secchiate in testa e le incredibili dichiarazioni che
arrivano dalla Lituania, non sono affatto cose separate e non correlate
fra loro: sono due facce della stessa medaglia. Quella feroce dei
piccoli (ma anche grandi) stati del profondo est dove la conversione
liberista ha assunto toni fanatici dopo la caduta dell’ Urss,
trasferendo tout court il dirigismo verticistico di stampo sovietico
verso i centri di potere economico e quello buonista, apparentemente
umanitario di stampo occidentale dove si raccolgono fondi caritatevoli
alla luce tuttavia della medesima prescrizione ideologica secondo la
quale lo stato, il pubblico non può più garantire l’accesso alla sanità
di tutti i cittadini. Buffoni e canaglie compaiono sullo stesso piano
ideologico come le figure speculari su una carta da gioco. Quella del
baro che ci sta portando via la posta accumulata in tanti anni di lotte e
di speranze.
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