L’ex segretario di Stato Usa rivendica la creazione della guerriglia islamista, in funzione anti Assad. Poi accusa Obama di averne perso il controllo a causa della sua posizione troppo attendista. «Avrebbe dovuto fare come Netanyahu, affondando il colpo».
di Franco Fracassi, Popoffquotidiano.it
«È stato un fallimento.
Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era
formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di
questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq».
L’ex segretario di Stato Usa Hillary Rodham Clinton ha rilasciato un’intervista
a Jeffrey Goldberg del giornale web “The Atlantic”. «In un’intervista che
risale allo scorso febbraio il presidente Obama mi disse: “Quando hai un esercito
di professionisti che combatte contro contadini, falegnami e ingegneri che
iniziano una protesta devi fare qualcosa. Purtroppo modificare l’equazione
delle forze in campo è difficile, e quasi mai ci si riesce. All’epoca non
capii. Oggi mi è tutto chiaro», scrive Goldberg
Clinton: «Obama in politica estera è troppo cauto. L’America ha bisogno di un leader che crede che il proprio Paese sia un’indispensabile forza di pace, nonostante gli errori commessi. Anzi, gli errori li commette proprio chi fa, fanno parte del ruolo dell’America. Obama cerca con troppa insistenza di comunicare agli americani che non sta facendo qualcosa di folle. È troppo ragioniere. Noi, invece, dovremmo portare avanti una politica estera bilanciata. Una via di mezzo tra la bellicosità di Bush e l’attesa di Obama. Attendere lo sviluppo degli eventi non ti porta a prendere decisioni migliori e più sagge per il mondo e per l’America».
«Abbiamo fatto un gran lavoro contro l’Unione Sovietica. Ma abbiamo anche commesso molti errori. Abbiamo appoggiato personaggi veramente cattivi. Abbiamo fatto cose in America Latina e nel Sud-est asiatico di cui non vado per nulla fiera. Ma all’epoca c’era un obiettivo più grande. E lo abbiamo raggiunto. Tutto il resto è passato in secondo piano. È così che bisogna agire, che deve agire l’America», ha proseguito l’ex ministra degli Esteri.
E a proposito dell’atteggiamento di Israele verso i palestinesi: «Israele ha fatto quello che serviva per contrastare i missili sparati dai palestinesi. Israele ha il diritto di difendersi. Netanyahu ha agito correttamente, come andava fatto. Le vittime civili, i bambini, le donne, sono tutti effetti collaterali di una politica giusta. Quando un Paese democratico attacca, ovviamente, colpisce anche civili innocenti. Ma alla base c’è comunque un processo decisionale etico che non appartiene ai Paesi non occidentali. E comunque, la colpa per quello che sta accadendo resta ad Hamas».
«Obama deve prendere esempio da Netanyahu. Se avessimo agito con la stessa decisione in Siria i combattenti della Jihad non ci sarebbero sfuggiti di mano, come poi è accaduto. Adesso rappresentano un vero pericolo per il Medio Oriente, per l’Europa e perfino per gli Stati Uniti», ha concluso la Clinton.
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