venerdì 22 agosto 2014

Una sniffata di Pil per il governo Di ilsimplicissimus


 Pil droga prostituzioneProstitute, contrabbandieri, corrieri della droga, corrotti e bombardieri vengono in soccorso di Renzi: la stravagante ciurmaglia lo aiuterà a mostrare che la crescita c’è e a rabberciare il Documento di economia e finanza. Anzi per non contrastare la natura della nuova armata brancaleone, il governo violerà la legge che impone la presentazione del Def entro il 20 settembre, spostandolo al primo ottobre per poter beneficiare dei primi effetti del nuovo calcolo della contabilità pubblica e dunque anche del Pil,voluto in sede europea e in partenza da settembre. Com’è noto esso immette nel calcolo una stima delle attività illegali oltre a uno scorporo delle spese militari e di ricerca: così mentre la situazione sarà del tutto immutata, anzi anche peggiore, Renzi pensa di intestarsi una crescita fasulla, solo statistica e di rientrare in questo modo nei parametri di Bruxelles.
Ma sarebbe ingeneroso attribuire al guappo di Rignano questo ennesimo stratagemma per nascondere il fallimento e al contempo troppo generoso attribuirgli  i meriti di essersi inventato di un sotterfugio che nasce a ben altri livelli: il nuovo calcolo del Pil è da anni una strategia del capitalismo finanziario alle prese con teorie liberiste messe di fronte alle loro contraddizioni e a una crisi ormai endemica. Per prima sono ricorsi a questo escamotage statistico gli Usa che hanno cambiato il calcolo nel 2010 con un aumento  numerico di circa un 3,5% di pil, poi è toccato alla Spagna, alla Gran Bretagna e in seguito alla Francia  cominciare a “drogare” il pil, seppure parzialmente e ora è venuta l’ora per tutti gli altri Paesi che languono nella stagnazione.
Il cambiamento di parametri era necessario per “dimostrare” che le prescrizioni dopotutto funzionano e abbindolare con numeri sostanzialmente falsi le opinioni pubbliche: così si spera di dare più credito alle ricette che hanno provocato la crisi e nel contempo cercare di suscitare ottimismo. Naturalmente la scusa ufficiale è quella di rendere più aderente il calcolo del Pil al mondo globalizzato, ma in realtà siamo di fronte a una mutazione maligna del capitalismo: rendere in qualche modo ufficiali le attività criminali e dare loro un segno psicologico “positivo” significa alla fine rinnegare la legalità democratica in funzione del mercato. E’ fin troppo ovvio che l’interesse a reprimere e/o arginare comportamenti illegali che portano pil immediato, anche se distruggono il futuro, sarà molto più debole. Così come aumenterà la tentazione di fare del gioco d’azzardo una gallina dalle uova d’oro o dei traffici di droga un industria non dico protetta, ma nemmeno avversata più di tanto. E guai a chi chiede la liberalizzazione che ora si scontrerà non solo contro il conformismo, ma anche contro gli interessi di bilancio dello Stato. Per non parlare dello scorporo dalla voce spesa degli acquisti di nuovi armamenti considerati come un’investimento in sicurezza. E del tutto evidente che si tratta di una totale follia disegnata sugli incubi di Bush e in ogni caso un segnale fin troppo chiaro di come le elite finanziarie ed economiche ormai pensano di uscire dalla palude che hanno creato anche attraverso la guerra.
Infine nel nuovo calcolo c’è un elemento che favorisce la delocalizzazione specie nei settori dove l’Italia conserva ancora qualche rimasuglio di presenza: le merci mandate al’estero per essere lavorate, non saranno più considerate export e import e dunque non peseranno sulla bilancia commerciale. Ma sull’occupazione ahimè sì, mentre i governi perderanno interesse a tenere a casa le aziende.
Però siccome i nuovi calcoli sono fumo colorato negli occhi dell’opinione pubblica, risultano vitali per le cricche e le lobby di Bruxelles inchiodate al fallimento delle loro prescrizioni. E più che mai apprezzate dal nostro governo, nonostante  l’Italia sia il Paese europeo che beneficerà di meno dell’aumento di Pil statistico, facendoci restare comunque l’ultima ruota del carro. Del resto ai cittadini si fa credere che questo cambiamento del calcolo sia solo un fatto tecnico, un adeguamento alla realtà di una misura econometrica di per sé insufficiente, ingannevole e politicamente orientata, mentre invece si tratta di un nuovo passo nella discesa verso gli inferi, di un nuovo capitolo del dramma globale.

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