giovedì 2 ottobre 2014

BOBO E BOBA di Massimo Gramellini

mar
Roberto Maroni, il politico famoso per avere solcato vent’anni di storia patria senza mai dire nulla di ricordabile due ore dopo, torna sulle pagine dei giornali per un episodio che gli fa ancora una volta onore. Invitato da Expo 2015 a partecipare a una missione di finto lavoro in Giappone, la versione lombarda dell’uomo invisibile avrebbe potuto rifiutarsi, adducendo di avere cose ben più importanti da fare che andare a rimpinzarsi di sushi in qualche albergo extraluxe del Sol Levante. Invece, forse perché non aveva niente di così importante da fare, la fronte più spaziosa della Lega ha accettato di mettere la faccia barbuta sull’iniziativa, dichiarandosi disponibile a raggiungere Tokyo per farne un sobborgo di Varese. A una piccola, insignificante condizione: portarsi al seguito una delle sue assistenti, Mariagrazia Paturzo, che secondo i soliti inquirenti malevoli sarebbe stata assunta nel simpatico baraccone espositivo milanese per volontà dell’ex dito mignolo di Bossi.
Maroni avrebbe potuto partire per Tokyo in solitudine («depaturzizzato», direbbe lui). Oppure anticipare i 6500 euro necessari a coprire la trasferta della collaboratrice. Invece ha preferito piegarsi alla soluzione più dolorosa: pretendere da Expo 2015 che la Paturzo paturzasse in Oriente a spese dei contribuenti italo-padani. Vistosi incredibilmente rifiutare la richiesta, per ripicca ha deciso di restare a casa pure lui. Perché da Formigoni non ha ereditato solo la poltrona, ma anche la passione per i viaggi a sbafo.

Nessun commento: