La manovra finanziaria di quest’anno è concepita per agevolare chi possiede una villa come prima casa, e maneggia abitualmente grosse somme di denaro in contanti. È la Manovra della Magliana. Il canone verrà inserito nella bolletta dell’energia elettrica, ed è logico, visto quanto la Rai somiglii all’Istituto Luce.
Il resto delle misure economiche si riduce ai soliti tagli lineari contemporaneamente vessatori e inefficaci, e qualche ritocco inutile a favorire la crescita quanto a tingere la ricrescita.
Alle slide di Renzi – “L’Italia con il Segno Più” – mancava quella che da sola sarebbe bastata a descrivere tutta la manovra: Più Cazzate.
Sempre più minoritaria nel paese, la maggioranza governativa di Renzi, che minacciava stizzoso di defogliare i “cespugli”, è oggi in realtà ostaggio dei capricci, dei ricatti, e degli appetiti di tutte le minoranze parlamentari possibili e immaginabili: Verdiniani, Alfaniani, Bersaniani, Centromediani, Espulsi, Fuoriusciti, Scissionisti, Gruppimistici, Sellini, Tirolesi, Quagliarelli… al mercatone mancano solo i Ferengi, ma sicuramente anche tutti gli altri hanno ben chiare le Regole dell’Acquisizione.
Se il prezzo dei patetici Bersaniani probabilmente è stato per Renzi una semplice promessa di ricandidatura, quello dei Verdiniani è molto più alto.
Il suo sputtanamento definitivo.
Quando Denis Verdini stornella beffardo in Tv tutto il potere che ha sul governo, lo fa perché questo è il prezzo che Renzi deve pagare per restare dov’è. Perdere anche l’ultimo brandello di dignità apparente. L’ultimo truciolo della verniciatura di nuovismo rottamatore. L’ultimo straccio di maschera. Rivelarsi completamente per il patetico clone debole di Berlusconi che è sempre stato. Quel Berlusconi che col suo serraglio di fuoriusciti sta svuotando dall’interno il simulacro di Renzi, in modo che alle prossime elezioni sia facile schiacciarlo come un guscio d’uovo. Non per Berlusconi personalmente. Per il suo nuovo clone debole.
Ogni presunta vittoria che Renzi ottiene grazie ai voti Ferengi è un passo verso la sua personale rottamazione.
Il resto delle misure economiche si riduce ai soliti tagli lineari contemporaneamente vessatori e inefficaci, e qualche ritocco inutile a favorire la crescita quanto a tingere la ricrescita.
Alle slide di Renzi – “L’Italia con il Segno Più” – mancava quella che da sola sarebbe bastata a descrivere tutta la manovra: Più Cazzate.
Sempre più minoritaria nel paese, la maggioranza governativa di Renzi, che minacciava stizzoso di defogliare i “cespugli”, è oggi in realtà ostaggio dei capricci, dei ricatti, e degli appetiti di tutte le minoranze parlamentari possibili e immaginabili: Verdiniani, Alfaniani, Bersaniani, Centromediani, Espulsi, Fuoriusciti, Scissionisti, Gruppimistici, Sellini, Tirolesi, Quagliarelli… al mercatone mancano solo i Ferengi, ma sicuramente anche tutti gli altri hanno ben chiare le Regole dell’Acquisizione.
Se il prezzo dei patetici Bersaniani probabilmente è stato per Renzi una semplice promessa di ricandidatura, quello dei Verdiniani è molto più alto.
Il suo sputtanamento definitivo.
Quando Denis Verdini stornella beffardo in Tv tutto il potere che ha sul governo, lo fa perché questo è il prezzo che Renzi deve pagare per restare dov’è. Perdere anche l’ultimo brandello di dignità apparente. L’ultimo truciolo della verniciatura di nuovismo rottamatore. L’ultimo straccio di maschera. Rivelarsi completamente per il patetico clone debole di Berlusconi che è sempre stato. Quel Berlusconi che col suo serraglio di fuoriusciti sta svuotando dall’interno il simulacro di Renzi, in modo che alle prossime elezioni sia facile schiacciarlo come un guscio d’uovo. Non per Berlusconi personalmente. Per il suo nuovo clone debole.
Ogni presunta vittoria che Renzi ottiene grazie ai voti Ferengi è un passo verso la sua personale rottamazione.
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