martedì 13 marzo 2012

I lavoratori così poveri che lo stipendio se lo fanno versare nel cappello – Francesca Fornario, L’Unità


In un negozio alla moda di Milano, i commessi sorpresi a commettere un errore venivano costretti a fare dieci flessioni. La direzione deve aver frainteso il concetto di «lavoro flessibile». 
Un commesso con un contratto flessibile guadagna in media 19 euro al giorno. Due milioni di lavoratori vivono sotto la soglia di povertà, senza contare chi lavora in nero. Due milioni di lavoratori sono così poveri che lo stipendio se lo fanno versare nel cappello. Gli annunci di lavoro, ormai, sono delle tali fregature che vengono pubblicati accanto a quelli degli occhiali a Raggi X per spiare la vicina quando si spoglia. 
È anche per questo che decine di migliaia di persone, venerdì, sono scese in piazza con la Fiom. Per difendere la democrazia nei luoghi di lavoro (e non) e per chiedere una pianificazione industriale sostenibile. Per esempio: perché Finmeccanica, controllata al 30 per cento dallo Stato, dismette le aziende che costruiscono treni e non quelle che costruiscono armi? Va bene che le pallottole viaggiano più veloci dei vagoni, ma non servono ai pendolari. Tranne a quelli di cui sopra. 
In corteo hanno sfilato anche i sindaci della Val di Susa contrari alla Tav. La Tav, concepita agli inizi degli Anni Novanta, è superata come una canzone degli Europe (non vi ricordate chi sono? Appunto), è un’opera così vecchia che il progetto originale è stato disegnato con una punta di selce su un vaso di terracotta dell’Età del Bronzo, ma il punto non è questo. Il punto è che il Partito Democratico ha rinunciato ad aderire alla manifestazione della Fiom per non ritrovarsi al fianco dei sindaci (del Partito Democratico) che vogliono bloccare gli scavi in Val di Susa.  
Mentre il Pd è favorevole agli scavi. Infatti, si sta scavando la fossa. Del resto, anche se il Pd ha deciso di non esserci, nel corteo c’erano migliaia di elettori del Pd. Erano così tanti che Bersani ha chiesto di ricontarli.

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