Quasi 11 milioni di italiani non pagano l’Irpef
E i dipendenti battono gli imprenditori
I dati del ministero dell'Economia. Il reddito medio dei contribuenti
è di circa 19mila euro, uno su 3 dichiara meno di 10 mila euro, solo
uno su 100 ha un reddito superiore ai 100mila euro. Le regioni "più
ricche" sono Lombardia e Lazio
I lavoratori dipendenti sono più ricchi degli imprenditori.
Questo, almeno, è quanto dicono le analisi delle dichiarazioni dei
redditi diffuse oggi dal dipartimento delle Finanze del ministero
dell’Economia. Secondo le cifre delle dichiarazioni Irpef, i primi
dichiarano un reddito medio di 19.810 euro, i loro datori di lavoro
hanno invece un reddito medio di 18.170 euro. Il dato degli imprenditori
è calcolato, si legge nel dossier, “con riferimento ai soli
contribuenti che non dichiarano perdite”.
Gli imprenditori, insomma, sono i lavoratori più poveri nel 2010. Andando a salire seguono i dipendenti e gli autonomi (che è la categoria “più ricca” con una media di reddito di 41.320 euro). Il reddito dei pensionati è, invece, di 14.980 euro, mentre è di 16.500 euro il reddito cosiddetto “da partecipazione“, cioè redditi d’impresa, derivanti dai profitti conseguiti nell’esercizio d’imprese commerciali, nel caso di società di persone.
I dipendenti tornano ad aumentare. I lavoratori dipendenti sono più di 20,9 milioni (cioè il 50,37% dei contribuenti): dopo un vistoso calo nel 2009 (-273.746), dovuto alla fase più acuta della crisi economica, nel 2010 tornano a crescere (+56.557). Se si considera il reddito complessivo posseduto il valore medio sale a 21.810 euro. Circa l’82% dei dipendenti dichiara un’imposta netta, per un valore complessivo di 90,7 miliardi di euro (61% del totale imposta netta dichiarata) ed un valore medio di 5.300 euro. Più di 3,7 milioni di dipendenti non dichiarano imposta netta per effetto sia di livelli di reddito che rientrano nelle fasce di esonero, ma soprattutto per l’utilizzo delle detrazioni. Conseguentemente, le retribuzioni erogate nel 2010 sono quasi 425 miliardi. Analizzando la composizione del reddito complessivo si evidenzia un’incidenza di circa il 91% del reddito da lavoro dipendente.
Undici milioni a reddito zero. Sono quasi 11 milioni (10,7), stando alle statistiche del ministero dell’Economia, i contribuenti che dichiarano zero, cioè che in pratica non pagano l’Irpef. Si tratta di contribuenti a basso reddito compresi nelle soglie di esenzione o la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni del Fisco. Più di 4 milioni sono dipendenti.
Reddito medio di 19mila euro. Il reddito medio degli italiani è di 19.250 euro. In un anno il reddito è cresciuto dell’1,2%. Il 49% dei contribuenti italiani ha un reddito complessivo lordo annuo che non supera i 15mila euro l’anno. Un terzo invece non supera i 10mila euro. Solo l’1% dei contribuenti italiani invece dichiara redditi superiori ai 100mila euro. I contribuenti con redditi dichiarati superiori ai 300mila euro sono invece 30.590, lo 0,07% del totale. Si tratta in quest’ultimo caso della platea potenziale del contributo di solidarietà del 3 per cento che verrà applicato negli anni d’imposta 2011-2013. Di questa fascia fanno parte circa 7.800 pensionati e 18mila lavoratori dipendenti.
I lombardi i più ricchi. La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 13.970 euro.
Le detrazioni. Le detrazioni per lavoro dipendente e pensioni ammontano nel 2010 a 41,9 miliardi di euro, mentre quelle per carichi di famiglia ammontano a 11,4 miliardi. Gli oneri deducibili, pari a circa 22 miliardi di euro, registrano un complessivo aumento dello 0,9% rispetto al 2009. Da qui gli sconti sull’Irpef, secondo il ministero, valgono 50 miliardi di euro. Gli oneri deducibili sono stati pari a 22 miliardi di euro, mentre gli oneri detraibili al 19% hanno pesato per 28 miliardi. Sono deducibili, come noto, le spese che comportano una diminuzione del reddito, mentre sono detraibili quelle che garantiscono uno sconto sull’imposta da pagare.
Gli incrementi percentuali maggiori riguardano i contributi per servizi domestici e familiari (+31,5%) e i versamenti per la previdenza complementare (+16,7%). Riguardo agli oneri detraibili al 19% (circa 28 miliardi di euro), si registra una flessione dello 0,6%, determinata principalmente dalla riduzione degli interessi passivi relativi a mutui (in particolare si assiste a un calo del 28% degli oneri relativi ai mutui per recupero edilizio).
Circa 15 milioni di contribuenti dichiarano oneri detraibili per spese sanitarie, per un totale di 13,6 miliardi di euro; i due terzi di questa cifra sono concentrati nei contribuenti con reddito superiore a 20.000 euro. In forte aumento le spese per la riqualificazione energetica detraibili al 55 per cento (+23%) e le spese per il recupero edilizio detraibili al 36% (+12%). Tra le detrazioni fanno la parte del leone quelle relative alle spese sanitarie che sono utilizzate da oltre 15 milioni di contribuenti; seguono, nella frequenza delle detrazioni che risultano nelle dichiarazioni Irpef, le spese per assicurazioni e quelle per i mutui.
Ma la crisi non ferma la solidarietà. La crisi tuttavia sembra non interrompere gli slanci di solidarietà: nel 2010 quasi un milione di contribuenti (915 mila) ha effettuato nel 2010 erogazioni liberali a favore delle Onlus.
Aumentano le spese per le badanti. Tra le particolarità emerge che in un anno sono aumentati i contribuenti italiani (sono 18mila circa in più) che hanno dichiarato di aver sostenuto spese per addetti all’assistenza personale (badanti), con un incremento del 21,8% dell’ammontare totale delle spese.
Imposta media di 4800 euro. L’imposta netta Irpef sui redditi del 2010 ha un valore medio di medio di 4.840 euro e segna un aumento del 2,5% (+120 euro) rispetto ai 4.720 euro del 2009. L’imposta “positiva” è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti, il 74 per cento del totale contribuenti. L’addizionale regionale Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta a circa 3 miliardi (+0,4%) con un importo medio pari a 120 euro. L’addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), mentre l’addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro).
Gli imprenditori, insomma, sono i lavoratori più poveri nel 2010. Andando a salire seguono i dipendenti e gli autonomi (che è la categoria “più ricca” con una media di reddito di 41.320 euro). Il reddito dei pensionati è, invece, di 14.980 euro, mentre è di 16.500 euro il reddito cosiddetto “da partecipazione“, cioè redditi d’impresa, derivanti dai profitti conseguiti nell’esercizio d’imprese commerciali, nel caso di società di persone.
I dipendenti tornano ad aumentare. I lavoratori dipendenti sono più di 20,9 milioni (cioè il 50,37% dei contribuenti): dopo un vistoso calo nel 2009 (-273.746), dovuto alla fase più acuta della crisi economica, nel 2010 tornano a crescere (+56.557). Se si considera il reddito complessivo posseduto il valore medio sale a 21.810 euro. Circa l’82% dei dipendenti dichiara un’imposta netta, per un valore complessivo di 90,7 miliardi di euro (61% del totale imposta netta dichiarata) ed un valore medio di 5.300 euro. Più di 3,7 milioni di dipendenti non dichiarano imposta netta per effetto sia di livelli di reddito che rientrano nelle fasce di esonero, ma soprattutto per l’utilizzo delle detrazioni. Conseguentemente, le retribuzioni erogate nel 2010 sono quasi 425 miliardi. Analizzando la composizione del reddito complessivo si evidenzia un’incidenza di circa il 91% del reddito da lavoro dipendente.
Undici milioni a reddito zero. Sono quasi 11 milioni (10,7), stando alle statistiche del ministero dell’Economia, i contribuenti che dichiarano zero, cioè che in pratica non pagano l’Irpef. Si tratta di contribuenti a basso reddito compresi nelle soglie di esenzione o la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni del Fisco. Più di 4 milioni sono dipendenti.
Reddito medio di 19mila euro. Il reddito medio degli italiani è di 19.250 euro. In un anno il reddito è cresciuto dell’1,2%. Il 49% dei contribuenti italiani ha un reddito complessivo lordo annuo che non supera i 15mila euro l’anno. Un terzo invece non supera i 10mila euro. Solo l’1% dei contribuenti italiani invece dichiara redditi superiori ai 100mila euro. I contribuenti con redditi dichiarati superiori ai 300mila euro sono invece 30.590, lo 0,07% del totale. Si tratta in quest’ultimo caso della platea potenziale del contributo di solidarietà del 3 per cento che verrà applicato negli anni d’imposta 2011-2013. Di questa fascia fanno parte circa 7.800 pensionati e 18mila lavoratori dipendenti.
I lombardi i più ricchi. La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 13.970 euro.
Le detrazioni. Le detrazioni per lavoro dipendente e pensioni ammontano nel 2010 a 41,9 miliardi di euro, mentre quelle per carichi di famiglia ammontano a 11,4 miliardi. Gli oneri deducibili, pari a circa 22 miliardi di euro, registrano un complessivo aumento dello 0,9% rispetto al 2009. Da qui gli sconti sull’Irpef, secondo il ministero, valgono 50 miliardi di euro. Gli oneri deducibili sono stati pari a 22 miliardi di euro, mentre gli oneri detraibili al 19% hanno pesato per 28 miliardi. Sono deducibili, come noto, le spese che comportano una diminuzione del reddito, mentre sono detraibili quelle che garantiscono uno sconto sull’imposta da pagare.
Gli incrementi percentuali maggiori riguardano i contributi per servizi domestici e familiari (+31,5%) e i versamenti per la previdenza complementare (+16,7%). Riguardo agli oneri detraibili al 19% (circa 28 miliardi di euro), si registra una flessione dello 0,6%, determinata principalmente dalla riduzione degli interessi passivi relativi a mutui (in particolare si assiste a un calo del 28% degli oneri relativi ai mutui per recupero edilizio).
Circa 15 milioni di contribuenti dichiarano oneri detraibili per spese sanitarie, per un totale di 13,6 miliardi di euro; i due terzi di questa cifra sono concentrati nei contribuenti con reddito superiore a 20.000 euro. In forte aumento le spese per la riqualificazione energetica detraibili al 55 per cento (+23%) e le spese per il recupero edilizio detraibili al 36% (+12%). Tra le detrazioni fanno la parte del leone quelle relative alle spese sanitarie che sono utilizzate da oltre 15 milioni di contribuenti; seguono, nella frequenza delle detrazioni che risultano nelle dichiarazioni Irpef, le spese per assicurazioni e quelle per i mutui.
Ma la crisi non ferma la solidarietà. La crisi tuttavia sembra non interrompere gli slanci di solidarietà: nel 2010 quasi un milione di contribuenti (915 mila) ha effettuato nel 2010 erogazioni liberali a favore delle Onlus.
Aumentano le spese per le badanti. Tra le particolarità emerge che in un anno sono aumentati i contribuenti italiani (sono 18mila circa in più) che hanno dichiarato di aver sostenuto spese per addetti all’assistenza personale (badanti), con un incremento del 21,8% dell’ammontare totale delle spese.
Imposta media di 4800 euro. L’imposta netta Irpef sui redditi del 2010 ha un valore medio di medio di 4.840 euro e segna un aumento del 2,5% (+120 euro) rispetto ai 4.720 euro del 2009. L’imposta “positiva” è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti, il 74 per cento del totale contribuenti. L’addizionale regionale Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta a circa 3 miliardi (+0,4%) con un importo medio pari a 120 euro. L’addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), mentre l’addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro).
Fonte: Il fatto Quotidiano
Nessun commento:
Posta un commento