venerdì 30 marzo 2012

Il Consiglio regionale ha ribadito che in Umbria l’acqua è un bene comune

Approvata mozione Idv-Prc per il pieno rispetto del voto referendario: gestione e proprietà pubblica, no alla remunerazione del capitale investito. 19 i voti favorevoli della maggioranza di centro sinistra e del capogruppo della Lega Nord; astenuto Lignani Marchesani (Pdl), contrari 5 dell’opposizione.
PERUGIA – Con i voti favorevoli (19) della maggioranza e del capogruppo della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, l'astensione di Andrea Lignani Marchesani (PdL) ed i voti contrari (5) degli altri esponenti dell'opposizione, l'Assemblea regionale ha approvato una mozione firmata da: Oliviero Dottorini (primo firmatario) e Paolo Brutti (IdV) e da Damiano Stufara (Prc-Fds) sulla “Attuazione dell'esito del referendum nazionale sulla gestione dell'acqua pubblica svoltosi il 12 e 13 giugno 2011”.
In sostanza, con questo atto di indirizzo, il Consiglio regionale impegna la Giunta ad “operare con la massima urgenza per ottenere l'applicazione del dettato del Referendum sul Sistema idrico integrato relativo alla eliminazione della voce del 7 per cento garantito come remunerazione del capitale investito, chiedendone l'attuazione agli Ati (Ambiti territoriali integrati) cui compete di fissare la tariffa, non procedendo ad alcun adeguamento delle tariffe della fornitura dell'acqua”.
Con lo stesso atto, viene impegnato l'Esecutivo di Palazzo Donini ad “inserire strumenti partecipativi riconosciuti affinché la gestione del bene comune avvenga attraverso la partecipazione della rappresentanza cittadina e dei lavoratori, in quanto portatori di interessi diffusi e radicati nel territorio, di saperi e di conoscenze”.

OLIVIERO DOTTORINI (capogruppo IdV), primo firmatario della mozione, ha illustrato l'atto spiegando che: “Una larga e prevalente fetta di opinione pubblica italiana è convinta che l’acqua sia un bene comune e un diritto umano fondamentale ed è quindi sbagliato considerarla un bene economicamente rilevante, per questo va sottratto al mercato e gestito da un soggetto giuridicamente pubblico. Il voto del referendum (12 e 13 giugno 2011) ha affermato la gestione pubblica e partecipata dell’acqua. Oltre 27 milioni di italiani si sono recati alle urne e circa il 95 per cento di questi ha votato a favore delle proposte del Comitato referendario. Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione. Questa mozione mira alla esclusione della remunerazione del capitale investito pari al 7 per cento dal calcolo della tariffa idrica. Solo in pochi e limitati casi in Italia si è provveduto ad attuare quanto previsto dal referendum. Il risultato del referendum è stato riconosciuto anche dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini chiedendo di dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e dall’esito del referendum. Gli ATI hanno recentemente assunto deliberazioni che sembrerebbero addirittura andare contro il dettato referendario rispettato, sembra, soltanto dall’ATI n. 3. Lo stesso assessore Rometti ha recentemente inviato una nota alle Autorità di ambito umbre per dare seguito all’abrogazione della remunerazione del capitale investito dal gestore privato considerando che la tariffa idrica deve prevedere la sola copertura integrale dei costi del servizio e non altri oneri aggiuntivi. Con questa mozione intendiamo impegnare la Giunta regionale a operare da subito, in tutte le sedi deputate, per ottenere l’applicazione del dettato del referendum in relazione all’eliminazione della voce del 7 per cento garantito come remunerazione del capitale investito, chiedendo attuazione agli ATI di fissare la tariffa e non procedendo ad alcun adeguamento delle tariffe alla fornitura dell’acqua. Si vuole impegnare inoltre la Giunta a avviare iniziative rivolte a inserire strumenti partecipativi riconosciuti affinché la gestione del bene comune avvenga attraverso la partecipazione della rappresentanza cittadina e di lavoratori in quanto portatori di saperi, di conoscenze e di interessi diffusi e radicati nel territorio. Su questo tema, come su tutti quelli che interessano la gestione dei beni comuni e la tutela dei diritti diffusi, la politica deve mantenere alta l'attenzione e le istituzioni agire per evitare che prevalgano tentazioni affaristiche o richiami ultraliberisti che, per giunta, spesso vengono declinati in modo monopolistico”.
SILVANO ROMETTI (assessore regionale Ambiente): “L'Umbria, nelle politiche del settore idrico, ha dimostrato negli anni posizione avanzate, pianificando un Piano regionale degli acquedotti e con il Piano di tutela delle acque ha previsto obiettivi di assoluta qualità. Nei fondi Fas, che la Regione ha ricevuto, la fetta più importante di risorse è destinata proprio al ciclo idrico integrato, soprattutto al versante depurazione. Sul versante della gestione, il messaggio del referendum risulta chiaro. In Umbria, sostanzialmente ci troviamo di fronte a gestioni completamente pubbliche o a gestione a maggioranza pubblica. La Regione Umbria, come già specificato nel Dap, intende portare avanti questa concezione. Abbiamo già comunicato agli ATI il fatto che nella tariffa debbono essere previsti solo i costi di gestione del servizio. Viene detratto l’utile che poteva essere previsto in tariffa, mantenendo la previsione per gli investimenti. L’attuazione del referendum è legato anche ad alcune norme che dovranno essere emanate dal Governo nazionale. Va ricomposto un quadro normativo coerente e organico, in linea e coerente con l’impostazione emersa dallo stesso referendum. Voglio ribadire che, nella tariffa, gli investimenti e il loro costo possono essere inseriti, non possono essere inseriti gli utili per la gestione”.
DICHIARAZIONI DI VOTO
GIANLUCA CIRIGNONI (Capogruppo Lega Nord): “voteremo favorevolmente a questa mozione, di cui condividiamo il dispositivo, tant'è che abbiamo anche presentato una proposta di legge per l’inserimento nello Statuto regionale del riconoscimento dell’acqua come bene pubblico. Bisogna rispettare quello che gli stessi cittadini nel referendum hanno chiesto: togliere la parte di utile nelle tariffe relative alla gestione dell’acqua del servizio idrico. Per quanto riguarda Umbra Acque, che è il gestore del servizio idrico integrato più grande, c’è una mia interrogazione che giace senza risposta da ormai tre mesi in Consiglio regionale”.
DAMIANO STUFARA (capogruppo Prc-Fds – firmatario della mozione): “Voteremo a favore di questa mozione condividendone appieno le ragioni, le opportunità e l'intervento di Dottorini. Nel giugno dello scorso anno 27 milioni di italiani hanno dato un messaggio alla politica e al legislatore di grande nettezza sulla necessità di garantire un bene comune come l’acqua nella sua natura pubblica. Mi rallegro del fatto che il Dap abbia impegnato il Governo regionale a operare in difesa dell’esito referendario e sono particolarmente lieto del passo compiuto dall’assessore Rometti nei confronti degli Ati dell’Umbria per sollecitarli ad ottemperare a quello che gli italiani hanno detto e rispettare l’abolizione della quota del 7 per cento sul capitale investito”.
RAFFAELE NEVI (capogruppo PdL): “Basta poco assessore Rometti per conquistarsi la fiducia. È bastato trasmettere una lettera del Ministro, agli Ati per conquistarsi la fiducia di chi invece in teoria dovrebbe badare agli atti concreti. Vorrei ricordare che quella 'letterina' crea un po’ di problemi. Forse qualcuno non si è accorto che si rischia di far saltare investimenti milionari sulle infrastrutture. Così gli Ati ti dicono: basta che mi dai i soldi in cambio e facciamo tutto. Quella lettera non produrrà nulla, fin quando non ci sarà un intervento puntuale e preciso, che miri a risolvere i problemi sul tavolo. Per il contenuto manifestamente ideologico della mozione, che intende consolidare i risultati di un referendum, avvenuto in un momento particolarissimo, voteremo contro”.
MASSIMO BUCONI (Capogruppo Psi): “Questa mozione la ritengo totalmente inutile in quanto la Giunta regionale ha già provveduto, con proprio autonomo atto, a scrivere alle società di gestione di attenersi al dettato referendario e di non considerare il 7 per cento. È chiaro che non intendiamo andare contro la volontà popolare che, tra l’altro, condividiamo pienamente. Non crediamo che tutte le esperienze riferite alla gestione delle acque in forma associata o in forma mista da parte delle amministrazioni in Umbria siano esperienze da buttare. Nel merito la mozione non produrrà effetti perché l’effetto è già stato prodotto”.
LUCA BARBERINI (PD): “Ribadiamo con fermezza la volontà di rispettare l’esito referendario. Apprezziamo molto l’intervento dell’assessore Rometti che ha chiarito la questione e ha toccato i diversi aspetti che vengono evidenziati in questa mozione. Il servizio idrico è indiscutibilmente un bene pubblico, deve essere un bene accessibile, un bene fruibile, universale, ma deve anche prestare molta attenzione alla qualità dei servizi che devono essere prestati. La qualità necessita di risorse che possono essere pubbliche, ma che debbono garantire e tutelare la qualità di un servizio irrinunciabile per i cittadini. Non ci convince la differenza che viene rappresentata tra il contenuto della mozione, condivisibile e le affermazioni utilizzate all’atto della presentazione. Quello che è scritto nella mozione è troppo diverso rispetto a quanto, invece, affermato nella relazione di presentazione da parte di Dottorini. Avremmo preferito modificare alcuni punti, tuttavia votiamo la mozione perché sostanzialmente ci convince”.
SANDRA MONACELLI (UDC): “Non parteciperò alla votazione su questa mozione che ritengo essere una farsa. Lo si capisce perfettamente dal tenore delle ultime dichiarazioni, ad esempio quando alcuni consiglieri della maggioranza (Buconi e Barberini), dicendo e non dicendo, sostanzialmente affermano: siamo divisi su tutto, persino sull’acqua, ma per fare vedere che invece andiamo perfettamente d'accordo la mozione la votiamo. Siccome è imbarazzante questa forma di unanimismo/immobilismo che si vuole affermare con questo nuovo corso, io non ci sto ed uscirò al momento del voto”.
PAOLO BRUTTI (IdV): “I presentatori della mozione hanno diritto di esprimerla e raccontarla come meglio credono, cercando magari di trovare maggiori consensi. I presentatori hanno detto quello che secondo loro sta alla base della motivazione, comunque della mozione si vota il dispositivo. Noi dobbiamo mettere in equilibrio due esigenze: che il bene pubblico 'acqua' venga erogato e reso disponibile nella migliore delle condizioni, cosa che richiede anche l'utilizzazione, la messa a disposizione di risorse finanziarie provenienti dalla tariffa o da altre fonti, e su questo siamo d'accordo. Ma, constatata questa esigenza, è giusto rispondere alle aspettative del voto dei cittadini. La mozione, in sostanza, dice che: fino a quando non avrete fatto le riduzioni del 7 per cento non proseguite a fare ulteriori aumenti. L’assessore Rometti ha già indicato la sua volontà, ma ora è necessario sostenere il tutto con uno strumento di cogenza rispetto al passato”.

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