Un'invasione di bandiere rosse, fumogeni, canti, tamburi, musica,
cori e slogan per difendere i diritti dei lavoratori, riconquistare il
contratto nazionale, dire “No alla Tav” e lanciare un preciso messaggio
al Governo Monti: se lunedì dal tavolo sul lavoro
non esce niente di buono la Fiom è pronta allo sciopero generale. Il
niente di buono è riferito a due argomenti molto delicati: gli
ammortizzatori sociali ma, soprattutto, l’Articolo 18. Senza dimenticare
l'obbrobrio dell'articolo 8, che la Fiom è pronta a cancellare con un
referendum. E infine un avvertimento alla Fiat: “Noi non abbiamo alcuna
intenzione di rientrare dalla finestra: come ci hanno voluto cacciare
dalla porta, noi vogliamo tornare dalla porta principale”, dice il
leader della Fiom Maurizio Landini durante il suo discorso a chiusura della manifestazione.
Quello che è sfilato da piazza della Repubblica a San Giovanni è
stato un corteo talmente grande che quasi tre ore dopo la partenza la
coda si trovava ancora al punto di partenza in piazza della Repubblica e
la testa al punto di arrivo. In questa marea di gente anche i
prolungati fischi a Vincenzo Scudiere, membro della segreteria nazionale
della Cgil, sembrano un dettaglio. Fischi, peraltro, accompagnati da
una precisa richiesta: “sciopero generale”. “Siamo una piazza di
pericolosi metalmeccanici”, sottolinea Landini.
Un corteo “contaminato e contaminante”, di almeno cinquantamila
persone, che ha tenuto dentro, con una scansione “mista” i centri
sociali, gli studenti, i pensionati, gli agricoltori, e le tante realtà
di lotta che stanno difendendo il posto di lavoro:
a partire dalla Jabil, per finire alla Sigma-Tau di Pomezia, del
settore chimico-farmaceutico. Tra i tanti lavoratori “in delegazione”
anche un gruppo della Sanità: il Policlinico Gemelli, con uno striscione
emblematico: “l'epidemia si diffonde: Policlinico Gemelli come Fiat,
l'amministrazione disdetta il contratto collettivo aziendale”. Al corteo
anche una delegazione di lavoratori dell’Alcoa di Portovesme che il
prossimo 26 marzo ha in programma un altro incontro al ministero. Tre
per ora i possibili acquirenti che hanno mostrato interesse per
l'azienda sarda: le società svizzere Glencore e Klesch e l'austro
tedesca Hammerer Aluminium Industries.
Tra il popolo della Fiom tante bandiere rosse di Rifondazione della
sinistra e di Rifondazione comunista, ma anche di Sel, IDV, Pdci,
Sinistra critica, e Partito Comunista dei lavoratori, Anpi,
Sbilanciamoci e Arci. Il Pd ha scelto deliberatamente di non essere
presente in piazza né aderire alle ragioni della protesta. “Penso che
oggi il Partito democratico – commenta il senatore del Pd Vincenzo Vita -
abbia fatto un errore”. “Sono totalmente polemico con il mio partito,
mi stupisce il cambio di atteggiamento che c'è stato - ha aggiunto Vita -
non si aderisce ad una manifestazione come se fosse un testo
letterario, guardando le virgole, i testi e i sottotesti, ma sulla base
di una piattaforma
politica; se io dovessi stare nel Pd sulla base di un'omologa
interpretazione, allora quando parla Letta dovrei uscire ogni volta”.
“Il Pd ha fatto una scelta tutta tattica, per non litigare con la parte
più moderata del partito – ha concluso -, ma così si rischia: oggi è la
Fiom, domani sarà un'altra cosa, attenzione perchè prima o poi il budino
crolla”.
Per Paolo Ferrero, dopo la grande manifestazione dei metalmeccanici
di oggi, “è evidente che la foto di Vasto non c'è più e noi proponiamo
di sostituirla con la foto di piazza San Giovanni: proponiamo a chi era
in piazza, da SeL all'IdV di costruire insieme la sinistra, per ridare
finalmente un punto di riferimento al popolo dei lavoratori che oggi era
in piazza”. “Con la grande manifestazione dei metalmeccanici di oggi –
sottolinea ancora Ferrero -, l'Italia che è contro il governo Monti e
contro la Confindustria è scesa in piazza. Oggi è risultato chiaro che
il mondo della politica si è diviso in due: da una parte chi appoggia il
governo Monti e dall'altra chi appoggia i metalmeccanici”.
Il corteo è stato assolutamente pacifico e festoso. L’unico episodio
di violenza ha visto protagonista una squadraccia fascista che di fronte
al Liceo Righi di Roma,
nel pieno centro della città, ha aggredito un gruppo di studenti che
stavano preparandosi per raggiungere la Fiom. Secondo alcuni testimoni
il gruppo di picchiatori è riconducibile alla sigla “Controtempo”,
presente da qualche mese a Piazza Fiume, Parioli e Corso Trieste. Ci
sono stati svariati contusi e tre ragazzi sono stati malmenati
violentemente; uno in particolare ha il naso rotto, un trauma cranico
con altri traumi contusivi e dovrà essere operato.
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