DI RICHARD ESKOW
Commondreams Questa settimana una contea dell’Irlanda del Nord ha fatto notizia per avere letteralmente creato una falsa facciata di prosperità per i dignitari arrivati per il vertice del G8. Il quotidiano The Irish Times riferisce che la contea di Fermanagh ha speso all’incirca 300.000£ (352.213€ secondo il tasso di cambio di questi giorni) per camuffare le vetrine in frantumi e gli edifici vuoti che i tagli di austerità, che hanno soffocato l’economia, si sono lasciati alle spalle. Erano eccessivamente vicini al “sontuoso” resort che ospitava la riunione. Il Times racconta: una macelleria (sprangata) è stata sostituita con la foto di una macelleria... Hanno fatto in modo che i locali di un negozietto sembrassero un negozio di articoli per ufficio...Hanno collocato fotografie di splendidi paesaggi in formato cartellone per mascherare qualche cantiere abbandonato e desolato o qualche altro pugno nell’occhio. Numerosi osservatori l’hanno chiamato “villaggio Potëmkin”. Quest’espressione viene dalla storia (probabilmente apocrifa) del capo della campagna militare di Crimea condotta dalla Russia, il quale, secondo quanto si racconta, fece costruire finti villaggi lungo il fiume Dnepr per rassicurare la zarina Caterina II, al suo passaggio in barca, che tutto fosse a posto. “Se solo lo zar sapesse...” Sarebbe stato sicuramente imbarazzante per il Primo Ministro britannico (ed estremista dell’austerità) David Cameron far vedere ai suoi omologhi i frutti della sua filosofia economica, in una regione che, nonostante un ampio grado di autonomia, fa ancora parte della Gran Bretagna. Ma i risultati dell’austerità si sono già visti: nei dati riguardanti la disoccupazione e il prodotto interno lordo, nei tabulati screditati e nei deficit enormi. È questo il motivo per cui persino la conservatrice Germania si è unita alla Francia per una “New Deal for Europe’s youth” [“Nuova riforma per la gioventù d’Europa”, ndt], mentre i leader statunitensi discutono riguardo misure d’austerità aggiuntive nella terra del New Deal. Le delusioni continuano ad ogni modo. C’è un’economia “di falsa facciata” da quasi cinque anni. Benvenuti nell’economia in stile “Truman Show”. Lo spettacolo deve continuare. “The Truman Show” è il film del 1998 in cui Jim Carrey si rende conto poco a poco che tutta la sua vita è una finzione che va in onda in televisione. Il personaggio interpretato da Carrey crede di vivere in un idillico quartiere di periferia, con una moglie adorabile. Nessuno vuole che scopra la verità, dato che lo spettacolo televisivo è parecchio redditizio. Ci sono numerose opere su questo tema del falso-realtà, tra cui il classico racconto breve di Robert Heinlein “They” [“Loro”, ndt]. Ma la vera genesi della trama del “Truman Show” sembra essere il romanzo del 1959 di Philip K. Dick ”Time Out of Joint” [“Tempo fuor di sesto”, ndt], il cui protagonista incomincia ad accorgersi che la sua vita nel dopoguerra americano è un’illusione quando il chiosco di bibite nel parco sparisce. Al suo posto c’è un pezzo di carta su cui è scritto “chiosco di hot dog”. Da lì tutto il suo mondo si svela. Capisce di non vivere nell’America idillica del boom industriale del dopoguerra, ma in una nazione lugubre e segnata dalla battaglia, in guerra con le sue stesse colonie spaziali (nel 1998!). Gli hanno creato una vita immaginaria in cui, con l’inganno, lo fanno partecipare ogni giorno a degli indovinelli, sostenendo così l’interminabile guerra interplanetaria in cui la sua nazione è coinvolta. Il titolo di Dick proviene da un verso di Shakespeare, in cui Amleto si accorge che il “mondo” del suo regno non è nella sua posizione corretta (o “scardinato”). “Il mondo è fuor dei cardini;” dice il principe “ed è un dannato scherzo della sorte ch’io sia nato per riportarlo in sesto. Ebbene, andiamo insieme”. Una nazione scardinata. Molto di ciò che ascoltiamo oggigiorno nasconde una triste realtà, non solo ai nostri leader, ma anche a noi. La nostra economia è in guerra, non con colonie extraterrestri, ma con la maggior parte di coloro che vi prendono parte. Per farci continuare a partecipare a tale sforzo, ci devono convincere che stiamo vivendo o ci accingiamo a vivere in un’economia in forte espansione, con una classe media in crescita e una vera mobilità sociale. Ma dietro le notizie positive, lì fuori il mondo è quello descritto da Philip K. Dick. La casa e le vendite di automobili puntano verso l’alto? I tassi d’interesse, manovrati dalla Federal Reserve, stanno alimentando l’edilizia abitativa; potrebbe esserci un’altra bolla. La vendita di automobili potrebbe essere in larga parte il risultato di una domanda accumulata. La situazione del lavoro sta migliorando? La disoccupazione a lungo termine rimane a livelli senza pari nella storia moderna. I lavori che si stanno creando sono sottopagati e non qualificati. Anche la sottoccupazione è incredibilmente elevata. La classe media è in ripresa? Gli Americani hanno recuperato meno della metà della ricchezza perduta nella crisi del 2008, soprattutto i più ricchi tra noi. Conseguendo il 121 per cento dei profitti post ripresa, l’1 per cento dei più ricchi di fatto ha utilizzato il salvataggio della maggioranza per appropriarsi di una ricchezza persino maggiore di quella nazionale. “Terra di opportunità”? E così siamo passati di male in peggio. La mobilità sociale era calata a picco già prima della crisi. Il costo dell’istruzione superiore in dollari reali, la chiave per la crescita economica, è triplicato per le famiglie americane dagli anni 80. E le generazioni più giovani sono distrutte dalla disoccupazione da record (il dato ufficiale è ora del 16,2 per cento, quello reale è peggiore) che sta lasciando ferite nei loro curriculum e sta soffocando il loro potenziale di guadagno durante tutta la vita. Il mercato azionario è in forte crescita? Il rialzo del mercato azionario è fomentato dal denaro a basso costo della Federal Reserve. Un numero sempre maggiore di investitori stanno chiedendo un prestito per investire e potenzialmente possono fare una leva finanziaria eccessiva. La crescita dei ricavi così come altri indicatori sono inquietanti. Il mercato è una costruzione di carte. E il vento si sta alzando. Infrangere un sogno. Abbiamo bisogno di invertire queste preoccupanti tendenze economiche prima che diventino permanenti. Per far ciò saranno necessari un programma d’investimenti intelligente e aggressivo, sviluppo delle infrastrutture, impulso all’istruzione e creazione di lavoro. Possiamo farcela. Ma prima dobbiamo abbattere quelle illusioni che ci impediscono di vedere le cose così come sono. Non abbiamo bisogno di essere inghiottiti tragicamente come Amleto. Ma il mondo è fuor dei cardini e soltanto noi possiamo riportarlo nella corretta collocazione. Ebbene, andiamo insieme. Richard (RJ) Eskow è un noto blogger e scrittore, un ex dirigente di Wall Street, un consulente con esperienza e un ex musicista. Ha esperienza in assicurazioni mediche ed economia sanitaria, medicina del lavoro, prestazioni, gestione dei rischi, finanza e informatica. Richard ha esperienza come consulente negli Stati Uniti e in oltre 20 paesi. Fonte: www.commondreams.org |
sabato 8 giugno 2013
L’ECONOMIA IN STILE 'TRUMAN SHOW'
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