Preparato da una campagna mediatica senza precedenti portata avanti
in parallelo dal tandem Rometti/Cotana (vedi perfino il Tg 2 motori di
qualche mese fa con un lungo servizio dove si fa l’apologetica dei
biorcarburanti), il provvedimento della Giunta regionale voluto
dall’assessore socialista si pone come un blitz perfetto che rischia di
dare il via ad un cambio di destinazione d’uso della nostra regione.
Con la delibera 494 del 7 maggio 2012 si cancellano infatti le
precedenti disposizioni inserite nel regolamento regionale sulle
rinnovabili che per le biomasse avevano selezionato gli obiettivi di
realizzazione delle sole centrali piccole e a filiera corta. Nel nuovo
provvedimento, oltre alla riduzione della distanza delle centrali dai
centri abitati da 500 a 300 metri, si tolgono anche le limitazioni sulle
distanze di approvvigionamento grazie all’escamotage della mancata
fissazione del limite di 6 chili di CO2 prodotta per ogni tonnellata di
biomassa trasportata.
Così, con buona pace della battaglia per la riduzione delle
emissioni di CO2, si consentirebbe l’approvvigionamento
transcontinentale di materia prima, con le palme di colza od altre
tipologie che giungerebbero in gran quantità dall’Africa, il Sud America
e l’Asia, ovvero da quei continenti dove si è già prodotto uno
sfruttamento intensivo dei terreni agricoli per colture utili alla
produzione di biocarburanti, tra le cause principali della distruzione
delle foreste pluviali e della sottrazione dei campi alla produzione di
cibo per il fabbisogno locale, tra le proteste vibranti che i movimenti
contadini, gli ambientalisti ed i rappresentanti politici e sindacali
delle classi popolari più povere ed indigenti hanno avuto modo di
riproporre nel corso del recente summit di Rio +20.
Una situazione su cui ha preso recentemente posizione finanche
l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale (EPA) proclamando
per queste stesse ragioni l’esclusione dell’olio di palma dall’elenco
dei combustibili rinnovabili per gli standard di quel Paese.
Basterebbe dunque questo per chiedere l’annullamento della delibera della Giunta regionale ed il ripristino di un approccio più serio sulle rinnovabili, per evitare che con la scusa della green economy si dia vita anche nella nostra regione ad una rincorsa verso attività lucrative che se ne fregano dell’ambiente e della sostenibilità e si preoccupano solo di accaparrarsi gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili che in realtà non sono tali.
Basterebbe dunque questo per chiedere l’annullamento della delibera della Giunta regionale ed il ripristino di un approccio più serio sulle rinnovabili, per evitare che con la scusa della green economy si dia vita anche nella nostra regione ad una rincorsa verso attività lucrative che se ne fregano dell’ambiente e della sostenibilità e si preoccupano solo di accaparrarsi gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili che in realtà non sono tali.
Il provvedimento della Giunta è ancora più grave perché è stato
prodotto senza alcuna partecipazione preventiva ed addirittura contro le
istanze emerse tra le popolazioni e gli enti locali in quei territori
presi di mira per la realizzazione degli impianti. Sappiamo che
l’Assessore socialista Rometti si è lamentato a più riprese
dell’ostilità contro le biomasse delle popolazioni e dei comitati.
Un’ostilità da lui considerata scientificamente infondata e solo frutto
di pregiudizio ideologico, estremismo ambientalista, di paura
irrazionale solo dettata dall’ignoranza o dalla superstizione.
Noi crediamo invece che il modo per niente trasparente con cui è
stata fin qui trattata la materia nella nostra regione sia la causa
principale dell’ostilità popolare e per niente immotivata nei confronti
delle centrali a biomasse e il blitz di Rometti è la conferma a questa
nostra preoccupazione. Il rischio è infatti che la realizzazione dei
tanti impianti a biomassa a filiera corta fatta propria dalla
programmazione regionale sia un modo per coprire l’obiettivo vero e più
profittevole degli operatori e dei gruppi di interesse che si muovono in
questo ambito e che Rometti ha deciso di assecondare.
Così come abbiamo sempre detto con il conforto dei dati oggettivi e
scientifici messi a disposizione da associazioni e comitati, la
disponibilità effettiva e l’utilizzo sostenibile della materia prima in
loco non sarebbero mai stati sufficienti a rispondere al fabbisogno
delle tante centrali a biomasse inserite in quella programmazione e
l’apertura alle nuove possibilità nasconde in realtà le mire per la
realizzazione delle bioraffinerie per la produzione di biocarburanti,
come promossa in lungo e in largo dal CIRIAF del professor Franco Cotana
e che per lungo tempo ha riguardato anche Gualdo.
Un’ipotesi su cui la nostra Città si è già espressa in modo
nettamente contrario, anche al cospetto di Rometti nel corso
dell’incontro che l’Assessore ebbe con la Commissione consiliare
speciale per le energie rinnovabili, ma che oggi, grazie alla delibera
della Giunta regionale, torna a galla come rischio concreto e come
obiettivo mai effettivamente dimesso, anche perché nel frattempo
rafforzato dalle disposizioni in materia inserite nel Decreto Sviluppo
di Passera, allorquando si semplificano gli iter autorizzativi per la
costruzione delle centrali, annoverandole tra le opere di rilevanza
nazionale e per ciò stesso potendo concedere i nulla osta anche in
presenza della contrarietà degli Enti locali e delle popolazioni
interessate.
Il blitz di Rometti è dunque uno schiaffo anche ai gualdesi proprio
perché la nostra Città, anche attraverso il suo Consiglio comunale, si è
già pronunciata nettamente contro simili ipotesi. Per quanto ci
riguarda, continueremo a vigilare con attenzione sulla materia affinché
nessuna bioraffineria possa pregiudicare l’ambiente e la salute dei
cittadini nel nostro territorio ed anche affinché nessun ettaro di campo
africano, sudamericano o esteuropeo possa essere sottratto al frumento
che serve ad alimentare le popolazioni povere di quei continenti, solo
per arricchire qualche speculatore che fa finta di intraprendere
sull’economia verde e sostenibile.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
Gianluca Graciolini
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