Diaz: condanne confermate. Ma non paga nessuno
di Marco Santopadre, www.contropiano.org
La Cassazione condanna gli agenti e i
dirigenti responsabili delle violenza della Diaz. Ma la prescrizione
salva i condannati dal carcere. Giustizia non è fatta.
Dopo ben 9 ore di camera di consiglio la Cassazione ha deciso
di confermare le condanne già comminate in secondo grado per i 25 tra
poliziotti e dirigenti dei vari corpi di sicurezza dello Stato
responsabili delle torture e delle violenze contro i manifestanti che
dormivano nella scuola Diaz di Genova il 21 luglio del 2001.
Ma, incredibilmente, nessuno dei responsabili di quella efferata brutalità contro persone inermi, della costruzione delle prove false e dei depistaggi su quanto accadde quella notte pagherà veramente. Neanche con un giorno di carcere.
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato in via
definitiva le condanne nei confronti dei funzionari della Polizia di
Stato per l'irruzione alla Scuola di Genova che ospitava il media-center
del Genoa Social Forum. Condannati per falso aggravato, l'unico reato
non prescritto dopo 11 anni, per i verbali di perquisizione e arresto a
carico dei manifestanti, che si sono rivelati pieni di accuse false,
nessuno di loro rischia il carcere, grazie ai tre anni di sconto
previsti dall'indulto approvato nel 2006.
Ma, incredibilmente, nessuno dei responsabili di quella efferata brutalità contro persone inermi, della costruzione delle prove false e dei depistaggi su quanto accadde quella notte pagherà veramente. Neanche con un giorno di carcere.
Confermate quindi solo in via teorica le condanne a 4 anni inflitte a
Giovanni Luperi e a Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo
Canterini, nonchè le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto
Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco
Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e
Massimiliano Di Bernardini.
Come se non bastasse, la Cassazione ha anche dichiarato prescritti i
reati di lesioni gravi commessi dagli agenti della celere che quel
giorno facevano parte del settimo nucleo speciale della Mobile.
Nel frattempo i dirigenti di allora sono stati promossi, hanno fatto strada all'interno della Polizia, dei Servizi Segreti, di altri apparati dello Stato.
La parola fine, dal punto di vista giudiziario su quella vicenda, lascia l'amaro in bocca e dà la sensazione che in questo paese l'immunità e l'impunità per gli uomini in divisa colpevoli di crimini anche molto gravi sia una costante, una certezza. In particolare nel caso di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e promosso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio da Monti, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, è stato prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione nel novembre dello scorso anno. "Perchè il fatto non sussiste".
''La catena di comando é stata condannata e questo é un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz é stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche'' ha commentato l'avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune delle vittime del pestaggio.
Nel frattempo i dirigenti di allora sono stati promossi, hanno fatto strada all'interno della Polizia, dei Servizi Segreti, di altri apparati dello Stato.
La parola fine, dal punto di vista giudiziario su quella vicenda, lascia l'amaro in bocca e dà la sensazione che in questo paese l'immunità e l'impunità per gli uomini in divisa colpevoli di crimini anche molto gravi sia una costante, una certezza. In particolare nel caso di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e promosso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio da Monti, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, è stato prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione nel novembre dello scorso anno. "Perchè il fatto non sussiste".
''La catena di comando é stata condannata e questo é un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz é stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche'' ha commentato l'avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune delle vittime del pestaggio.
Ancora più amaro il commento di Haidi Giuliani, madre del ragazzo
ucciso da un Carabiniere durante le manifestazioni contro il G8: ''la
giustizia c'é benché incompleta'' ha detto, aggiungendo che "le
responsabilità sono più ampie e penso all'assoluzione dell'allora capo
della polizia e al mancato processo per la morte di mio figlio''.
L'unica, minima consolazione è che la Corte ha deciso di comminare ai
colpevoli la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per
un periodo di 5 anni. Questo, secondo diversi giuristi, dovrebbe
significare l'immediata decadenza di tutti i funzionari in servizio dai
loro incarichi. La stessa sanzione non è stata però comminata ai
capisquadra che guidarono 400 celerini all'assalto della scuola. Nei
confronti degli agenti di Polizia Tucci, Cenni, Basili, Ledoti,
Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria, data la dichiarazione di
prescrizione dei loro reati, non dovrebbe scattare la pena accessoria
della condanna all'interdizione dai pubblici uffici.
E l'ulteriore paradosso è che tra pochissimi giorni alcuni
manifestanti che in quei giorni erano a Genova, una decina, potrebbero
pagare con il carcere accusati di reati gravissimi come 'devastazione e
saccheggio'.
In modo che si possa dire, a posteriori, che si, in fondo qualche poliziotto avrà anche esagerato, ma che le colpe stanno da entrambe le parti. E che forse la violenza della Polizia e dei Carabinieri e dei Finanzieri era soltanto uno eccessiva ma giustificabile reazione alla violenza dei manifestanti.
In modo che si possa dire, a posteriori, che si, in fondo qualche poliziotto avrà anche esagerato, ma che le colpe stanno da entrambe le parti. E che forse la violenza della Polizia e dei Carabinieri e dei Finanzieri era soltanto uno eccessiva ma giustificabile reazione alla violenza dei manifestanti.
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